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    Roma ‘buzzicona’, di domenica dà il meglio di sé

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    Galvanica Bruni

    Domenica 5 maggio, niente di meglio dopo giorni e giorni di fastidiosa pioggia che approfittare di un bel pomeriggio di sole per fare una lunga passeggiata nel cuore di Roma. Il centro storico della città eterna è sempre bello e offre al visitatore grandi bellezze in quantità.

    Piazza Navona, il “ghetto” con il Teatro di Marcello, il Pantheon, Piazza Venezia e Largo Argentina, Via del Corso…le strade affollate, i turisti che fanno la fila fuori delle gelaterie o dei caffè, il sole nelle piazze e l’oscurità dei vicoli che serpeggiano come arterie nel cuore della città.

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    Tutto bello, se non fosse che…quella sensazione di camminare sul morbido non è dovuta all’estasi della città ma a soffice tappeto di sporcizia presente in ogni strada: mozziconi e pacchetti vuoti di sigarette, tappi di bottigliette di plastica, lattine di Coca-cola, scontrini, tovagliolini e fazzoletti.  D’altra parte, che fare, mica ti puoi mettere in saccoccia tutta quella roba: rarissimi i cestini per i rifiuti e quei pochi che ci sono tracimano bottiglie e avanzi di cibo.  Puoi entrare in un bar e facendo finta di niente svuotare le tasche e lo zainetto, ma anche qui i cestini sono pieni.

    Tanti i turisti stravaccati sulle seggiole dei bar all’aperto per sorbire una bibita o un gelato; la facciamo anche noi e a servirci è un cameriere slavo dai modi bruschi che quasi ci lancia bottiglie e bicchieri sul tavolino.

    Meglio passeggiare. Sui vicoli, scomparse le botteghe artigiane, affacciano microscopici esercizi commerciali che vendono paccottiglia o pizzerie “al taglio” con pizzettai egiziani o pakistani, o forse anche del Myamar.

    Il caldo e il sole invitano tutti a togliere una buona parte di vestiti e cosi è un trionfo di arti bianchi e piedi nudi, la discrezione non sembra far parte di questo anticipo di estate romana. Il prototipo del “turista cafone” è un ragazzone biondo vestito (si fa per dire) in modo bizzarro: canotta bianca, calzoncini neri aderenti, un paio di calze da donna a bande bianche e nere dalla caviglia al ginocchio, sandali di plastica, mettendo in mostra ampi settori di epidermide foruncolosa.

    Gruppi di turisti chiassosi scorrazzano in bici sui marciapiedi, qualcuno si lancia una palla o un freesby e altri, al suono di una chitarra, si scalmanano in Piazza della Minerva a pochi passi dal Pantheon.

    Un paio di agenti della Polizia Locale sorvegliano la caotica piazza dove in cielo volano strani oggetti colorati che si alzano dai banchetti dei vu-cumprà: c’è anche chi spiaccica su minuscoli tavolini una strana sostanza colorata che dopo l’impatto si ritira ad un ammasso gelatinoso…che sia l’ultima moda?

    Decidiamo un po’ depressi di battere in ritirata per incappare poco dopo e a qualche chilometro dal centro storico nel popolo del calcio, caotico e colorato come il “turista de Roma”; decine di centinaia di tifosi occupano il lungotevere chiacchierando, mangiando pizza con la mortadella, tracannando Coca e sventolando bandiere colorate mentre una fila di automobili al cui interno schiumano di rabbia i conducenti con famigliola e cane al seguito, attende pazientemente il via libera.

    La Roma ‘buzzicona’, tante volte descritta da Alberto Sordi, la domenica dà il meglio di sé.

    Francesco Gargaglia

     

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