Home ATTUALITÀ Dehors, un pasticciaccio. Arriva la cura Gualtieri

Dehors, un pasticciaccio. Arriva la cura Gualtieri

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Galvanica Bruni

La giunta Gualtieri aveva promesso un intervento al momento di insediarsi. E ora, dopo due anni, il regolamento per l’occupazione di suolo pubblico è stato licenziato. E presentato dal sindaco e dagli assessori interessati, Monica Lucarelli per il commercio ed Eugenio Patané per la mobilità. Con loro, anche il sovraintendente capitolino, Claudio Parise Presicce, interessato al piano per la parte di competenza che è vasta.

La strada da percorrere è comunque ancora lunga. Il regolamento dovrà superare il parere  dei 15  municipi della capitale e poi il vaglio e l’approvazione  dell’assemblea capitolina. Un percorso accidentato. E comunque il parto definitivo non ci sarà prima del gennaio del 2025. Forse.

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Per il momento, a disciplinare la materia, un emendamento del senatore De Priamo  di FDI, accolto dal governo, proroga fino al 31 dicembre del 2024 le attuali occupazioni di suolo pubblico. Tantissime abusive, sovradimensionate, irregolari al punto da costituire un serio problema per la sicurezza stradale.

A Roma l’incremento monstre

Degli attuali 112.112 metri quadrati occupati in tutta Roma, più di 90mila sono stati “attovagliati” nel periodo del Covid, con un incremento monstre del 519 per cento.

Di quella stagione di emergenza l’unico segnale sopravvissuto è proprio l’invasione di strade, piazze, marciapiedi. Un caos che ha riguardato più o meno tutta la città, ad eccezione del sesto municipio, quello delle Torri, con appena 24 unità.

Municipi con incrementi abnormi

Situazione fuori controllo nel primo municipio – centro storico – dove si sfiorano i 47mila metri quadrati invasi da ogni sorta di sostegno: dal tavolino al trespolo, dalla sedia alla panca con corredo di coperture in plastica, di separé improvvisati, pedane e fioriere anche queste possibilmente plastificate.

A seguire il secondo municipio – Parioli, Trieste, Flaminio – con 14.550 metri quadrati occupati ed un incremento del 416 per cento tra pre covid e post covid.

Molto più consistente l’incremento nel quindicesimo municipio – Roma Nord – che fa segnare un più 748 per cento, ma i metri quadri occupati non  superano la soglia dei tremila.

La cura Gualtieri, ma non prima del 2025

A questo caos assai poco creativo la giunta cerca adesso di mettere riparo con un regolamento che interviene più sotto il profilo estetico e della qualità dei dehors che su quello quantitativo.

Lo hanno detto in coro sia il sindaco che l’asssessore Lucarelli: la città deve recuperare tutela e decoro delle zone che hanno sofferto. E valorizzare le zone della capitale che hanno bisogno di una maggiore animazione e presenza di attività all’esterno, per garantire sicurezza e qualità della vita.

L’obiettivo è quello di dare equilibrio tra tavolini e spazi. Lucarelli ha fortemente smentito che i locali di somministrazione di cibi e bevande siano all’origine della malamovida che preoccupa i residenti delle zone più gettonate: da San Lorenzo a Trastevere, da piazza Bologna a Ponte Milvio.

Le nuove regole – che varranno, caso mai, lo ripetiamo, solo a partire dal primo gennaio 2025 – difficilmente  risulteranno soddisfacenti per i promotori della manifestazione di sabato a piazza Mastai, Trastevere, che invocano pugno duro contro l’invasione dei “barbari”.

Roma in tre spicchi

Ma in giunta intanto si è tirato un sospiro di sollievo per essere riusciti a trovare un  equilibrio tra le esigenze degli esercenti e quelle dei residenti. Aree da promuovere e aree da tutelare: si comincia con il dividere la città in tre spicchi.

Il suburbio, è la città vasta. Dove viene lasciato ampio spazio all’occupazione di suolo pubblico.  Fino a coprire l’estensione delle vetrine e per un’area che vale il 100 per cento dello spazio interno, compresi di servizi e cucina. Pedane concesse fino ad un massimo di tre stalli per auto, ossia poco più di 40 metri quadrati.

