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Ecatombe di pini, De Profundis in via Flaminia

taglio-pini
immagine di repertorio
Galvanica Bruni

Come era facilmente prevedibile, siamo arrivati all’epilogo della storia. E non poteva essere diversamente: date le premesse, lo sviluppo e l’aggravamento, ne è conseguita la prevista e prevedibile morte. Venerdì 12 e sabato 13 luglio è iniziato il macabro rito del taglio dei pini seccati che fiancheggiavano il tratto di via Flaminia tra Corso Francia e il Centro Euclide, tratto, come noto, di competenza Anas.

A scrivere ciò in una lettera al nostro direttore è Paolo Salonia, questa volta non nelle vesti di portavoce del Comitato “Abitare Ponte Milvio” ma in quelle del semplice cittadino residente sulla Flaminia e già protagonista di una battaglia con esito positivo, e condotta a sua cura e spese, per salvare i 530 pini di Saxa Rubra.

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Aggiungendosi alle centinaia e centinaia già stroncati nella capitale, questa cinquantina di pini – continua Salonia – sono rimasti annientati, uccisi non tanto dalla cosiddetta cocciniglia tartaruga, quanto piuttosto dalla “distrazione” delle Amministrazioni, dei loro politici, tecnici e funzionari.

Una “distrazione” iniziata tre anni fa

Questi bellissimi pini avevano infatti iniziato a manifestare i segni dell’attacco del parassita già da almeno tre anni e a nulla sono valsi gli appelli, le denunce, gli allarmi lanciati da più parti, anche dal sottoscritto, in diverse occasioni e con un ampio ventaglio di destinatari.

Il 9 febbraio 2024 è intervenuta nuovamente anche la sezione di Roma di Italia Nostra rivolgendosi ad Anas come Ente responsabile di quel tratto di via Flaminia. La risposta, datata marzo, raccontava che erano “…stati effettuati trattamenti endoterapici a contrasto della Cocciniglia Tartaruga...”

Una risposta tardiva e inutile – afferma Salonia – considerando che a marzo 2024 quei pini erano già sostanzialmente seccati tutti. Inoltre, nessuna pianta presentava gli inequivocabili segni che un eventuale trattamento avrebbe lasciato sul loro tronco nel caso fosse stato realmente eseguito (i classici forellini equi distanziati). Questi segni, piuttosto, compariranno tempo dopo e solamente su alcuni alberi, comunque, come scritto, evidentemente a danno ormai consolidato. Del resto, i pochissimi superstiti presentano da tempo in chioma i vistosissimi malanni dovuti all’attacco della cocciniglia tartaruga.

So di cosa parlo – incalza Salonia – essendomi fatto carico in prima persona per due volte (nel 2021 e nel 2023), col supporto di due iniziative di crowdfunding da me stesso promosse, del trattamento endoterapico su 530 pini in zona Saxa Rubra a ridosso del Parco di Veio, salvandoli tutti e 530. Basta intervenire con le giuste tempistiche con le risorse economiche necessarie. E i cittadini lo hanno immediatamente fatto di tasca loro.

“Dunque, due le ipotesi…”

Dunque, oggi non vi è molto da immaginare: anche ammettendo che quanto dichiarato nella nota di risposta di Anas corrisponda a verità – e non vi è motivo per non crederlo – allora si possono dare solamente due casi.

Nella prima ipotesi, Anas si è mossa con ritardo, quando ormai non c’era più niente da fare. Nella seconda, Anas si è fidata di ditte che non hanno eseguito a regola d’arte l’incarico ricevuto, o non ha adeguatamente controllato l’esecuzione dei lavori. In entrambi i casi sono state malamente impiegate le risorse pubbliche.

E a proposito di “risorse pubbliche”, va inoltre sottolineato che quanto sta avvenendo in questi giorni in quel tratto di via Flaminia rappresenta ulteriore grave danno erariale. E’ infatti risaputo che è molto più elevato il costo del taglio e dello speciale smaltimento per i pini morti infestati dal parassita rispetto a quello della cura.

Poche ma lecite domande

E diventa legittimo a questo punto chiedersi: saranno rispettati i protocolli per il taglio e lo smaltimento obbligatori per legge? E chi controlla questi lavori ? E chi li paga? Sarà pur lecito chiederlo. E i soggetti preposti a dare una risposta sono pure tanti: oltre ad Anas basta leggere l’elenco dei destinatari della nota.

Sono tanti e importanti, conoscono sicuramente a menadito leggi, norme e e regolamenti (per esempio la Legge 42/2004 o il Regolamento del Verde e del Paesaggio del Comune di Roma).

Chissà se almeno uno, o tutti insieme o ciascuno per la propria parte, si degnerà di rispondere pubblicamente a un semplice cittadino o se, come cantava Bob Dylan, “the answer is blowin’ in the wind“. Grazie.
Paolo Salonia

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