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Giù il diaframma per collegare nuovo sottopasso piazza Pia

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(Adnkronos) – Un applauso ha salutato questa mattina l’abbattimento del diaframma che consentirà il collegamento tra il nuovo sottopasso di piazza Pia, opera simbolo del Giubileo, con quello già esistente di Lungotevere in Sassia.

Ad assistere allo sfondamento erano presenti il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, il presidente Regione Lazio, Francesco Rocca, il sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, l’assessore ai lavori Pubblici di Roma Capitale, Ornella Segnalini, il delegato del Papa al Giubileo Monsignor Rino Fisichella, il Responsabile Anas Struttura Territoriale Lazio, Marco Moladori.

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Salvini: ”Stiamo correndo, ingegneri italiani migliori al mondo’’ – ’’In questi mesi da ministro ho avuto la conferma che gli ingegneri italiani sono i migliori al mondo. Senza nessuno spirito nazionalistico trovo in giro per il mondo ingegneri italiani che fanno opere incredibili e finalmente le vedo anche qui: le opere per il Giubileo, le Olimpiadi invernali, la diga di Genova, il Mose, il Ponte sullo Stretto, l’Alta Velocità. Stiamo correndo per recupero qualche ritardo accumulato in passato, arriveremo in tempo sia per il Giubileo che per le Olimpiadi. Quello di oggi è un cantiere che molti guardavano con scetticismo solo un anno fa che ora entro Natale ospiterà romani e pellegrini con una piazza e una bellezza diversa’’.

Gualtieri: ‘‘Oggi luce in fondo al tunnel. Cantiere record, battuto anche ponte di Genova” – ‘‘’È un momento bellissimo. E’ un’opera complessa, sfidante, impegnativa, è stata una scommessa sul ‘sì e sul fare’, ovvero che si poteva fare in tempi così compressi un’opera così complessa, bella e difficile. Il fatto che oggi si sia rotto il diaframma e si congiunga il sotto via con la galleria già esistente è la luce in fondo al tunnel’’. Gualtieri ha sottolineato che si tratta ”di un cantiere record, abbiamo battuto anche il Ponte di Genova. Lo abbiamo aperto ad agosto e l’obiettivo è chiuderlo a dicembre. Molti cantieri li chiuderemo prima perché si sta lavorando di notte, ma sarà un anno difficile per la viabilità perché ci sono tante opere. La nostra missione è trasformare Roma e bisogna fare una terapia shock’’. Era già un ”cantiere difficile ma poi ci sono stati dei ritrovamenti, un regalo non un problema, ma noi siamo riusciti con una collaborazione straordinaria con il ministero, la Soprintendenza a valorizzare e recuperare questi reperti senza rallentare il cantiere: è stato l’intervento di archeologia d’emergenza più rapido di maggiore qualità e complessità che io conosca nella storia. In due settimane gestire dei reperti così importanti come la Fullonica e il portico di Caligola classificare comprendere e contestualizzare dimostra una conoscenza archeologia che non ha rivali. Ora andiamo avanti perché non ci dobbiamo rilassare, dobbiamo arrivare nei tempi previsti. Anche questo portico di età neroniana (il portico di Caligola ndr) già da domani sarà spostato e si lavorerà in parallelo sulla realizzazione sotto via e la meravigliosa piazza’’.

Rocca: ”Opere stanno rispettando i tempi” – “Siamo contenti che le opere del Giubileo stanno rispettando i tempi. Siamo presi e stiamo lavorando a rifare tutti i pronto soccorso interessati da questo flusso di pellegrini, sono 155 milioni di euro, i lavori termineranno per l’apertura del Giubileo e non ci sono ritardi segnalati. Anche per gli argini del Tevere, che è un’altra responsabilità della Regione Lazio. Per il Giubileo, come detto dal ministro e dal sindaco (Salvini e Gualtieri, ndr.) c’è una prova di grandissima responsabilità istituzionale e di collaborazione, l’obiettivo è uno e tutte le istituzioni stanno lavorando di pari passo e insieme”.

Anas: ”Entro dicembre inaugurazione nuova piazza Pia” – ’’Entro dicembre la dobbiamo inaugurare. Noi c’eravamo dati un’economia temporale che ci consentiva di chiudere entro dicembre. Ci sono stati piccoli slittamenti, entro fine anno dobbiamo completare assolutamente anche il progetto di superficie’’, ha detto Marco Moladori responsabile Anas Struttura Territoriale Lazio, Marco Moladori.

