Home ATTUALITÀ Vigna Clara, vita e peripezie di un artigiano nato povero

Vigna Clara, vita e peripezie di un artigiano nato povero

ArsBiomedica

Non mi era mai capitato di fare la recensione di un’opera d’arte. E non credo che sia capitato a molti. Già, perché Dino Duca, l’orafo orologiaio di cui forse qualche nostro lettore ricorderà l’intervista tra i pionieri del ‘Far Nord, non ha scritto un libro, ha cesellato un gioiello.

Lui dice che non vuole elogi ma solo critiche, perché solo le critiche aiutano a crescere. Ebbene, una gliela facciamo subito.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

Il titolo è sbagliato: Vita e peripezie di un artigiano. Errore. Lui, checché ne dica, è un artista. Lo è pure quando si mette a scrivere la sua biografia. Tutta scritta a mano e piena di fotografie, di cui evidentemente ama fare collezione.

Si scusa alla fine di qualche errore di grammatica e di sintassi, si scusa per la calligrafia non sempre ‘Kalli’, ma il risultato è quello che conta. Un libro che più suo di così non poteva essere. Cinquanta copie già regalate agli amici.

Comincia con la raffigurazione di tutti i problemi fisici che ha avuto. E non sono pochi. Ma mica li racconta. No. Ha fatto lo schizzo di una figura umana e ha segnato tutti i punti dove i medici sono dovuti intervenire, in rosso quelli che rappresentano i mali più gravi.

E poi c’è tutta la sua vita. Dalla prima enterocolite a un anno. E poi dalla straordinaria avventura del negozio a Vigna Clara, quando intorno non c’era praticamente nulla. I successi professionali, i pubblici riconoscimenti, anche internazionali, gli amici e colleghi pionieri della prima Vigna Clara, i fallimenti e le gioie famigliari, i 55 anni di tennis che ricorda ancora con uno strano sorriso.

Forse perché non è proprio normale che un omone con una gamba e mezza, come dice lui, diventi un animatore di circoli sportivi – cinque – inventando, giocando, e spesso anche vincendo tornei di tennis e gare di ballo.

libro di Dino DucaE le peripezie, come dice il titolo. Quattro cause. Tutte vinte, recita il sottotitolo del capitolo. Due rapine, più da Far West che da Far Nord. E le due o tre volte che ci stava per lasciare le penne, se non fosse intervenuto il suo amico di sempre, Toni. La statuetta di Sant’Antonio sempre accanto a sé.

E i viaggi, tanti, in quasi tutti i continenti, con la famiglia e con gli amici, che considera come il tesoro più importante che gli ha riservato la sua lunga e proficua vita.

Ma sempre e comunque, sopra a tutto, il suo lavoro. Il suo doppio lavoro di orafo e orologiaio svolto costantemente con competenza e con artistica, non artigiana, creatività.

E, infine, una cosa è certa, con la sua Duca Srl, e i suoi 18 dipendenti, ai figli non lascerà un negozio – tra altri novant’anni – ma un’impresa. E ora anche un prezioso, preziosissimo album di ricordi.

Michele Chialvo

Dino Duca e Vigna Clara, un matrimonio più che longevo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome