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Aldo Moro, a Vigna Clara sabato 16 una Messa giovedì 21 un dibattito

don gianni parrocchia-santa-chiara
Galvanica Bruni

Che Aldo Moro fosse un assiduo frequentatore di Santa Chiara noi vignaclarini differentemente giovani ce lo ricordiamo bene. I nostri lettori ricorderanno pure quello che raccontava Tonino, lo storico benzinaio di piazza Giochi, che la mattina, quando finiva la messa delle 9, se ne andava a sentire Moro che si intratteneva con i suoi studenti in attesa sul sagrato della chiesa.

D’altra parte, è anche cosa nota che nei primi piani delle BR il rapimento sarebbe dovuto avvenire proprio nella parrocchia di Vigna Clara.

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Ricordare, quindi Moro oggi, 16 marzo, con una messa alle 19 a Santa Chiara, il giorno dell’anniversario del suo rapimento, diciamo che appare assolutamente naturale. Ma noi abbiamo voluto chiedere al parroco, don Andrea Manto, di raccontarci qualcosa in più sulle sue motivazioni personali.

Sono molti anni che ricordo Moro anche in altri contesti, diversi da Vigna Clara, ma mi è sembrato doveroso, già l’anno scorso, ricordarlo nella chiesa che lui frequentava quasi tutte le mattine. Quello che però vorremmo sottolineare non è tanto il ricordo di un passato, tragico sia per la morte dei cinque uomini della scorta e poi dello stesso Moro, sia perché non fu una pagina particolarmente bella per la storia delle nostre istituzioni repubblicane. Quanto perché mantenere viva la memoria di quello che è successo ci ricorda che c’è una lezione politica di Moro, basata sull’inclusione, sulla capacità di discernere i segni dei tempi, avere una visione del futuro, un disegno politico importante… soprattutto sulla responsabilità di vivere fino in fondo il proprio tempo, dove ci sono sempre delle opportunità da cogliere. Anche nell’oggi con la crisi delle istituzioni nazionali e sovranazionali, ci sono comunque risorse… nel popolo, nella classe politica… risorse che si possono cogliere per fare meglio e guardare al futuro con speranza”.

A volte, magari, un po’ difficili da individuare…

Io credo appunto che la prima lezione di Moro sia quella di non abbandonarsi ad un pessimismo necessariamente sterile, ma puntare molto su quelle che sono le reali possibilità e i fattori di resilienza

L’incontro di giovedì ovviamente sarà dunque in questa linea…

Certamente. L’ho voluto perché, oltre alla messa, ci fosse anche un momento di contenuti di riflessione e di stimolo.  Introduce la professoressa Sergio, docente di storia contemporanea alla Terza Università, che ci darà un inquadramento del contesto, del periodo, ma anche del pensiero di Moro. E poi tre figure che hanno, diciamo, una notevole esperienza politica e che si sono confrontate col pensiero di Moro. Lucio D’Ubaldo, Marco Follini e Fabrizio Cicchitto. Due, tra l’altro, sono anche parrocchiani…”

“Ma l’idea è quella di far parlare persone che hanno un’esperienza politica e che hanno avuto occasione di confrontarsi con Moro non tanto sull’oggi della politica, quanto sulla lezione di Moro calata nell’oggi e nella visione del futuro. Non vogliamo ridurci alla polemica politica come va di moda ora, che passa sempre per l’accusa dell’altro e la delegittimazione dell’avversario. Vogliamo cogliere gli elementi strutturali con cui discernere l’oggi e guardare al futuro”.

Appuntamento, dunque, giovedì 21 alle 17.30 nella Sala Rossa della Parrocchia con ingresso lato via della Camilluccia (cancello senza numero civico). Parcheggio gratuito con accesso da via Zandonai.

Michele Chialvo

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