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Fonte ADN Kronos

6 COMMENTI

  1. A quanto so, perché mi è stato detto dalla Redazione di VCB che ringrazio, non si tratta di un nuovo progetto ma del completamento del progetto iniziale che prevedeva il proseguimento del sottopasso fino a Lungotevere in Sassia. Questo fu bloccato dal rinvenimento di reperti archeologici davanti a Castel Sant’Angelo, decisione presa dall’allora Giunta con Sindaco Francesco Rutelli. Oggi il Ministro della cultura ha sbloccato i lavori facendo di collocare i reperti in un’area archeologica che sarà realizzata all’interno del parco di Castel Sant’Angelo.

  2. Quello che balza agli occhi, a parte il Sindaco che parla semplicemente di “rallentamento dei lavori a causa del ritrovamento di reperti archeologici”, è che sia il Sindaco attuale sia quello presente all’epoca dei primi lavori appartengano a partiti totalmente diversi da quello dell’attuale Ministro della Cultura.

  3. Quanta inutile e stucchevole retorica da parte dei rappresentanti del “Primo e Secondo Stato” tutti presenti e schierati con le loro brave cinture paonazze o fasce tricolori a seconda se in rappresentanza del Primo o del secondo Stato.
    L’insostenibile leggerezza – meglio ancora, velocità – delle opere simbolo del Giubileo che renderanno Roma “più bella e più superba che pria” come declamava il Nerone petroliniano………leggerezza tutta sostenuta dalla povera “ignobile plebaglia” (sempre citazione petroliniana) rappresentata dalla cittadinanza romana che in questi mesi può pure crepare con lo slalom cui è condannata tra cantieri e cantierini.
    Senza dire dell’indiscutibile parere tecnico scientifico dello “stretto-pontiere” Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini il quale, dall’alto della sua scienza, sapientemente ci ricorda che gli ingegneri italiani sono i più bravi al mondo.
    E quale giudizio fu mai più competente e documentato?
    Tralasciamo gli altri cantieri (in verità a malincuore, per esempio quello della Metro C di Piazza Venezia), e soffermiamoci solamente su questa prestigiosa realizzazione di un vecchio – ma ugualmente folle – progetto (come giustamente notato dal Signor Venza).
    Anche questo realizzato da Anas, evidentemente causa della distrazione dello stesso Ente nei confronti dei pini del tratto di via Flaminia Nuova di sua competenza. Ma questo è un altro discorso.
    Ammettiamo l’indifferibile necessità di quel sottopasso e di quel raccordo, sosteniamo anche non esistere soluzioni alternative (sono mai state studiate? Da chi? Forse dallo stesso Matteo Salvini con l’elmetto da cantiere in testa?), ma non è possibile continuare a dimenticare che Roma è una città un po’ particolare e che con questo suo essere “particolare” dobbiamo saperci fare i conti.
    Che poi significa sostenere un discorso di cultura, è questa la vera sfida.
    Conosciuta la “vocazione archeologica” di questa città plurimillenaria la vera sfida, infatti, è sapere coniugare la città storica e archeologica con la città del XXI Secolo e le sue necessità infrastrutturali.
    Ma non con le idrofrese, così lo sanno fare tutti, anche gli altri ingegneri sparsi nel mondo pur sicuramente meno bravi di quelli italiani.
    Bensì con coraggio progettuale, con invenzione e fantasia, soprattutto con studio e cultura e capacità e desiderio di confrontarsi con i più avanzati esempi nel mondo e, finalmente, nel rispetto del significato valoriale del patrimonio culturale.
    Dunque con immensa modestia e volontà di ascoltare altre competenze, settoriali ma specifiche e fondamentali su alcuni temi.
    Oibò, si sono trovati dei resti archeologici….ma chi se lo poteva mai aspettare?…….in fin dei conti siamo solamente tra il Mausoleo di Adriano – oggi Castel Sant’Angelo – e il Colle Vaticano che, è sufficiente avere sfogliato qualche libro di storia romana, di cose sotto i suoi occhi ne ha viste, e di tutti i colori.
    Appunto, dicesi “territorio a vocazione archeologica” per intervenire sul quale la prassi consolidata vuole che venga praticata preliminarmente quella che è definita dalla letteratura mondiale “archeologia preventiva”. Fondamentalmente non invasiva, sviluppata mediante tecnologie, neanche più tanto innovative, per esempio di geofisica.
    Proprio qui risiede il “coraggio progettuale”, quello di cogliere la sfida: conoscere il territorio sul quale si deve intervenire, valutare l’importanza delle sue peculiarità e caratteristiche, materiali ed immateriali, e con queste sapersi misurare. Senza imbalzamarlo, piuttosto aggiungendogli valore con innovazioni urbanistiche e architettonice in grado di coniugare armonicamente l’antico con il nuovo.
    Così non è avvenuto a Piazza Pia (e non parliamo degli altri cantieri sopra ricordati).
    In quattro e quattr’otto, direi alla chetichella, senza alcun confronto interdisciplinare, si sono assunte decisioni irreversibili di una gravità immensa, sul piano della storia e della cultura.
    L’importante, come sempre, è il categorico “the show must go on”.
    Quindi via subito questi ingombri archeologici inutili e “non funzionali al sistema”.
    Il cantiere non deve essere ritardato nella sua tabella di marcia.
    Sarà sufficiente inventarci un pò di retorica-tanto-al-chilo e copriremo i nostri scempi come opere ineguagliabili.
    Gli imponenti reperti archeologici – la Fullonica e il Portico di Caligola, per citare i più rappresentativi – sono stati letteralmente “smontati” e riappariranno, solo nella loro forma,
    rimontati in modo completamente decontestualizzato, dunque non più nella sostanza della loro testimonianza storica.
    Basta questo per dire della profonda ignoranza, mancanza di cultura, e aggiungerei insopportabile arroganza (per avere agito al di sopra di qualsiasi necessario confronto con gli esperti sicuramente, ma anche con i cittadini), di chi assume le decisioni sul destino di questa città.
    Ancora occasioni perse, a fronte delle quali rimaniamo con una città sempre più invivibile, brutta, sporca, degradata.
    Evidentemente – persino ingenuo commentarlo – ben altre sono le logiche e i parametri di riferimento, tutti declinati in termini economicistici e mercantili.
    Ma con una visione corta e miope, la stessa che ha orrendamente omologato i centri storici delle nostre città con paccottiglie indescrivibili e di provenienze indecifrabili, con un food & beverage senza soluzione di continuità e di bassissima qualità, un B&B illimitato (aiuto aiuto!!!……presto chiudiamo la stalla quando i buoi sono scappati……!!!) e via cantando, da oggi felici sulle golf car che imperversano per i vicoli di Trastevere.
    Poi, meravigliati anche in questo caso, ci lamentiamo delle orde barbariche del cosiddetto “turismo culturale”. Ma se questa è l’offerta, che altro possiamo aspettarci.
    A Barcellona, i cittadini esasperati scendono in massa per le strade fronteggiando con le pistole ad acqua le masse, informi ed ingreggiate, di turisti.
    A Roma siamo protetti dalle sagge Amministrazioni, dal Vaticano, dal PNRR, dal fondi del Giubileo: li facciamo scappare presentandogli una città chiusa nelle lamiere ondulate di ferro dei cantieri, non visitabile, oscurata dalle gru, strozzata da un traffico intrappolato, senza taxi,…….
    E dietro tutto questa mare continuo di impalcature ci divertiamo a smontare le bellezze che troviamo, così un giorno non faremo neanche più capire come era disegnata e fatta questa città e perchè è diventata così. Un puzzle ormai indecifrabile nella sua perenne disconnessione.
    Si tratta di una semplice questione di cultura.
    Ma, come diceva Don Abbondio a proposito del coraggio, “…chi non ce l’ha, non se lo può dare….”.
    E noi, cittadini esausti, ci dobbiamo anche subire questa insopportabile retorica del nulla.
    Paolo Salonia
    Portavoce del Comitato Ponte Milvio

