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La carota di Sinner e la buona tavola

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Duca Gioielli

Jannik Sinner, che coi suoi modi gentili contrapposti alla forza del suo tennis fa restare incollati gli italiani davanti la tv, regala il “la” per ragionare su caratteristiche umane legate al cibo.

Lo spunto è offerto dall’osservare i tifosi dell’altoatesino presentarsi sugli spalti col cappellino-carota in testa, chiaro il richiamo al colore dei capelli dell’aspirante numero uno del tennis mondiale.

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Da qui a riscontrare paragoni con gli alimenti il passo è davvero breve: gli occhi a mandorla, il naso a patata, i denti da latte… ecco… giusto la bocca s’allontana dalla tavola, specie quando quella bocca straparla (“bocca de ciavatta”) o appare delicata (“boccuccia de rosa”).

Sempre per la parte alta del corpo… lo studente svogliato non è una zucca? E come non sottolineare quel contorno degli occhi simile alle zampe di gallina? E ancora… il naso a melanzana, gli occhi a pesce lesso di chi s’infatua, il fisico “a pera”.

Scivolando verso il basso – e lo scriviamo solo per completezza d’informazione – certi seni sono “come due meloni”, se non “come due cocomeri”; o, per chi ha gusti raffinati, “a coppa di champagne”.

C’è poi la pancia a ciambella, che nessuno vorrebbe avere; ci sono le “cosce come due prosciutti” e i piedi a banana, terminologia utilizzata specie quando qualcuno vorrebbe dar due calci a un pallone, ovviamente senza esser campione; le dita a salsicciotto, la testa a uovo e l’odiatissima dalle donne “pelle a buccia d’arancia”.

E ancora, classica frase d’una romanità spicciola e diretta, l’espressione “pari un supplì senza braccia” amabilmente dedicata a chi è in sovrappeso. E che dire di chi mostra il muscolo dell’avambraccio? Non sta facendo vedere “la pagnotta”?

Chiusura sul fondoschiena, volutamente tralasciato insieme alle parti intime per evitare il richiamo ad albicocche, pesche e, fragoline e cetrioli…

Moremassi

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