Home ATTUALITÀ Addio “gatta morta” alla Farnesina. È morta davvero

Addio “gatta morta” alla Farnesina. È morta davvero

gatta morta prima dopo
Galvanica Bruni

What’s new Pussycat? cantava Tom Jones. Cosa c’è di nuovo, gattina? Di nuovo c’è che, anche volendo, quella gatta non potrà più rispondere.

Perché non c’è più. La “gatta morta” è morta davvero. Coperta da un murale opera di un gruppo di studenti dell’Accademia delle Belle Arti.

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Andiamo con ordine. C’era una volta una gatta…

Da almeno dieci anni, una lunga scritta presente  in via della Farnesina, sotto il ponte dell’Olimpica, così recitava: “in ogni gatta morta c’è una zoccola viva”. Il graffito era diventato un’icona, per alcuni un po’ misogina e irriverente, per altri una canagliata, ma divertente.

Ma tant’è, stava lì da anni ed era diventato un tutt’uno col contesto urbano. E nessuno, o quasi, se ne lamentava anche se la seconda parte della frase, quand’anche ironicamente irriverente, non fosse proprio un bel complimento nei riguardi del mondo femminile.

Ecco quindi che arriva un progetto

Un gruppo di studenti dell’Accademia delle Belle Arti di via Ripetta, sotto la direzione artistica di Mauro Pallotta, in arte MAUPAL (artista famoso anche per i suoi murales di papa Bergoglio dipinti sulle pareti del quartiere Borgo) realizza un progetto e lo propone a Tatiana Marchisio, assessore alla Cultura del Municipio XV, che lo accetta.

L’intera parete doveva diventare un enorme murale con al centro la scritta della gatta morta; sarebbe stato il concept dell’opera pittorica a ribaltarne, positivizzandolo, il significato. E così, martedì 24 giugno prendono il via i lavori.

Mezze voci e mormorii

Mezze voci e mormorii hanno un ruolo importante in questa vicenda perché l’ostilità del quartiere verso la scritta – ostilità rimasta per un decennio a livello di silenzio/assenso – emerge nello spazio d’un mattino.

Prima coi mormorii, poi con le mezze voci, poi a voce alta, chi passa in quelle ore si ribella al fatto che la scritta venga salvaguardata. “Levatela” è il leitmotiv.

addio gatta mortaApriti cielo. Maupal e i ragazzi dell’Accademia ricorrono al piano B: un progetto lievemente diverso e senza la scritta. Ciaone gatta morta, dicono alcuni. Addio pussycat dicono i nostalgici della scritta (e di Tom Jones).

Un murale tutto al femminile

Prende corpo così un murale inno alla donna, inaugurato oggi alla presenza dei giovani autori, di Maupal, del presidente del Municipio XV Daniele Torquati, di alcuni assessori e consiglieri municipali e qualche decina di cittadini.

Un murale dalle linee semplici e dal significato intrinseco su quanto le donne debbano ancora soffrire nella società moderna.

C’è una figura oggetto di body shaming, con uomini che danno il voto sul suo fisico; c’è una figura che ricorda la Venere del Botticelli, ma con decine di occhi maschili che la scrutano le spalle con occhi penetranti. C’è infine la donna trafitta da frecce, un San Sebastiano in versione femminile, simbolo di tutte le donne oggetto di violenza.

Torquati: “Il potere dell’arte e dei giovani”

“La scritta diventata ormai storica e famosa in tutta Roma, da oggi non c’è più – ha commentato a margine dell’evento Daniele Torquati. – In molti trovavano quella frase goliardica e capace di suscitare un sorriso. Un’offesa che attraverso i sorrisi era entrata a far parte del senso comune”.

“Al suo posto oggi c’è il grande murale degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Roma che guidati dall’artista Maupal hanno reso omaggio alle donne con un’opera opposta alla scritta. Questo è il potere dell’arte e dei giovani, – conclude Torquati (qui in una foto di gruppo) – saper trasformare e migliorare gli spazi urbani”.

Vox populi…

Fra le tante segnalazioni ricevute via mail dalla nostra Redazione ne citiamo due, le più significative.

Leda ci ha scritto: “vi ho sempre scritto per lamentare qualche criticità del nostro quartiere. Mi fa piacere, oggi sottolineare come un gruppo di giovani allievi dell’Accademia d’Arte abbia creato un bellissimo murales sul muro sotto il cavalcavia, dove fino a qualche giorno fa i campeggiavano le peggiori scritte. A testimonianza che ci sono anche iniziative atte a valorizzare il nostro territorio”.

E poi Roberta: “ho visto in questi giorni un gruppo di volenterose ragazze in azione per ridipingere il sottopasso del cavalcavia della tangenziale. Stanno dipingendo un bel murale di figure femminili fondamentali dove per anni ha trionfato la scritta “Dentro una gatta morta c’è una zoccola viva” ….spiritosa forse ma mica tanto… evviva le ragazze!”

Quanto durerà?

Un appello dei cittadini, delle istituzioni, della nostra Redazione ai graffitari di ogni specie, arte e corrente: di fronte al murale c’è un’intera parete tutta ‘ignuda’. Se proprio, ma se proprio non ce la fate a resistere, usate quella e lasciateci intonso il murale. Grazie.

Claudio Cafasso

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 COMMENTI

  1. ma impegnarsi per qualcosa di più serio invece di queste inutili e sterili passerelle ?
    dipingere un murales che tra qualche giorno verrà sicuramente “scarabocchiato” che messaggio è ?
    a tutti , dipingete pure sulle mura di Roma , una tavolozza a cielo aperto per graffitari di tutti i gusti !

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