Home CRONACA Vigna Clara, partenza in salita per la casetta in discesa

Vigna Clara, partenza in salita per la casetta in discesa

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Dopo anni di abbandono e di attesa, finalmente a gennaio erano partiti i lavori per restituire decoro alla nostra strada. Peccato che dopo due-tre giorni si siano fermati. Suona molto da presa in giro”.

E’ il leit motiv ricorrente fra i residenti di via del Podismo, a Vigna Clara, dove per la famosa casetta ubicata all’interno del giardino pubblico, un manufatto dalle mille vicissitudini, nella seconda metà di gennaio aveva preso il via un intervento di manutenzione straordinaria mirata a restituirle piena agibilità e disponibilità tramite una completa ristrutturazione, l’eliminazione delle infiltrazioni, la totale ripulitura delle facciate interne ed esterne, il ripristino dei servizi igienici e la riqualificazione dei circa 470 metri quadri di area verde recintata.

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La storia recente

Quella casetta, di proprietà del Municipio XV, era in condizioni disastrate da anni, esattamente dal 2017 quando diverse crepe nelle mura indussero i tecnici municipali a dichiararla inagibile.

Ci vollero ben quattro anni prima che (con la Delibera di Giunta 10/2021) venisse approvato il progetto di ristrutturazione e altri quattro mesi perché (con Determinazione Dirigenziale 1539/2021) fosse messo a gara l‘appalto dei lavori. I tempi lenti della burocrazia aggravati da due anni di pandemia e da problemi amministrativi hanno fatto sì che si sia poi arrivati al 15 gennaio 2024 per vedere l’apertura del cantiere.

E’ stata però una fugace visione. Perché, dopo aver recintato mezzo giardino, dopo aver preso possesso di una quindicina di metri di strada con tanto di divieti di sosta, dopo un breve via vai di mezzi pesanti, i lavori si sono fermati. E oggi, 26 febbraio, ancora lo sono. Con grande disappunto dei residenti. Che oltretutto, da più di un mese, si son visti sottrarre 3-4 preziosi posti auto inutilmente.

Proprio necessaria una perizia?

Da fonti attendibili, la nostra redazione ha appurato che lo stop si è reso necessario per richiedere la perizia di un ingegnere strutturalista che dovrà appurare la natura delle crepe. E chi un po’ se ne intende sa che per una perizia del genere, fra vetrini e sensori da controllare periodicamente, ci vorranno mesi mentre sul cartello del cantiere viene indicato il 12 aprile 2024 come fine lavori.

Eppure, già nel 2017 era stata effettuata un’attività di monitoraggio il cui esito finale, come si legge nella relazione tecnica di allora, evidenziò “un graduale e costante incremento delle lesioni non riconducibili ad un singolo episodio ma riferibili ad un cinematismo di rottura che è ancora in corso di evoluzione”.

La casetta in discesa

Insomma, la casetta si spostava, scivolava verso il basso già allora. Ed è lecito supporre che questa evidenza e relative attività di consolidamento fossero state inserite nel capitolato tecnico di cui al bando di gara del 2021. E se così fosse, che bisogno c’è oggi di  una nuova perizia con inevitabile prolungarsi dei tempi?

Non siamo dei tecnici, le nostre domande potrebbero essere peregrine. Ma pur avendole poste a chi di dovere sono rimaste senza risposta. Tant’è. Noi intanto continuiamo a tenerci la casetta fagocitata dalla vegetazione, imbrattata, vandalizzata, crepata.

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12 COMMENTI

  1. Un manufatto inutile ed anche brutta che ci costerà un sacco di soldi. Si decida per buttarla giù e recuperare quel poco di spazio verde che occupa. Possiamo far partire una petizione per la demolizione?

  2. Riassumiamo la storia di questo manufatto, che secondo il mio parere esprime al 100% il modo operandi di tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che vengono effettuati sulle opere pubbliche del ns Municipio e non solo-
    1° ristrutturazione iniziata nel 2007, terminata nel 2009, costata ai Cittadini 150mila euro
    Dopo la ristrutturazione il manufatto fu assegnato nel 2016 all’associazione So.r.Te., che non l’ha mai potuto utilizzare a causa della Sua inagibilità – Quindi inagibile nonostante i 150 mila euro spesi?.
    Devo ritenere e sperare che a fronte dei lavori effettuati e terminati nel 2009 ci sia stato da parte dei tecnici del XV Municipio e dell’allora Presidente l’approvazione e collaudo delle opere effettuate, approvazione che ha comportato il loro pagamento
    Visto il risultato dell’inutile ristrutturazione devo ritenere che questa sia stata effettuata senza alcun controllo dei tecnici del Municipio, e se lo hanno fatto ed hanno dado esito positivo, secondo il mio parere, dovrebbero rispondere del loro operato sia Civilmente che Penalmente.
    Prima di pensare ad una 2° ristrutturazione il cui costo è di 120 mila euro. Che sommati alla 1° fanno 270 mila euro, penserei di recuperare i soldi buttati per la 1° ristrutturazione
    Penso che un’associazione di Cittadini potrebbe presentare un esposto alla Procura della Repubblica che verifichi l’idoneità dei primi lavori effettuati.
    Prima di buttare i soldi, che ora sono diventati 270 mila euro, andrebbe effettuata una verifica costi benefici e rientro economico per la comunità.
    Ricordo che sono soldi del Cittadino e che questo delega il Municipio a spendere secondo le norme del BUON PADRE DI FAMIGLIA.