Nella città storica – secondo spicchio individuato, e pure  Ponte Milvio ne fa parte – le regole sono le stesse del suburbio,ma viene ridotto lo spazio concedibile: fino a due terzi dell’area interna, con la possibilità di posizionare pedane se il marciapiede non ha dimensioni adeguate.

Il sito Unesco è l’ultimo spicchio di città individuata. Ed è a sua volta suddiviso in due zone: la prima comprende il centro storico, Borgo, gran parte di Trastevere e di Monti; la seconda il resto del centro fino alle Mura del 17 secolo. In questa parte di Roma le occupazioni di suolo pubblico concedibili arriveranno fino ad un massimo di un terzo della superficie interna, ovvero ad un massimo della metà. Le pedane potranno occupare non più di due posti auto. Stop alla plastica e alla fantasia decorativa. Così come stop ai dehors a due passi dai monumenti storici della capitale.

E poi ci sono pure gli arredi

Del regolamento fa parte  integrante il decalogo degli arredi vistato dalla sovrintendenza. Gli esercizi dovranno esporre, ben visibile, la cartina con l’area concessa ed autorizzata. Sarà necessario allegare una relazione tecnica al posizionamento di sedie e tavolini, abitudine che si era smarrita.

Tavolini  di diversi esercizi potranno  convivere sulla stessa via o piazza usufruendo di un più venti per cento di area occupabile se condivideranno il progetto. Per tutti, un anno e mezzo a disposizione per mettersi in regola. La strada è ancora lunga, molto lunga.

Rossana Livolsi 

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14 COMMENTI

  1. Questa proroga dell’emergenza Covid che il Governo vorrebbe imporre è un’indecenza, non esiste alcun pericolo associato al Covid, che circola ma si riduce ormai ad una normale influenza. Nei locali non esiste nessuna norma di distanziamento, e pertanto gli ampliamenti concessi nel 2020 sono del tutto ingiustificati. Tra l’altro vengono espropriati i Comuni della loro autonomia, e dovrebbero essere loro gli Enti preposti al governo del proprio territorio, dato che ne conoscono gli usi e le criticità.
    Anche il Comune però, benchè si sia lodevolmente schierato contro questa indecente proroga, detta regole non del tutto condivisibili, concedendo la disposizione di pedane su sede stradale per 2/3 della superficie del locale, nella città Storica, il che significa in pratica consolidare l’attuale situazione di via Flaminia, ridotta ad un pericoloso cunicolo, ben documentata dalla foto dell’articolo. Spero che il Municipio vorrà fare adeguate osservazioni al nuovo Regolamento delle OSP, almeno per arginare lo sviluppo di queste orrende pedane.

  2. Domanda?ma perché se al posto delle pedane ci mette più o meno 8 macchine circa 4 a lato…il cunicolo cambia?…la redazione potrebbe proporci un render con le vetture per vedere bene se e di quanti centimetri la carreggiata si allargherebbe considerando le dimensione medie di oggi per non parlare di suv?..oppure il signor Perrone vuole obbligare a tutti noi la sua esclusiva visione obbligandoci ad accettarla?…guardi che il regolamento lo hanno redatto le forze politiche che ci sono oggi …
    Colgo L occasione per complimentarmi con la manifestazione di oggi contro i Dehors…da tutta Italia…200 persone .veramente veramente forti .bravissimi

  3. BELLO ARAGORN Per circa 15 mq siamo poco sopra i 300 euro al mese anche se ritengo che si possano livellare verso L alto (ovviamente poi bisogna vedere come il comune andrà’ a buttare questi soldi )…detto questo visto il suo interesse se mi manda una mail le invio tutta la documentazione così posso essere preciso al centesimo .

