Il tumore del colon-retto è una delle patologie neoplastiche più diffuse e ancor gravata da alta mortalità se diagnosticata in fase avanzata. Grazie alla colonscopia, è possibile individuare le alterazioni della mucosa del colon e intervenire contestualmente all’esame, consigliando il percorso terapeutico più idoneo e individuando quindi un adeguato monitoraggio per “quel paziente”.
Nel 2023 i casi di tumore al colon-retto sono stati circa 50.000, con un’incidenza del 13% sulla popolazione maschile e altrettanto su quella femminile, rientrando rispettivamente al terzo e secondo posto tra i casi più frequenti di tumore.
Parliamo della colonscopia con il prof. Italo De Vitis, gastroenterologo presso Arsbiomedica.
Come funziona la colonscopia?
La colonscopia è l’esame endoscopico idoneo a valutare attentamente quale sia lo stato della mucosa del colon che può estendersi, secondo necessità, anche alla parte terminale dell’ileo (ileoscopia), permettendo uno studio endoscopico di questo tratto terminale del tenue. Grazie ad una sonda inserita attraverso il canale anale, è possibile studiare in dettaglio la parete delle viscere, procedendo laddove necessario con opportuni lavaggi a eliminare residui, per poter visualizzare con accuratezza il colon e praticare, se utile, documentazione iconografica, e procedendo all’esecuzione di biopsie per completare l’esame con il supporto – spesso indispensabile – dell’esame istologico.
La colonscopia permette di:
- studiare con la maggiore precisione possibile la mucosa del colon, individuando lesioni anche di piccole dimensioni, potenzialmente indicative di una condizione tumorale o infiammatoria;
- eseguire biopsie multiple ovunque vi sia la necessità di praticarne secondo giudizio clinico, per poter giungere ad una definitiva valutazione istologica;
- effettuare contestualmente all’esame e in condizioni di sicurezza, laddove presenti, asportazione di polipi.
Colonscopia: da che età eseguirla?
La colonscopia nell’adulto si può eseguire a qualunque età, e in qualunque paziente, osservando eventualmente particolari precauzioni nei confronti di pazienti fragili, per contemporanea presenza di patologie invalidanti (cardiorespiratorie, metaboliche…).
Parlando di screening di popolazione, ai fini della prevenzione delle neoplasie del colon – retto, nella popolazione generale la colonscopia è consigliata a partire dai 50 anni per la concreta possibilità di individuare una lesione fin dalle fasi più precoci e quindi, spesso, di risolvere il problema e di impostare correttamente il futuro monitoraggio.
Generalmente i programmi di screening coinvolgono indistintamente gli uomini e le donne dai 50 ai 69 anni (ma oggi si arriva tranquillamente agli 80 anni e oltre), e grazie ad essi è stato stimato nel 2022 che nei cinque anni successivi all’esecuzione di una colonscopia di screening, la sopravvivenza è stata del 65% negli uomini e del 66% nelle donne. Per questo eseguire la colonscopia nei tempi e nei modi corretti, è una tappa fondamentale per porre diagnosi di patologie intestinali, per monitorizzare patologie note (per es. malattie infiammatorie croniche intestinali) e per screenare in maniera efficace la popolazione generale nei confronti delle lesioni preneoplastiche e neoplastiche del colon-retto.
I vantaggi della colonscopia in Arsbiomedica
In Arsbiomedica siamo in prima linea nella prevenzione dei tumori. In particolare grazie agli strumenti di ultima generazione a disposizione del team di specialisti, nelle diverse branche (risonanza Magnetica 3 Tesla, Colonscopia virtuale in ambito radiologico; colon-ileoscopia nel versante endoscopico), alla possibilità di affrontare i casi clinici con una condivisione multispecialistica, siamo in grado di fornire un’assistenza sanitaria completa, di qualità e personalizzata.