Home ATTUALITÀ Andando per vicoli a Roma: via di Borgo San Lazzaro

    Andando per vicoli a Roma: via di Borgo San Lazzaro

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    Duca Gioielli

    Lunga non più di 150 metri, larga poco più di quattro, chiusa tra i parcheggi della città giudiziaria e la Via Trionfale, via di Borgo San Lazzaro è una di quelle stradine di Roma dove ci si può capitare solo per sbaglio.

    La Città Eterna è ricca di vicoli come questo; anonimi, ma che quasi sempre nascondono al loro interno qualcosa che vale la pena vedere  come la chiesa di San Lazzaro,  piccola ma ricchissima di storia come una cattedrale.

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    Dove la Via Trionfale termina, in prossimità di uno strettissimo edificio, si apre la strada leggermente in discesa che lascia intravedere il piccolo edificio in mattoni; la chiesa venne edificata nel XII secolo per volere di un pellegrino francese guarito dalla lebbra e intitolata a Santa Maria Maddalena.

    La zona era anticamente quella della “Confraterna dei vignaioli” (che forse coltivavano la vite sulle pendici di Monte Mario) e in zona sorgeva una famosa locanda meta di chi, scendendo dalla Trionfale seguendo l’itinerario della Via Francigena, raggiungeva San Pietro.

    Ancor prima della chiesa, nel X secolo, sorgeva nel luogo una stazione di posta e forse un oratorio o una edicola sacra; alla fine del XII secolo Domenico Garrison, italianizzato in Gargonza, volle edificare una chiesa; un edificio semplice e austero con una facciata in stile romanico e all’interno tre navate divise da colonne romane, che prese il nome di “Santa Maria Maddalena ai piedi di Monte Mario”.

    Nel 1480 sorse accanto alla chiesa un lebbrosario e la chiesetta cambiò nome in San Lazzaro, protettore dei lebbrosi; successivamente nel 1527, durante il “sacco di Roma” venne danneggiata dai Lanzichenecchi ma poi ricostruita.

    A partire dal 1800 chiesa e lazzaretto vennero abbandonati e lentamente caddero in rovina (il lazzaretto crollò definitivamente nel 1937) fino al 1975 quando la chiesa venne restaurata e riaperta al pubblico (ogni domenica alle 10 vi si celebra la messa).

    Ma San Lazzaro dei Lebbrosi non è la solo cosa interessante della stretta via; poco più avanti sulla sinistra sorge un maestoso edificio color mattone con tanto di torretta centrale. Accanto al portone di accesso si aprono gli usci in legno di alcuni piccoli appartamenti che affacciano direttamente sulla strada; forse erano antiche cantine trasformate in abitazione. Case da artisti o “bohemien”.

    E’ molto difficile oggi, a causa delle tante trasformazioni subite,  trovare a Roma abitazioni che affacciano sulla via e con simili ingressi che fanno pensare al passato; qualcosa di simile è possibile vedere nei pressi di Piazzale Flaminio in Via di Villa Ruffo dove sulla rampa che porta al piazzale della stazione c’è qualcosa di simile.

    A noi questa viuzza è sembrata straordinaria vuoi per la chiesa, la sua storia o questi romantici usci di una Roma che non c’è più; la piacevole meta di una passeggiata domenicale.

    Francesco Gargaglia

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