  4. Un affare !
    un appartamento di 60mq a 600€ al mese lo vedi con il binocolo da quelle parti !
    un posto macchina minimo 300€ mese
    due situazioni che non generano alcun futuro guadagno , anzi
    Considerando che in 15mq ci stanno 10 persone minimo e considerando che mediamente spendono 20€ , diciamo che in 1-2gg ti sei ripagato la tassa
    gli altri 29-30gg , tutto profitto !
    lamentarsi paga
    mi vengono in mente i balneari , che pagano affitti di magari 5000€ anno al demanio per usufruire di 150-200 metri ( ma lineari ) di spiaggia con annessi bar, ristorante , affitto sdraie , ombrellini , ombrelloni&c !
    a cui NON toglierei la concessione ma toglierei piuttosto la presunzione che quello spazio sia diventato loro ; magari aggiungendo uno “zero” alla destra del numero sopra indicato
    Bravo Brando
    ( finchè dura così )

  5. Portiamolo a valori di mercato, che so, qualcosa del genere in affitto all’inizio della Cassia

    https://www.casa.it/immobili/46223366/

    25 mq, 1.200 euro (a mio parere regalato, v. sotto).
    D’altra parte se il cornettaro di via Barletta recentemente chiuso per finita locazione poteva pagare 13.000 euro al mese sotto terra, un noto alimentari sfrattato qualche anno fa a pochi metri dalla Parrocchia per un nuovo negozio che vulgata vuole paghi più di 15.000 euro al mese, di certo l’occupazione di uno spazio pubblico, in superficie e non sotto il livello stradale, con strutture permanenti e pertanto sottratto all’utilizzo pubblico in una piazza frequentata 24 ore su 24 o quasi non può avere un valore inferiore.
    O no?
    Il punto non dehors contro macchine, il punto è utilizzo pubblico o utilizzo privato di uno spazio pubblico. Quando quasi 15 anni fa il condominio fu costretto a pagare l’occupazione di suolo pubblico per un paio di mesi a causa di lavori urgenti sui cornicioni e relativi ponteggi la cifra che uscì fuori per una ventina di metri di marciapiede fu da far girare la testa (più di 8.000 euro all’epoca).
    I commercianti vogliono appropriarsi di uno spazio pubblico e sottrarlo all’utilizzo pubblico? Benissimo, niente in contrario. Paghino una cifra equa e non la buffonata che pagano oggi. Altrimenti hanno i loro bei locali che sono i luoghi naturali deputati alla loro attività, come hanno fatto generazioni prima di loro.
    Nella mia vita non ho mai visto un commerciante capace con la sua attività all’interno del suo solo negozio morire di fame per strada.

  6. Il locale dai lei indicato si è’ regalato .infatti sono tre anni che e’ sfitto.
    Per quanto riguarda i costi di un condomino non le so rispondere purtroppo.
    Ma poi chi paga 15 k al mese ?la camorra?..perché le garantisco che non sono cifre sostenibili …anzi facciamo informazione ci può dire chi paga queste cifre?mi pare molto informato quindi ci faccia nomi e cognomi per favore…
    Comunque sulla cifra equa mi trova d accordo ..io proporrei 50 euro a mq al giorno .mi pare onesto …

    • Riguardo i 13.000 euro/mese è scritto qui, lo dice il titolare:

      https://www.romatoday.it/attualita/chiude-cornettaro-via-barletta.html

      Riguardo i 15.000 euro erano voci che giravano per il quartiere, come pure che il locatario avesse proposto al locatore l’acquisto delle mura e si fosse sentito rispondere picche. Fatto sta che quell’attività chiuse, il locale rimase sfitto per diversi mesi e poi subentrò un’altra attività (locale molto grande).
      Qui ce ne è uno da 175 mq in affitto a 16.000 euro/mese:

      https://www.immobiliare.it/annunci/106774177/

      e qui uno da 50 mq a 5.000 euro/mese:

