Home AMBIENTE Rendere accessibile il Tevere a tutti i canoisti. Perché no?

Rendere accessibile il Tevere a tutti i canoisti. Perché no?

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Galvanica Bruni

L’Amministrazione comunale di Rieti ha rispolverato un vecchio progetto del 1994 per rendere navigabile il fiume Velino dal Lago di Piediluco alla città; si tratta di un progetto accantonato tanti anni fa e che invece oggi apre straordinarie prospettive non soltanto per il turismo ma anche per l’economia della zona. Si tratta di un percorso per piccole imbarcazioni e canoe di circa 20 km con quattro approdi che si snoda attraverso uno dei territori più belli e affascinanti del Lazio.

Il fiume Velino con le sue acque fredde e limpidissime è già il paradiso dei pescatori e dei canoisti ma questo progetto permetterebbe a tanti di sfruttare un itinerario insolito in una terra di fiumi, laghi e di parchi naturali. La ragione per cui ne parliamo è molto semplice; anche Roma Nord ha il suo fiume sfruttabile dalle piccole imbarcazioni e dalle canoe per un lunghissimo tratto; eppure, questa opportunità è oggi riservata a pochi fortunati.

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A partire da Ponte Milvio il Tevere andando controcorrente (ovvero in direzione Nord) è navigabile per circa 8 chilometri fino alla Diga di Castel Giubileo e poi lo è per un altro lunghissimo tratto, più di 20 chilometri, fino alla Diga di Nazzano.

In entrambi i tratti la navigazione non presenta ostacoli né acque mosse e la corrente è molto ridotta, a volte addirittura ferma; in compenso il paesaggio è magnifico. Basta fare un giro sulla ciclabile che costeggia il fiume per rendersene conto.

Attualmente sono pochissimi quelli che usufruiscono di questa straordinaria opportunità ovvero i soci dei Circoli remieri che sorgono lungo il Tevere e che dispongono di idonei approdi per mettere in acqua le imbarcazioni.

Per tutti gli altri le possibilità sono nulle dal momento che raggiungere il fiume a causa della vegetazione è impossibile. A mancare sono un certo numero di approdi facilmente accessibili così da permettere ai canoisti di arrivare in auto nei pressi del fiume e mettere facilmente in acqua la propria imbarcazione.

Quale migliore occasione per fare tutto ciò se non i lavori per il “Giubileo 2025”? Attualmente si stanno sistemando le sponde del Tevere tra Ponte Flaminio e Ponte Duca d’Aosta con un importante stanziamento di fondi.

Prevedere un approdo sulla riva destra a valle di Ponte Flaminio (dove dovrebbe sorgere un’area attrezzata) non solo sarebbe una spesa irrisoria ma consentirebbe a tutti i canoisti di Roma (e sono migliaia) di avere un approdo da cui scendere in acqua per una lunga o lunghissima avventura.

Già in passato alcune Associazioni di Roma hanno fatto una simile richiesta peraltro sempre caduta nel vuoto. Ora, a somiglianza di quanto fatto dall’Amministrazione di Rieti, potrebbe essere il momento giusto per rendere il Tevere finalmente navigabile alle piccole imbarcazioni. Sarebbe una opportunità unica per fare del fiume di Roma una risorsa per tutti, soprattutto giovani che del fiume conoscono solo il lato mortificante.

Francesco Gargaglia

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