  3. Se lei riassume pro domo sua, egregio Fofo, fa torto alla sua intelligenza e alla memoria custodita nelle pagine di questo egregio giornale. Dopo la ristrutturazione finita nel 2009 quel piccolo edificio fu goduto da una associazione che in cambio di un ipotetico servizio pubblico misurabile a decine di minuti al giorno ne fece la sua sede per un tot di anni, 4 se non erro, lasciandola alla fine in uno stato indescrivibile (non mi chieda, egregio, il colore della giunta che governava in quel frangente, lo scopra da solo). Ergo, tutte le sue deduzioni di cui al suo (non) arguto commento sono prive di fondamento. Se poi vuole essere lei a presentare un esposto alla Procura per verificare l’idoneità dei primi lavori le faccio tanti auguri. Stia bene.

  4. Egreg Sig. Urbano, noto che è molto preparato ed (arguto) sull’argomento. Leggo dall’articolo che “La casetta in discesa” segno che gli interventi del 2007/2009 non hanno risolto il problema. E’ sicuro che furono eseguiti, controllati ed approvati? Forse qualche legittimo dubbio viene.
    Visto la Sua profonda conoscenza dell’argomento devo forse ritenere che faceva parte dei tecnici del Municipio che dovevano verificare l’idoneità dei lavori?.
    Nel Suo intervento leggo che per 4 anni un’associazione ha “utilizzato” il manufatto lasciandolo in modo indescrivibile. Indipendentemente dal colore della giunta Le sembra normale che il bene pubblico venga sfruttato e poi riconsegnato nei modi che cita.
    In merito ai lavori che vengono effettuati nel ns Municipio ho più volte notato e segnalato che vengono effettuati in modo non professionale.
    Se un lavoro viene fatto male o nel corso dei lavori si danneggiano altre strutture pubbliche ritengo che non debba essere un cittadino a doverle segnalare. Tale compito dovrebbe spettare ai tecnici del Municipio; tecnici che restano indisturbati a fare e non fare il proprio lavoro indipendentemente dal cambiamento del colore del politico di turno.
    Si parla di carenza di fondi per la manutenzione ordinaria del territorio e poi si buttano soldi pubblici a causa di un mancato controllo. Un lavoro mal eseguito crea un danno diretto ed indiretto al Cittadino.
    Ho sempre lavorato nel privato e non sono abituato al buonismo ed irresponsabilità che regna nel pubblico.

  5. Egregio, sono solo un modesto prof in pensione, mai preso un regolo in mano. Sono però un attento lettore e la storia di questa casetta è stata più volte narrata dalla Redazione di questo giornale (colgo l’occasione per complimentarmi per l’egregio lavoro quotidiano!) e quindi mi stupisce che le sfuggano tutte vicende successive al 2009. Lei, invece, che dice di aver lavorato sempre nel privato, con quale competenza afferma che i lavori svolti nel nostro municipio lo sono in modo non professionale ? E’ ingegnere edile, geometra, titolare di una ditta di costruzioni ?
    Buona giornata, stia bene.

  6. A fronte della Sua risposta ritengo utile delineare sommariamente il mio CV.
    Sono un ex professore che disgustato da miei colleghi scelsi di mettermi in gioco iniziando la mia attività professionale nel privato come responsabile del controllo qualità dei ns prodotti, della certificazione dei fornitori che producevano su ns licenza e dei prodotti che ci fornivano. Oltre al controllo qualità ero responsabile del laboratorio ricerca e sviluppo. Dopo diversi anni la mia carriera si è conclusa come responsabile di uno stabilimento di produzione di una azienda multinazionale e come supporto tecnico al ns servizio legale.
    Come responsabile di stabilimento ho avuto modo di mettere alla porta ditte che non operavano secondo i parametri aziendali, sia in merito alla sicurezza del loro personale sia per opere effettuate non rispettando il contratto di appalto.
    Non sono un ingegnere edile, geometra, titolare di una ditta di costruzione, sono solo un laureato in Chimica Industriale che supportato da lunga e maturata esperienza mi permette di valutare, approvandola o criticandola, un’opera pubblica; ovviamente se l’opera è effettuata, a mio giudizio, in modo corretto non mi metto a sbandierare sulla pubblica piazza, ma sono compiaciuto che prima il progettista, poi la ditta ed infine il controllore hanno fatto il loro lavoro. La ditta ottenendo il suo giusto profitto gli altri giustificando lo stipendio che percepiscono come impiegati pubblici.
    Trovo interessante informarLa, visto che la Sua professionalità l’ha maturata in ambito pubblico, che nel privato ci sono compiti e responsabilità ben distinte tra le diverse figure aziendali coinvolte in un’opera.
    Si parte da chi definisce il progetto, a chi deve abilitare il fornitore dell’opera, a chi deve concordare il prezzo, a chi deve seguire la ditta nel corso dei lavori per finire con chi controlla l’opera finita in termini di conformità al progetto e rispetto dei tempi di realizzazione dando infine la sua approvazione definitiva e conseguente approvazione al pagamento. Il suddetto team viene coordinato da un Responsabile del progetto ed ovviamente dalla Direzione.
    E’ ben noto che nel pubblico (purtroppo) non vi è questa netta differenziazione dei compiti e soprattutto delle responsabilità, con tutte i risvolti giudiziari e giornalistici che tutti ben conosciamo.
    in merito a “regali” La informo che una azienda multinazionale ha come “company policy” che il dipendente non può accettare personalmente nulla e che eventuali doni vengono devoluti ad associazioni presenti sul territorio; ovviamente la company policy viene sottoscritta dal personale che sa il suo non rispetto comporta il licenziamento immediato.
    Fatte le dovute presentazioni ritengo che fin quando saremo in democrazia di poter esprimere il mio parere e se necessario anche di criticare
    Contraccambio i saluti

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