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    D.Petraeus-A.Roberts: L’arte della guerra contemporanea

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    Galvanica Bruni

    “L’arte della guerra” è un famosissimo testo del V secolo a.C. scritto dal filosofo-guerriero Sun Tzu e che ha ispirato nel tempo strateghi, generali e politici e ancora oggi rappresenta uno dei più importanti trattati di strategia militare.

    A riprendere il titolo di questo celebre testo sono lo storico Andrew Roberts e il Gen. David Petraeus che hanno scritto un interessante libro: “L’arte della guerra contemporanea” (Ed. UTET, 650 pag., 34 Euro).

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    Si tratta di un corposo volume che prende in esame i conflitti che ci sono stati sul nostro pianeta dal 1945 ad oggi, li analizza, ne mette in luce gli errori evidenziando come la guerra nel tempo sia cambiata.

    Nonostante le due tragiche guerre mondiali che qualcosa agli uomini avrebbero dovuto insegnare, in questi ultimi 80 anni ci sono stati quasi 400 conflitti che hanno provocato la strabiliante cifra di 50 milioni di morti. A cambiare è stata solo la modalità di combattere la guerra.

    David Petraeus è stato uno dei più brillanti e preparati generali USA del XXI secolo (è stato il Comandante supremo delle truppe USA in Iraq) ed è uno dei maggiori esperti nella condotta della “guerra insurrezionale”.

    Insieme allo storico Andrew Roberts ha preso in esame i maggiori conflitti che ci sono stati a partire dal 1945 analizzandoli da un punto di vista strettamente strategico ed evidenziando le differenze più importanti con le guerre del passato mettendo nel contempo in luce gli errori strategici commessi sia da politici che dagli staff militari.

    Secondo Petraeus, che è stato l’artefice della vittoria nella città di Fallujia e della pacificazione dell’Iraq post-Saddam, la strategia per avere successo deve essere articolata in quattro funzioni: formulare l’esatto approccio strategico (ovvero avere “l’idea giusta”), comunicare “l’idea” in modo corretto ai subordinati, sovraintendere alla realizzazione di quell’idea e infine modificare, adeguare e potenziare l’idea in modo da riapplicare  in continuazione le quattro funzioni.

    Dalle guerre di decolonizzazione alle guerre del Sinai, Vietnam, Afghanistan, Iraq, Ucraina, non sempre gli strateghi si sono attenuti a questi principi provocando così sconfitte o comunque gravissime ripercussioni sull’andamento della guerra.

    “L’arte della guerra contemporanea” è uno straordinario e documentatissimo libro, ben scritto e oltremodo interessante che piacerà molto agli appassionati di storia militare.

    Nonostante il testo sia equilibrato ovviamente gli autori hanno avuto “la mano leggera” nel trattare i conflitti combattuti dagli USA (in sostanza, direttamente o per procura, quasi tutti) giustificando o sorvolando su alcuni aspetti gravi e importanti come ad esempio l’Operazione Phoenix (l’assassinio di 80,000 civili vietnamiti da parte delle forze speciali), la questione dei “Pentagon papers” (il documento tenuto nascosto dove si affermava che gli USA non potevano vincere la guerra in Vietnam), l’invasione dell’Iraq per distruggere gli arsenali di armi di distruzione di massa (che in realtà tutti sapevano non esserci).

    Francesco Gargaglia  

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