      https://www.immobiliare.it/annunci/96226798/

      Mi viene da pensare che queste cifre siano quelle che si trovano sul mercato: siamo sui 100 euro/mq al mese, vuoto per pieno.
      Viste queste cifre per un suolo privato, i 20 euro/mq attuali per il suolo pubblico (300 euro/15 mq), sottratto permanentemente all’utilizzo della collettività, sembrano decisamente un prezzo di favore.
      A mio parere, oltre all’utilizzo privato in via esclusiva, andrebbe valutata nel computo anche la mancata fruizione di quella porzione di territorio da parte del pubblico. Se fossi io il decisore politico, per i motivi di cui sopra, quello spazio lo farei pagare una cifra maggiore del valore di mercato di uno spazio privato. Se il negozio ha bisogno di spazio a un costo inferiore può sempre rivolgersi al mercato immobiliare e cercare un locale di dimensioni maggiori.
      Le sembra un ragionamento così sbagliato?
      O trova giusto che un privato possa occupare ed utilizzare a suo esclusivo beneficio uno spazio pubblico, sottraendolo così alla fruizione del pubblico stesso, a un costo inferiore a quello di un pari spazio privato?

  7. Ho finora taciuto perchè in altre faccende affaccendato.
    L’argomento, come noto, è al centro dell’attenzione del Comitato Abitare Ponte Milvio e, soprattutto dopo la lettura dei commenti che mi hanno preceduto, non posso continuare a tacere.
    La conclusione giusta, sintetica e lapidaria, è tutta nel primo commento, quello di Marina.
    Come sempre, hanno vinto i commercianti….e, a giudicare da certi altri commenti che sono seguiti, si continuano a lamentare, anche in questo come sempre. Sicuramente tra poco riprenderà vigore la litania dei “posti di lavoro”, che del resto non è stata mai interrotta.
    Se qualcuno ancora nutriva dei dubbi su come sarebbe andata a finire la “provvisorietà” dei dehors, la “cartina di tornasole” è tutta nell’approvazione da parte del Governo dell’emendamento per la proroga delle “misure Covid” al 31 dicembre 2024 . Per essere maggiormente esplicito, giusto in tempo per oltrepassare le elezioni Europee tentando di assicurarsi un bel bottino di voti da parte di una categoria da fidelizzare.
    Tassisti, balneari, commercianti……la musica è sempre la stessa.
    Si tratta di “scelte politiche”, nel senso più basso possibile del termine.
    Altro che cura del bene comune.
    E’ questa la “cultura” dominante, per cui con estrema naturalezza diviene poi lecito porsi la domanda “…perché se al posto delle pedane ci mette più o meno 8 macchine circa 4 a lato…il cunicolo cambia?…”.
    Pubblico/privato, si sa, sono categorie intercambiabili, ma solo se in modo unidirezionale vs privato. Questo ormai il pensiero dominante, mi permetto di definirlo un po’ tracotante. E aggiungo, in modo insopportabile.
    Il problema, dunque, anche se investe aspetti di “valori di mercato” e genericamente economici (come esclusivamente affrontato nei commenti precedenti), ritengo debba essere aggredito, al solito, dal punto di vista “culturale” dell’”uso della città”. Dove vivono, lavorano e agiscono diversificate tipologie di cittadini, tra le quali ci sono anche i residenti dei quali, forse, qualche diritto residuale ancora andrebbe tutelato.
    A questo proposito, faccio fatica ad accettare la visione espressa dall’Assessora Lucarelli quando afferma che non esiste rapporto di causa/effetto tra bulimia di locali di somministrazione di cibo e bevande e movida (spesso malamovida). Addirittura aggiungendo, sempre l’ottimista Assessora, che la presenza di questi locali costituirebbero “presidio” per la sicurezza. Ci sarebbe da chiedersi se ha mai sentito parlare, sempre l’acuta Assessora, di risse, di spaccio, di aggressioni in quelle piazze e in quelle strade. Per dire della avvedutezza e competenza di chi ci amministra!
    Per quanto ci riguarda, nel fantastico, rumoroso, ormai puzzolente quadrilatero Ponte Milvio, via Flaminia Vecchia, via Riano, viale Tor di Quinto, il miracolo della “moltiplicazione dei pani e dei pesci” continua a riproporsi senza soluzione di continuità, con l’apertura incessante di sempre nuovi locali, nonostante la reiterata richiesta del Comitato Abitare Ponte Milvio (e non solamente lui) di una moratoria per il rilascio di nuove licenze. Risposte non pervenute, oppure fin troppo chiaramente pervenute, ma di segno contrario.
    Sarebbe interessante conoscere quali siano gli esiti dei controlli sulla regolarità dei dehors paurosamente lievitati del 748% nel nostro territorio, sempre che sperabilmente tali controlli siano stati eseguiti dal Municipio XV.
    Una parola per il Regolamento festosamente annunciato con molto anticipo, considerando che, se tutto andrà bene, si potrà parlare di “messa a terra” da gennaio 2025 (anche in questo caso, che intanto suonino le trombe che ci sono scadenze elettorali in vista…..).
    Quanto previsto nella logica degli “spicchi” denuncia la completa ignoranza di questa Giunta della storia urbanistica di questa città.
    E anche non conoscenza, o indifferenza, delle regole vigenti per i siti UNESCO: il Centro Storico di Roma rappresenta la property (ex core zone), ma poi è perimetrata la cosiddetta buffer zone (zona cuscinetto) per la quale valgono le stesse regole della property (Ponte Milvio, giustamente, cade nella buffer zone).
    Altrimenti, ben altra sarebbe dovuta essere la categorizzazione delle norme per la Città Storica, da mantenere uguali a quelle previste per il Centro Storico (sito UNESCO) – come fin qui stato – e non declassarla a quelle concepite per il così definito suburbio, a meno della gentile concessione di una “riduzione di pena” con la restrizione dello spazio concedibile.
    Mi auguro che il Municipio presti molta attenzione a questi aspetti nel momento in cui dovrà confezionare i propri commenti al Regolamento.
    Il Comitato Abitare Ponte Milvio dichiara fin d’ora la più completa disponibilità ad essere soggetto proattivo in quella fase. E sicuramente sentinella molto vigile.
    Per concludere, si tratterà, anche in quel caso, di una fase “cartina di tornasole”.
    Paolo Salonia
    Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio

