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Ponte Salario tra antichità e degrado

ponte salario
Galvanica Bruni

Chi si reca al Salario Center, il centro commerciale ubicato dove finisce il tratto urbano della Via Salaria, si ritrova tra la Torre Salario, una torre di epoca romana spogliata nel 1500 dei suoi preziosi marmi, e una folta vegetazione che segue il corso del fiume Aniene. Si tratta per lo più di alberi di Pioppo e Ailanto e di arbusti e rovi.

In questa area, molto sporca e degradata (non manca neppure il solito campo nomadi), se si scavalca la bassa ringhiera del Ponte Salario, ci si accorge di un cartello con una scritta fatta a mano che dice: “Ponte Salario con Arco Minore di epoca romana”. È sufficiente scendere pochi metri di terra umida e sporcizia per ritrovarsi, sotto il ponte moderno, di fronte ad un arco romano.

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Si tratta dei resti dell’antico ponte di origine etrusca su cui si dice transitarono le “Sabine” appena rapite. Il ponte nel corso dei secoli fu distrutto e ricostruito numerose volte, l’ultima nel 1867 dalle truppe pontificie per ostacolare i l’avanzata dei garibaldini.

Ricostruito nel 1930 conserva ancora due archi minori in blocchi di tufo di Fidene ed è un vero peccato che siano visibili solo in queste condizioni perché l’intera area è preda di un diffuso degrado.

Tornando alla luce si scopre, nei pressi della recinzione una tabella colorate relativa ad un “Progetto sport civico di UISP Roma” relativo all’anno 2023-2024. Abbiamo quindi contattato il presidente UISP di Roma, Simone Menichetti, che ci ha spiegato che il progetto finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri riguardava la sistemazione di un’area nei pressi della confluenza dell’Aniene con il Tevere e questo con il contributo di alcune associazioni ma soprattutto con l’aiuto di giovani sportivi. Il progetto aveva però la durata di un solo anno (2023-2024)

A questa area si può arrivare sia da Via Marciana che da un sentiero che corre lungo l’argine destro dell’Aniene (quello che costeggia la recinzione del Centro Commerciale). In realtà il sentiero si inoltra tra l’erba alta e una gran quantità di detriti e rifiuti e non risulta particolarmente piacevole per la trascuratezza dell’area e il fatto che la stessa sia in uno stato di forte degrado è un gran peccato non fosse altro perché non permette di osservare in maniera “decente” i beni archeologici presenti.
Ed è un ulteriore peccato che all’iniziativa della UISP non si sia affiancato un progetto del Comune o del competente municipio per sistemare proprio il sentiero che porta all’area di confluenza Aniene-Tevere.

Sebbene questa sia una zona di forte transito, proprio la presenza del Centro Commerciale, del Museo della Zecca e della pista ciclabile, dovrebbe essere di stimolo per sistemare tutta l’area facendone un ulteriore parco di affaccio sull’Aniene che oggi si presenta con le rive coperte dai di rifiuti.

Si tratta peraltro di un pessimo biglietto di visita per i tanti pellegrini che arriveranno a Roma per il Giubileo.

Francesco Gargaglia

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