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Vittorio D’Amico non c’è più, e Labaro lo piange

lutto
Galvanica Bruni

Labaro è il posto più bello del mondo, ci sono nato, ci sono cresciuto, ci sono gli amici. Poi è vicino Roma, puoi arrivare in centro sia con la macchina che col trenino; il raccordo anulare ti porta in qualunque direzione tu debba andare. C’è la pianura, la cosiddetta piana, o la collina. Qui si sta benissimo, vicino a Roma, ma allo stesso tempo in campagna, da qui per esempio si vede San Pietro e la sua la cupola”.

Parole di Vittorio D’Amico, quando VignaClaraBlog.it lo intervistò in occasione dell’uscita del suo libro dal titolo “Prima Porta Labaro e Grottarossa. Storia, immagini e attualità”, un testo e tantissime immagini dal sapore di memorie da non dimenticare, un viaggio, più che un libro, a ritroso nel territorio, un percorso di identificazione comunitaria.

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Oggi Vittorio D’Amico non c’è più, e Labaro lo piange. È salito in cielo a 85 anni portando con se tutta la sua curiosità e l’amore per il quartiere, quello che lo ha spinto continuamente a ricercarne le origini, a scriverne la storia, a enfatizzarlo con chiunque ne parlasse.

Sempre in quell’intervista, parlando del suo impegno nella comunità locale, ci disse: “per scrivere il libro ho visitato anche i posti più nascosti, anzi sono partito da questi…è stato bello scoprire zone nuove, case e persone mai conosciute, rinnovare i contatti con persone che conoscevo già o creando nuovi rapporti con chi non conoscevo… la cosa più importante è che ho trovato tante persone e famiglie per bene, modeste, semplici, alla mano. Mentre prima conoscevo tanta gente più negativa, con questa esperienza ho avuto la sensazione che nascoste, che non si vedono, ci siano tante persone positive… L’esperienza più bella è stata questa: aver incontrato tutta questa brava gente che mi ha ascoltato o che mi ha raccontato qualcosa…”.

In queste ore la comunità di Labaro si stringe commossa al dolore della famiglia di Vittorio D’Amico e lo ricorda riconoscente per quanto ha fatto per testimoniare queste terre e per i suoi abitanti.

A Vincenzo Pira, sociologo antropologo che vive a Labaro da oltre trent’anni, abbiamo chiesto un  ricordo di Vittorio.

“Mesi fa c’eravamo incontrati per avere una sua testimonianza su un documentario che volevamo girare sulla storia e sulle storie del nostro quartiere. Ci ha lasciato i suoi ricordi nei libri che abbiamo avuto la fortuna di leggere, nei suoi racconti di vita personale e familiare che vogliamo ricordare come fondamenta per la costruzione del futuro del nostro quartiere.

Nel 1939, quando è nato nella Valchetta, a Labaro vivevano 500 persone; oggi oltre 20.000 e i suoi racconti ci fanno rivivere le origini, la crescita e l’emancipazione del nostro quartiere.  Rivedo la sequenza di foto aeree dal 1943 al 2007 da lui pubblicate ne libro “Prima Porta Labaro e Grottarossa: Storia, immagini e attualità” in cui si vede la crescita fisica di una borgata non riconosciuta formalmente e che rivendicava riconoscimento e diritti. La povertà iniziale quando pastorello accudiva il piccolo gregge e iniziava a conoscere il mondo nella scuoletta locale.

Per anni Vittorio ha raccolto materiali, foto, trascritto ricordi e ha sentito l’esigenza di condividerli per educare le nuove generazioni sull’importanza del non dimenticare le proprie radici; familiari e culturali.
Vittorio ci manchi tanto e ti ricordiamo con le parole di un grande poeta: “Con le ali dell’amore sei volato oltre le mura, perché non si possono mettere limiti all’amore e ciò che amor vuole, amor osa”. Riposa in pace.

Claudio Cafasso

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3 COMMENTI

  1. Le testimonianze belle , le persone straordinarie come Vittorio con tutto il loro passato sono un grande patrimonio culturale e umano per tutti noi. Grazie ❤️

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