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Una morte sospetta proietta un’ombra sinistra su una prima all’Opera di Roma. Con “Il bacio del calabrone” Giancarlo De Cataldo ha composto con maestria una trama affascinante, dal sapore classico e dal ritmo serrato.
Un mistero che ci porta a conoscere molto da vicino l’ambiente dell’alta moda internazionale. Non tutto è luce, nel luminoso mondo del lusso.
È la prima cosa di cui si rende conto il Pubblico Ministero Manrico Spinori quando viene chiamato a indagare sull’improvviso decesso di Tito Cannelli – titolare di una prestigiosa maison – avvenuto in una cornice quanto mai suggestiva: il laboratorio dei costumi del Teatro Costanzi di Roma.
Per puro caso Manrico, noto melomane, ha assistito al fatto. Nemmeno a lui è chiaro fin dall’inizio se si sia trattato di un incidente, di una fatale disgrazia o di un ingegnoso omicidio affidato a un «killer» esotico.
In compenso è subito evidente che, dietro l’apparenza scintillante delle sfilate, delle creazioni esclusive, dei costosissimi pezzi unici, si agita un microcosmo complesso dove non mancano sfruttamento, avidità, corruzione.
Guidato per mano da una seducente esperta del settore, e spalleggiato dalla sua impareggiabile squadra il magistrato scoprirà infine la verità, smascherando il lato ambiguo e crudele della bellezza.
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