  8. Finalmente signor SALONIA e’ intevenuto!
    Ero preoccupato della sua assenza.
    Comunque guardi lei se la canta e se la suona dietro a questo blog ormai da anni .
    Rispetto tutte le sue idee alcune le ho anche condivise in passato…e’ chiaro che io faccio il mio lavoro e lei il suo..ma detto questo sono anni che le sento dire ..vigileremo ,ci faremo coinvolgere ,rappresenteremo questo e quello,cambieremo il mondo …eppure mi pare che neanche il suo decantato municipio la segua più tanto francamente …
    Le ho chiesto più volte un incontro (possiamo andare a rileggere tanti commenti)…e lei che tanto si fa forte nello scrivere su questo blog (le faccio i miei complimenti perché scrive molto bene) non ha mai risposto?
    Come mai io ho voglia di affrontare di persona le problematiche che lei propone e lei invece fa orecchie da mercante ad i miei inviti?guardi che non mordo anzi…le ripeto che su alcuni temi sono anche d accordo con lei…quindi le rinnovo il mio invito davanti ad un buon caffè per discutere insieme di quali potrebbero essere buone soluzioni ..attendo un cenno da parte sua anche in territorio neutrale …anzi potremmo invitare i responsabili di questo giornale sarebbe una bella idea non trova?
    Brando

  9. Scusa Brando ma chette frega quanti anni ho ?
    che c’entra ?
    sicuramente maggiorenne
    o magari pure in via di pensione
    o magari pure già in pensione
    ma non credo che questo modifichi alcunché
    sbagliato qualche operazione ?
    dove volevi arrivare ?

