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Fai-da-te, come realizzare un terrario in casa

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ArsMedica

Da qualche tempo stanno riscuotendo successo piccoli terrari realizzati all’interno di contenitori trasparenti in vetro o plastica, le cui forme ovviamente sono diverse; a volte si ricorre a vecchi bottiglioni o damigiane con il collo piuttosto grande. Volendo si può addirittura usare un acquario dismesso.

Un terrario  è un piccolo ambiente naturale con piante, sassi e altri elementi: un piacevole oggetto che può costituire anche un regalo. Qual è il segreto per la sua riuscita? Usare solo elementi naturali facilmente reperibili in un parco o in un bosco evitando elementi artificiali.

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Il terrario fatto in casa

Come procedere? La prima cosa da fare è decidere quale ambiente voler ricostruire: umido, secco, desertico…

Trovato quindi il contenitore che fa al caso nostro si inizia a riempirlo: se, per esempio, vogliamo ricostruire un ambiente desertico riempiremo il fondo con uno strato di sabbia (si acquista nei negozi di acquariologia) aggiungendo delle pietre o legni per acquario e piccole piante grasse (togliere soltanto il vasetto di plastica e inserire le radici con la terra nella sabbia).

Se invece vogliamo un terrario “verde” allora sul fondo metteremo uno strato di argilla espansa (non quelle rosa o viola) ricoprendola con alcuni centimetri di un substrato di frammenti di palma da cocco (un sacchetto con il quale si possono realizzare diversi terrari costa otto euro).

Il fondo dovrà essere un po’ mosso con piccoli rialzi; a questo punto si possono mettere le piantine e ricoprire con muschio e altri elementi: sassi, pietre, legni, ghiaia disponendoli nel modo più naturale possibile.

Se useremo come contenitore una vaschetta in vetro per i pesci potremo dotarla anche di una lampada per l’illuminazione (il tutto si trova a costi assai ridotti su qualsiasi piattaforma di vendite on-line).

Un terrario, a differenza di un acquario, è meno costoso e richiede pochissima manutenzione (è sufficiente annaffiare le piantine periodicamente); inoltre costituisce un simpatico elemento di arredo ma molto dipende dalla fantasia di chi lo realizza.

Durante una passeggiata in un bosco o in montagna potremo sempre raccogliere pietre, rametti, sabbia, pigne (il muschio no, non si può) per arricchire così il nostro terrario.

Come per gli acquari, i terrari (ma anche i “paludari” o “terracquari”) sono la ricostruzione di un piccolo “ecosistema” che vive e si sviluppa in continuazione anche se al suo interno non ci sono rettili o anfibi.

In ogni caso costituisce un qualcosa la cui osservazione da un grande senso di soddisfazione; guardare in casa propria uno spicchio di palude, deserto o foresta tropicale, racchiuso in una teca di vetro, è veramente piacevole.

Francesco Gargaglia

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