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Morta Emma Testoni Pallotta, signora di Ponte Milvio

Emma Testoni Pallotta Ponte Milvio
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Generosa, altruista, sempre sorridente, elegante, Emma Testoni, della famiglia Pallotta, si è spenta a 81 anni questa mattina dopo una vita spesa a Ponte Milvio, per Ponte Milvio e per il suo ristorante fino all’ultimo minuto in cui l’ha gestito con i fratelli Giulio a Lola, prima della cessione avvenuta a gennaio del 2013.

Piazza Ponte Milvio, cuore pulsante di Roma Nord, è storia, è cultura, è vita. Celebrata nei versi di Gioacchino Belli e Checco Durante, è un’esperienza, non è una piazza qualunque. E di questa piazza Emma è stata la signora, sempre lì, nel suo ristorante, in quell’angolo senza tempo del piazzale, spettatrice del cambiamento ma anche protagonista della storia di questo spicchio della città.

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“La signora col taccuino” che nessun cliente del ristorante Pallotta potrà mai dimenticare, la “regina delle prenotazioni” che anche a locale pieno con pazienza un posto a sedere lo ha sempre trovato per tutti, che tu fossi Moravia o un cliente di passaggio.

In gioventù era stata campionessa di nuoto, poi si era dedicata con i fratelli alla gestione del ristorante di famiglia. La mamma Adele Pallotta ai fornelli, lei in sala ad accogliere i clienti. Per la sua gentilezza, per la sua capacità, per la sua romanità, era stata anche premiata nel 2009 dall’allora XX (oggi XV) Municipio con il “premio Baiocco”, riconoscimento col quale veniva premiata l’opera svolta da persone che vivendo e operando sul territorio, si erano distinte per il loro impegno.

Nel 2013 il ristorante venne ceduto (“nun je la famo più” ci confessò Giulio, il fratello più giovane dei tre, deceduto poi tre anni dopo) ma Emma non smise mai di essere testimone delle mutazioni della piazza.

Passavi davanti al bar Pallotta e la trovavi sempre là, seduta nel suo angolo preferito. Con i suoi occhi vivaci studiava giorno per giorno i cambiamenti, col suo sguardo un po’ sornione li padroneggiava, col suo sorriso ti conquistava.
Ciao Emma, ci mancherai. Ma proprio tanto.

Claudio Cafasso

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9 COMMENTI

  1. E adesso? Avevo l’abitudine in questi ultimi anni, quando passavo tra i tavoli all’aperto o entravo dal tabaccaio o al bar di cercare di incrociare con lo sguardo quello di Emma. Se la ricerca era fruttuosa ne traevo un accenno di sorriso, spesso un buongiorno o un ammiccamento, quasi un commento di presunta intesa sul recente fatto di cronaca pur se non avevamo scambiato parola da mesi. Eravamo coetanei. Ci univa la lunga frequentazione di quell’angolo del piazzale, e sembra potesse bastare per fidarci reciprocamente. Ricordo che una delle ultime volte che l’ho vista è stato in chiesa e ci siamo scambiati il segno della pace. Riposa in pace Emma.

  2. Emma,un pezzo grande del mio cuore in cui,per 9 anni hanno trovato un posto d’onore Giulio,Giulione caro,Emma,Lola e la moglie affettuosa di Giulio ed i loro ragazzi!! È un tempo magico che la vita mi ha donato e che non tornerà più!!!!

  3. Ciao Emma quante estati a Riva Azzurra tu che raccontavi di quando giovane nuotavi ,donna bella ed imponente … mi dispiace molto Rip

  4. Noi del Comitato Ponte Milvio, chi più chi meno, conoscevamo tutti la Signora Emma.
    Io, personalmente, sono stato un assiduo frequentatore della trattoria prima che cambiasse la gestione e, ogni volta, mi rivolgevo sempre a lei anche se trovavo tavoli liberi che avrei potuto scegliere da solo.
    Immancabilmente accolto dal suo sorriso (sempre molto serio) e da un gradevole “ciao ragazzi”.
    Lo stesso saluto dopo essere passato dalla cassa dove lei, vigile e attenta, faceva velocemente il conto.
    Con lei va via un altro simbolo importante di Ponte Milvio.
    Direi un altro degli ultimi “presidi della memoria” a contrasto della dilagante – e ormai temo irrecuperabile – trasformazione antropologica di Ponte Milvio.
    E non mi riferisco solamente all’immagine di questa parte di città, o alla diversa destinazione d’uso dei locali, ormai omologati in una “unicità” senza soluzione di continuità di tavoli dilaganti sui marciapiedi antistanti, con tutto il portato della confusione e degli odori invasivi e non identificabili.
    Intendo, viceversa, parlare di valori che anche la Signora Emma rappresentava con la sua presenza fisica instancabile e quotidiana, testimonianza del rispetto della tradizione della famiglia Pallotta per l’accoglienza e per il servizio alla città.
    Il Comitato Abitare Ponte Milvio, ed io personalmente, vogliamo ricordarla come incancellabile memoria di quell’amato Ponte Milvio che, velocemente, sta scomparendo.
    E ringraziarla ancora una volta per i suoi sorrisi.
    Paolo Salonia
    Portavoce del Comitato Ponte Milvio

  5. Sono 1 romano che vive da 24 anni a Salvador-Bahia Brasil, sono rimasto talmente scosso leggendo questo articolo inerente sia alla morte adesso della dolce e simpatica Sig.ra Emma e di quella già avvenuta del fratello Sig. Giulio di cui sono stato compagno di scuola (colleggio San Giuseppe villa flaminia Viale del vignola) e poi cliente assiduo del – Er Pallotta – che mangiata de carbonara, spaghetti alla matriciana e pizza a vontade e poi c`era un super cameriere di nome Francesco, questo garçon era molto speciale come il ristorante ed i suoi propietari. Vi ricorderó sempre.

  6. La Signora Emma era un simbolo, era ciò che restava del nostro amato Ponte Milvio, ormai da anni trafitto e sfigurato da una ristorazione selvaggia.
    Era una gioia vederla presidiare il suo territorio, vitale e diritta come un fuso.
    Era una gioia incontrarla e scambiare un saluto, illuminato dal suo sorriso contagioso.

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