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Tevere, un fiume dalle sponde trascurate

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Forse la maggior parte delle persone non sa che la Francia è uno dei paesi al mondo con il maggior numero di fiumi: 450.000 km di vie d’acqua con una straordinaria biodiversità.

Fiumi dai colori bellissimi che vanno dal verde smeraldo al blu cobalto a volte incanalati in profondissimi canyon di granito che vanno a sfociare in laghi di zaffiro. Fiumi spesso navigabili percorsi da enormi imbarcazioni che lentamente risalgono la corrente.

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Ora in Italia non è che non ci siano bei fiumi (anche se la portata dei fiumi del centro Europa è maggiore) ma il fatto è che i nostri sono quasi sempre trascurati. Salvo alcune eccezioni i fiumi del nostro paese, sempre più a secco,  hanno colori indefinibili e le sponde spesso trascurate o ricoperte da una vegetazione impenetrabile.

Certo il colore dipende dai sedimenti ma anche dalla qualità delle acque; prendiamo ad esempio il fiume di Roma.

Il Tevere è un bellissimo fiume di cui abbiamo spesso decantato le qualità; se lo si osserva dall’alto di Ponte Milvio il nastro argentato offre un magnifico spettacolo. Ma se poi scendi sulle sue sponde il sogno va a farsi benedire tra cumuli di rifiuti, sponde luride, canneti asfittici e i marmi dei muraglioni ridotti a sudice tavolozze di colori. Le acque nei pressi delle rive, dove la corrente muore, ospitano ogni tipo di luridume, carcasse di bici e monopattini comprese.

Dei diversi progetti presentati dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma per riqualificare sponde, banchine e aree golenali del Tevere non c’è più traccia.

Anche le aree attorno al corso del fiume, via e piazze, versano in uno stato di sciatteria dove sono ben evidenti, come nella zona Ponte Milvio-Ponte Duca d’Aosta le tracce lasciate ogni domenica dai tifosi.

E non è che le opere a cura dell’amministrazione comunale cambino di fatto questa realtà: prendiamo i recenti lavori di riqualificazione dei marciapiedi in zona Ponte Milvio del costo di 330.000 euro.

In via Capoprati, nel tratto dove ha inizio il mercato dell’antiquariato domenicale, non si è provveduto a sistemare né i marmi  sbeccati né tantomeno il muretto di mattoni in parte sbriciolati. Ovviamente l’aiuola asfittica è rimasta asfittica. Non ci si è neppure preoccupati di pulire con un poco d’acqua le ringhiere imbrattate di cemento a causa dei lavori.

Francesco Gargaglia

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1 commento

  1. E’ vero, purtroppo il Tevere è molto trascurato, non c’è un servizio efficace e continuo di pulizia degli argini, nonostante emerga di tutto quando il livello delle acque è basso. Proprio due settimane fa, camminando lungo gli argini sulla riva destra, all’altezza del ponte Pietro Nenni (il ponte della metro A), sporgendomi sul bordo, vedo affiorare un’urna cineraria, di quelle fornite dai cimiteri capitolini, ancora sigillata con tanto di targhetta con il nome sopra. Non essendo raggiungibile, ho avvisato la pattuglia della polizia (ogni tanto passano in auto lungo la pista ciclabile) ma dopo due giorni l’urna era ancora lì.

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