“Lasciare Forza Italia è stata una scelta non facile, soprattutto per le tante battaglie fatte in questi anni, ma necessaria, per dare un contributo fattivo al processo di rinnovamento della politica e della coalizione di centrodestra.”
Così scriveva nell’ottobre del 2020 il consigliere del XV Municipio Giuseppe Mocci annunciando il suo addio a Forza Italia con contestuale passaggio alla Lega.
Fu un fatto eclatante ma naturale conseguenza di quanto era avvenuto il mese prima quando Giuseppe Cangemi, esponente di destra nel Lazio già in quota Forza Italia e sulla cui scia politica da sempre si muove Mocci, aveva annunciato di essersi messo alle spalle il partito di Berlusconi per entrare in quello di Salvini.
(Ri)cambio di bandiera
Ma il lungo sodalizio con la Lega, durato quattro anni, è finito. E così, mentre questa mattina il vicepremier e leader di FI Antonio Tajani annunciava il rientro in Forza Italia di Pino Cangemi, quasi contestualmente si veniva a sapere che anche nel Municipio XV Giuseppe Mocci non cambiava di banco ma di bandiera, rientrando nei ranghi forzisti.
A darne notizia Stefano Peschiaroli, capogruppo FI in XV, annunciando: “Giuseppe Mocci, consigliere del Municipio XV, torna oggi nella grande famiglia di Forza Italia. Uomo di territorio e con grande esperienza amministrativa. Continueremo a difendere insieme gli interessi dei cittadini. A nome di tutto il coordinamento di Forza Italia Municipio XV, bentornato Giuseppe!”.
Azzerato il Gruppo
Con l’abbandono di Mocci, il gruppo consiliare Lega esce di scena dal Consiglio del XV non avendo più rappresentanti.
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I Nani e le Ballerine della prima Repubblica si stagliano
all’orizzonte come Ciclopi.
Questi emuli di Arturo Brachetti, invece…..trovate voi gli appellativi.
Ma la colpa non è loro………
Intende dire che è nostra, che continuiamo a votarli?
Non ritengo che la cosa sia così sorprendente. Mi pare che Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia appartengano allo stesso schieramento politico e ideologico. Quindi non suscita alcuno scandalo fare scelte nell’ambito dello stesso schieramento, dipende invece dalle diverse opportunità che si prospettano che portano ad una scelta più che lecita.
Se cambi bandiera sarebbe corretto dimettersi per poi ripresentarsi con il nuovo partito. Ma la correttezza non è evidentemente insita nei nostri politici.