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    Cura e rispetto, se ne sente la mancanza…

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    Galvanica Bruni

    Caro direttore, mi permetti uno sfogo? Vigna Clara e Santa Marinella hanno molte cose in comune. E un giorno mi divertirò a scrivere anche di questo.

    Ma quella cui faccio riferimento adesso è che molti Vignaclarini sono anche Santamarinellari, oltre al nostro Direttore e al sottoscritto. Un piccolo gruppo ne ho incontrato qualche giorno fa davanti al sagrato della nostra parrocchia.

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    E quindi molti dei nostri lettori, soprattutto quelli non più giovanissimi, ricorderanno bene quando, negli anni ’60, Santa Marinella quasi quasi faceva concorrenza a San Remo nella produzione di fiori. E la Festa dei Fiori era un avvenimento importante della primavera santamarinellese, che portava nella Perla del Tirreno un gran bel po’ di gente.

    Poi un piano urbanistico scellerato mise fine a tutto consentendo ai coltivatori delle colonìe – con l’accento sulla i- di farsi ricchi senza faticare vendendo i terreni ai palazzinari romani. E oggi se ne vede lo scempio proprio intorno a Via delle Colonìe – con l’accento sulla i.

    Ebbene, qualche anno fa collaboravo con la rubrica Agri3 del TG3 e proposi al caporedattore di andare a vedere che fine avessero fatto i fiori di Santa Marinella. Fu così che conobbi una professoressa, figlia di una delle famiglie di fiorai più importanti dell’epoca d’oro che mi disse qualcosa che da allora mi è rimasta impressa. La cosa più importante che aveva imparato dalla famiglia e dai fiori era la ‘cura’.

    I fiori ne hanno bisogno. Senza, non si producono, non si recidono, non si impacchettano e non si vendono. La ‘cura’. Vivendo con i fiori se ne capisce l’importanza. E lei cercava disperatamente di insegnarla ai suoi alunni, ma con pochi risultati, diceva, perché non aveva i fiori ad aiutarla.

    Che bella parola… La cura. Quanti significati, quante sfumature, ma tutti e tutte sanno di qualcosa che fa bene.

    Ma avere cura si usa fondamentalmente nei confronti delle cose. Si usa anche per le persone ma allora presuppone che la cura intervenga per un malessere, per una vecchiaia, per una disabilità.

    No. La parola che, per le persone, si intona meglio con la cura delle cose è il ‘rispetto’. Rispetto. Un’altra parola, forse ancora più importante, con diversi significati, diverse accezioni, ognuna con varie sfumature. Ma anche in questo caso, sempre, sempre, con un alone di positività.

    Cura e rispetto. Rispetto e cura. Sono solo io a sentirne la mancanza?

    Michele Chialvo

     

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