  4. Noi, cittadini esausti, che dobbiamo ancora una volta subire questa insopportabile retorica del nulla…continuiamo a considerare ogni cosa con uno sguardo…( anestetizzato) antiestetico ?
    Questo mio livore ti sembrerà tiepido. (dettato dalla bennota italica impotenza ) Pervadera’ anche i miei figli e i miei nipoti ? Mentre tu tenti di esprimere civilmente l’ ineffabile corruzione ?
    Apparteniamo ad una cultura che assimila il bello all’Argenteria ( spesso non vero argento ) che la piccola borghesia esponeva in casa ai miei tempi come un blasone.
    Vorrei farti sorridere Paolo, ma non saprei come fare. . .
    Una visione macabra la mia , del presente e del recente passato , una panoramica su quei consumisti che tutti noi siamo stati .
    Tale orrore era , al tempo della mia giovinezza, esordiente . Non aveva il potere pervasivo attuale : era robetta popolare.
    La vita e la morte , che erano state fino ad allora D’ORO E D’ARGENTO ,stavano diventando di plastica : non marcivano e non mutavano . Marciavano spedite futuristicamente…
    Hanno consentito tutto questo.
    L’efficentismo sembra essere oggi il peggior nemico del senso . Intendo : ci domandiamo prima di tutto che senso ha ciò che si fa ?

  5. Ministero della Cultura…ho ricordi che mi fanno rabbrividire, non miei ma trasmessomi “vivi” dai miei genitori.

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