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    “Il bambino di El Alamein” di Antonio Besana

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    Antonio Besana è un giornalista e scrittore di storia militare, attento e particolarmente scevro da quello che si chiama “l’uso pubblico della Storia”, ovvero quando questa viene raccontata da giornalisti e politici che la usano per dare battaglia sul piano politico.

    In “Il bambino di El Alamein” (Ed. Ares, 152 pag., 15,80 Euro), ci racconta in maniera molto sobria la breve vita di Sergio Bresciani, il più giovane soldato italiano nella 2° Guerra Mondiale e Medaglia d’Oro alla Memoria nella Battaglia di El Alamein.

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    La Battaglia di El Alamein è una delle più celebri battaglie di tutta la Storia; in questo drammatico evento il valore e coraggio dei soldati italiani fu leggendario tanto da stupire i nemici (in modo particolare gli inglesi) noti per i loro giudizi offensivi e sprezzanti.

    Il giovanissimo Sergio, cresciuto all’interno di una famiglia tradizionale a 15 anni fugge da casa per raggiungere le truppe italiane in Libia (ci riuscirà al terzo tentativo); essendo troppo giovane per essere arruolato  viene aggregato, con il consenso dei genitori, ad un Rgt. di Artiglieria, dove svolge numerose mansioni suscitando affetto e ammirazione da parte degli altri soldati più anziani che in realtà lo considerano come un figlio o un nipote.

    Sergio Bresciani, è infaticabile anche in combattimento tanto da meritare la concessione di una Croce di Guerra di 2° Classe  da parte del Generale Rommel.

    Nonostante alcuni ricoveri in ospedale militare per una fastidiosa otite Bresciani torna sempre puntualmente al suo reparto con sempre più entusiasmo; partecipa alla Battaglia di El Alamein distinguendosi per coraggio e viene proposto per una Medaglia d’Argento (però mai concessa).

    Durante una sosta nei combattimenti, a bordo di un automezzo, viene investito dall’esplosione di una mina riportando l’amputazione della gamba sinistra. Ricoverato in gravissime condizioni morirà il giorno successivo: le ultime sue parole saranno per il proprio comandante e per la famiglia, amatissima. Alla sua memoria verrà concessa la più alta decorazione al valore, la Medaglia d’Oro.

    La storia di Sergio Bresciani è stata ricostruita attraverso le testimonianze della sorella Liliana e le numerose lettere scritte dal fronte, lettere semplici da cui emerge il grande amor di patria del “balilla del X Artiglieria” e l’affetto per  genitori e fratelli.

    Un libro quindi scritto con grande correttezza, senza enfasi e neppure retorica, che lascia il lettore scosso per la tragica vicenda che vede protagonista un “bambino” il cui unico desiderio era servire la Patria.

    Questo è un libro che farà riflettere, non si può non rimanere indifferenti di fronte ad un così forte senso del dovere  assai diffuso tra le passate generazioni e tanto enfatizzato da uno dei Padri dell’Italia, Giuseppe Mazzini.

    Francesco Gargaglia

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