L’appuntamento con la solidarietà di quartiere, quella fatta con passione senza secondi fini politici e senza targhette con nomi e cognomi, è a Collina Fleming, nella parrocchia San Gaetano (nella sala sotto le scale al parcheggio interno) domenica 15 dicembre dalle 9 alle 13.
Là, a cura della Associazione “Il filo del quartiere”, per il quarto anno consecutivo si terrà l’iniziativa “Le scatole di Natale“, una modalità di raccolta di doni destinati a persone in difficoltà, ai senzatetto, a famiglie meno abbienti, alle case famiglia e case rifugio del Municipio XV seguite dall’associazione.
In pratica, viene chiesto a tutti gli uomini e le donne di buona volontà del quartiere Fleming, ma anche dei quartieri attigui, di confezionare una scatola regalo della grandezza di una scatola di scarpe e di consegnarla domenica mattina al punto di raccolta alla San Gaetano.
Sulla scatola, incartata con la carta regalo, deve essere apposta un’etichetta per indicarne il destinatario (se uomo, donna o bambino/a e la taglia se c’è un indumento).
Cosa mettere all’interno? Un oggetto caldo (sciarpa, guanti, cappellino, maglione, felpa, calzini, tutine per bambini), un dolce (cioccolata, caramelle), un passatempo (libro, rivista, cruciverba, giochini da tavolo), un prodotto per l’igiene personale (bagnoschiuma, crema, salviette, schiuma da barba, dentifricio, assorbenti), infine un biglietto di auguri indirizzato al destinatario della scatola.
“Natale – dice Claudia Gallarino, Presidente del Filo del Quartiere – è la festa della famiglia e di chi la famiglia non ce l’ha! Da molti anni spesso è la festa dello sfarzo e si grida all’allegria a tutti i costi ma non tutti e non sempre, possono sintonizzarsi emotivamente con lo stesso spirito e spesso il Natale rappresenta un momento triste che amplifica le emozioni negative e la solitudine. E allora fermiamo un attimo tutta questa frenesia e pensiamo come poter dedicare parte del nostro tempo a chi può aver bisogno di un gesto, impacchettando un regalo pensato con il cuore e dedichiamo ogni nostro singolo gesto a chi non conosciamo ma che immaginiamo nel nostro cuore. Sono momenti importanti per esercitare la propria empatia e soprattutto quella dei nostri figli”.
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