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Lucchetti, da Ponte Milvio al Grand Canyon

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Galvanica Bruni

Sulla stampa USA in queste ore è tutto un parlare di “Ponte Milvio Bridge“. Dal New York Times al San Francisco Chronicle, dalla CBS News a USA Today. Non è tutto, anche i blasonati The Economics Time e Smithsonian Magazine ne stanno parlando. Da dove nasce tutto questo interesse per il più antico Ponte di Roma?

Presto detto. A Ponte Milvio la stampa USA riconduce la primogenitura della moda dei lucchetti (The trend of attaching love locks to public monuments originated in Rome’s Ponte Milvio bridge in the late 2000s...), moda oggi sconfinata in Arizona ma che, come si ricorderà e come ricordano i media americani, nacque a seguito del romanzo e poi del film “Ho voglia di te” del 2006 di Federico Moccia (The gesture, introduced by Italian writer Federico Moccia’s 2006 romance novel “I Want You,” has spread globally…)

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Moda sotto la quale i lampioni di Ponte Milvio rischiarono di crollare e che durò sette-otto anni per poi sgonfiarsi. Ancora oggi due o tre grappoli di lucchetti fanno mostra di sé, ma è ben poca cosa rispetto al passato.

Oggetto degli articoli di queste ore sui media americani è la stessa moda invece inaspettatamente scoppiata, pensate un po’, nel Parco Nazionale del Grand Canyon – uno dei parchi nazionali più amati negli USA – dove i ranger del National Park Service per giorni e giorni, con le tronchesi in mano, hanno eliminato centinaia e centinaia di lucchetti appesi alle recinzioni dei luoghi più spettacolari.

Love is strong, but it is not as strong as our bolt cutters” (L’amore è forte ma non è forte quanto le nostre tronchesi) ha scritto sui social Jeff Stebbins, portavoce del National Park Service. Più o meno quanto dissero gli amministratori romani quando dettero ordine agli operai comunali di fare piazza pulita dei lucchetti su Ponte Milvio (centinaia di kg di ferro che, si disse, trovarono posto negli scantinati della sede del Municipio XV in via Flaminia). Tutto il mondo è paese.

Ma tornando al Parco Nazionale del Grand Canyon, pare che oltre al fatto estetico ci sia un altro serio problema che è sconosciuto ai turisti USA in viaggio di piacere in Arizona con doverosa puntata al Parco Nazionale mentre preoccupa fortemente l’amministrazione.
A renderlo noto è sempre Jeff Stebbins segnalando che esistono pericoli per la fauna selvatica locale derivanti dal fatto che l’usanza del lucchetto prevede di gettare le chiavi nel Canyon.

Ciò potrebbe causare problemi ai condor della California, uccelli in grave pericolo di estinzione, che hanno un’affinità naturale per tutto ciò che è lucente e, nella loro curiosità, consumano oggetti come monete, involucri o altri pezzi metallici che però non riescono a digerire. I funzionari del Parco temono quindi che i condor possano ingerire le chiavi dei lucchetti che le persone gettano nel canyon e rischiare di morire soffocati.

Come racconta il San Francisco Chronicle, l’amministrazione del Parco Nazionale del Grand Canyon ha quindi diffuso un appello ripreso dai media americani: “Fai la tua parte per non contribuire a queste cattive abitudini e informa gli altri su ciò che potrebbe accadere alla fauna selvatica se questi comportamenti continuano”.
Insomma, basta gettare le chiavi nel canyon o, meglio ancora, basta proprio con i lucchetti. Ponte Milvio Bridge docet: tutto il mondo è paese.

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3 COMMENTI

    • Gentile Marina, fossero solo queste le prove di stupidità delle’essere umano…basta guardare quelli che percorrono contromano il viadotto olimpico.

  1. I lucchetti di Moccia sono stati come i gamberi della Louisiana, il granchio azzurro, le testuggini d’acqua della California, il punteruolo rosso, la nutria, lo scoiattolo grigio, la formica di fuoco…….fonti di danni incalcolabili.

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