  10. Personalmente ritengo totalmente inappropriata, fuori luogo e distorta l’ultilizzazione di questo blog per “conversazioni private”. Lo considero, viceversa, sede ideale per esporre (con tranquillità, possibilmente) il proprio punto di vista su argomenti che riguardano il “vivere civile” in questo territorio.
    Prendendo spunto dalle sollecitazioni che provengono, con puntualità e rigore, dagli articoli che la Redazione propone alla nostra attenzione.
    Tuttavia, mi trovo costretto ad esercitare una eccezione – e mi scuso con la Redazione – perchè penso di essere stato un po’ troppo “tirato per la giacchetta”.
    E, considerato che “me la canto e me la suono dietro a questo blog ormai da anni” come fosse la mia personale prateria sulla quale lasciarmi andare a scorribande, ne approfitto per una ennesima volta.
    Premetto che rispetto le idee del Signor Brando, pur non condividendone neanche una virgola, mai.
    Mi piacerebbe, poi sapere su quali elementi di conoscenza lo stesso Signor Brando si sbilanci con affermazioni spericolate relativamente al sistematico mancato effetto delle azioni di coinvolgimento, di viglianza, di attenzione e di rappresentazione di problemi che il Comitato Abitare Ponte Milvio ha costantemente svolto in questi anni nei confronti del Municipio (mai decantato, direi piuttosto sempre criticamente analizzato in ogni sua mossa) o di altri Organismi (idem).
    Per carità, senza mai avere la pretesa di “cambiare il mondo”, consapevoli dei nostri limiti e lasciando il compito a chi possiede le forze e le competenze necessarie (comunque pronti sempre a dare il nostro modesto contributo).
    Certamente contrastando quotidianamente quanti, pur non avendo né le forze nè le competenze necessarie, pretendono di cambiare il mondo (questo piccolo mondo del nostro quartiere e quello un po’ più grande della nostra città) a proprio uso e consumo, persino rischiando di sconfinare nella prepotenza, almeno con le parole.
    Per esempio, confondendo il pubblico con il privato.
    Per quanto concerne, poi, l’eventualità di un incontro 1-to-1 tra il Signor Brando e me, umile portavoce di un Comitato di cittadini, non vedo quale vantaggio la società ne possa trarre.
    Quali decisioni fondamentali ne potrebbero derivare e con quale valore prescrittivo per la collettività, ma anche per il semplice vicinato.
    Tralascio di commentare le “orecchie da mercante”, limitandomi a sottolineare la scivolosità del tema “orecchie” considerando quante tipologie ne esistono.
    Piuttosto, ribadisco un modus operandi in cui ho sempre creduto e costantemente praticato, quello del confronto e della discussione allargata tra tutti i soggetti ”portatori di interesse” su specifici argomenti (si chiama “democrazia”).
    Infatti, negli anni passati – proprio gli stessi ai quali si riferisce il Signor Brando – molteplici sono state le iniziative promosse dal Comitato Abitare Ponte Milvio per creare momenti di incontro tra commercianti, residenti, amministratori (storicamente presso la trattoria Pallotta, ma anche la libreria Pallotta, l’Istituto Bernini, la Chiesa Gran Madre di Dio, la piazza di Ponte Milvio, il Centro Anziani,…).
    A mia memoria – e ne ho molta e molto ben conservata – non ricordo di avere mai avuto l’onore e il piacere di vedere il Signor Brando presente, spinto dall’irrefrenabile desiderio di partecipare e di confrontarsi con tutti i cittadini (commercianti, residenti, amministratori) convenuti a questi molteplici incontri.
    Eppure neanche costoro erano avvezzi a mordere gli interlocutori.
    Infine, è ormai datata e nota (perchè resa espicita) la mia proposta affinchè la Redazione di VCB ospiti un dibattito pubblico (pubblico, non 1-to-1 che non serve a niente e temo non interessi nessuno) sulle numerose criticità che riguardano questa area urbana.
    Dunque, non vedo la necessità di individuare un luogo – addirittura “neutrale” – per far rivivere una novella Teano tra il Signor Brando e il sottoscritto, quasi dovessimo “fare l’Italia”. Siamo seri.
    Ora, per concludere, non mi resta che augurarmi che non venga richiesta anche a me la mia età.
    Strana richiesta questa, quasi che esistano limiti di età superati i quali si perda il diritto di parola……uhmmm….pericolosi pregiudizi (proprio nel senso di pre-giudizi)…..
    E poi ci meravigliamo che qualcuno sostenga che un dehor sia come quattro macchine parcheggiate!
    Ringrazio la Redazione per avermi concesso questo spazio che indebitamente ho utilizzato in modo privatistico.
    Prometto che non lo farò più……sperando di non essere nuovamente costretto…..
    Paolo Salonia
    (non scrivo “portavoce del Comitato……” poiché i contenuti sono, per l’appunto, privati)

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