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A Roma Nord è guerra al chiosco abbandonato

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Rimossi nella mattina di sabato 30 novembre due chioschi da tempo chiusi e abbandonati nella zona di Labaro e Prima Porta. Il primo chiosco davanti alla stazione della ferrovia Roma Nord, il secondo in piazza Saxa Rubra, proprio accanto all’ufficio anagrafico.

Continua così l’opera di abbattimento di queste strutture, il più delle volte fatiscenti, intrapresa dall’amministrazione del Municipio XV.

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Il via sulla Cassia

L’operazione ha preso il via a novembre del 2023 con la rimozione del chiosco di via Cassia 724, ripristinando le condizioni minime di decoro nello spicchio del quartiere Tomba di Nerone dove da decenni si trovava la struttura, abbandonata e utilizzata come dormitorio da alcuni senza tetto.

Pochi giorni dopo è stato il turno dell’ex edicola di Via Cassia 1694 a La Storta, nei pressi della scuola Tomassetti.

Il chiosco “fungo” di Ponte Milvio

Stessa sorte, a gennaio 2024, a quel chiosco di Ponte Milvio che giaceva in completo stato d’abbandono da sette anni. È stato trasferito a Largo Maresciallo Diaz, sul plateatico appositamente realizzato a seguito della messa in onda del PMO, piano di massima occupabilità di Ponte Milvio, varato dalla giunta penstallata nel 2017.

Breve la sua storia. Era spuntato come un fungo nella notte fra il 25 e il 26 ottobre del 2012 accanto allo storico chiosco di Dino Sensini, meglio noto come er Pistola. Per un po’ di tempo è servito a vendere ora scarpe, ora abbigliamento usato, ma è stato più il tempo trascorso con le serrande abbassate che quello con qualcosa in mostra.

Poi arriva il PMO. Nel 2017 il Municipio XV vara il Piano di Massima Occupabilità che prevede il ridimensionamento dello spazio pubblico occupato dai dehors e la delocalizzazione dei banchi degli ambulanti e del chiosco in questione. Ma lui non se ne va. E resta ben piantato sul marciapiede, a serrande abbassate, per i successivi sette anni. Fino al mattino del 22 gennaio 2024 quando viene rimosso.

Dalla scorsa estate è stato reinstallato in Largo Maresciallo Diaz ed è stato riconvertito in una rivendita di libri usati. Ampia l’offerta e simpatico il libraio.

E quello di Tor di Quinto

Ruspe al lavoro nella mattina di venerdì 22 novembre 2024. Su viale Tor di Quinto viene abbattuto il chiosco abbandonato dal almeno vent’anni prima dei quali c’era – almeno d’estate – uno dei migliori ‘cocomerai’ di zona.

Era posizionato in una enclave del marciapiede strategica, poco prima della rampa per l’Olimpica. Sempre pieno di clienti. Poi all’improvviso giù le serrande e mai più riaperto.

Prossimamente…

Prossimo chiosco dal destino segnato è quello tutto dipinto di bianco in Largo di Vigna Stelluti. L’ex fioraio per intendersi. L’attività è stata trasferita poco distante e il box è rimasto inutilizzato da anni. La sua prossima rimozione è certa.

Ignote invece le sorti delle diverse edicole chiuse negli ultimi tempi come quella all’inizio di via Orti della Farnesina o quella davanti a Parco Tassoni. E altre ancora nel territorio del XV. Figlie della crisi delle edicole conseguente alla crisi della stampa cartacea. Si calcola che a Roma chiudano 2-3 edicole al mese, solo nel 2023 ne sono sparite il 20%.

Chi paga queste rimozioni?

Abbiamo posto la domanda al presidente del XV Municipio, Daniele Torquati. Per ogni chiosco da rimuovere, ci ha spiegato, viene prima inoltrata una diffida ai proprietari invitandoli a effettuare l’operazione a loro cura e spese entro un determinato periodo di tempo.

Quando ciò non avviene – come i casi sopra citati – la rimozione viene disposta dal Municipio con “l’esecuzione in danno”; i costi sostenuti, cioè, saranno chiesti al proprietario. Una volta completato l’intervento gli stessi vengono notificati all’interessato; se non rimborsa quanto speso scatta la procedura per il recupero delle somme con messa a ruolo o ingiunzione fiscale.

E quanto tempo fra il dire e il fare? Quanto tempo intercorre fra l’individuazione del chiosco da rimuovere e l’arrivo della ruspa? La risposta del presidente è sintetica: più o meno un anno, questi purtroppo i tempi della burocrazia.

Claudio Cafasso

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4 COMMENTI

  1. Va bene la rimozione, ma la sporcizia del quartiere? Andate a vedere lo stato indecente di via Farnesina e via degli Orti della Farnesina! È un’indecenza!!!

  2. Questa notizia è senza dubbio molto gradita, ma mi piacerebbe sapere se si farà mai qualcosa per limitare l’espansione dei dehors di bar e ristoranti. Si sarebbero dovuti rimuovere una volta finita l’ emergenza covid e invece continuano ad allargarsi a vista d’occhio!!

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