
La neve caduta a Monte Livata e a Campo dell’Osso non può che essere un buon segno in questo anno giudicato come il più caldo di sempre.
Le temperature roventi dell’estate e di inizio autunno hanno lasciato finalmente il posto al freddo e alla prima neve caduta sull’Appennino Centrale al di sopra dei 1000 metri.
Monte Livata in passato, per la sua vicinanza a Roma e le sue abbondanti nevicate, è stato considerato la “Montagna della Capitale” fino a quando le condizioni climatiche non sono cambiate. Poi la neve abbondante si è fatta sempre più rara tanto da costringere a spostare gli impianti di risalita in località “Monna dell’Orso” a quota 1758 metri.
Nel 2023 la neve sul comprensorio dei Monti Simbruini è stata scarsissima e tardiva impedendo di fatto la stagione turistica invernale.
La prima neve di questo dicembre “freddolino” è davvero un buon auspicio sia per le imminenti feste natalizie, quando numerose famiglie raggiungono le seconde case che per la stagione turistica.
Il Comprensorio di Monte Livata è sempre stato molto frequentato a partire dagli anni ‘20 del Novecento sia nella stagione invernale che in quella estiva quando le temperature, nonostante il “riscaldamento globale”, si mantengono fresche.
Ma ad attirare tanti romani è anche la bellezza dei luoghi: cime che sfiorano i 2000 metri (Monte Autore, il Viglio, il Gendarme, Monte Tarino…), immensi boschi di faggio e una sentieristica che ha poco da invidiare alle montagne del Nord Italia.
Certo Livata con la neve e tutt’altra cosa. Bastano pochi centimetri per avventurarsi con gli sci da fondo (possono essere noleggiati sia a Livata che a Campo dell’Osso) attraverso foreste incantevoli che offrono paesaggi strepitosi (basta pensare alla Località “Le vedute”). O cimentarsi nell’uso delle ciaspole per raggiungere località che non sarebbe possibile visitare in altro modo.
Ma l’aspetto più affascinante della neve è che permette di seguire le tracce della numerosissima fauna appenninica, di solito invisibile. Nella neve restano infatti ben impresse le orme di cervi, caprioli, volpi ma soprattutto del ‘re delle foreste’: il Lupo Appenninico.
Nonostante perfino l’Unione Europea si sia messa sulle sue tracce e non con buone intenzioni, il lupo in queste zone vive nel suo habitat preferito. Seguirne le tracce e magari scovare un esemplare di “canis lupus” all’imbrunire è una ragione di più per una escursione invernale a Monte Livata.
Francesco Gargaglia
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Tutto molto bello.
Sommessamente segnalo solo una piccola imprecisione,
non me ne voglia il buon Francesco: il Monte Viglio
supera i 2000 mt., per l’esattezza 2156 mt. s.l.m.
Anche Omero talvolta si addormenta.