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Ponte Milvio, quella pubblicità sulla facciata della chiesa

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Ce ne occupammo già dieci anni fa, quando sulla facciata della chiesa Gran Madre di Dio comparve un’enorme pubblicità di una birra. Il fatto suscitò forti perplessità e critiche nell’opinione pubblica: promuovere la birra sotto gli occhi di centinaia e centinaia di giovani  frequentatori della movida locale non parve operazione degna di quella facciata.

Oro incenso e birra a Ponte Milvio” fu il titolo del nostro servizio che fece molto scalpore e molto fece alterare l’allora parroco. Dichiarò che quella pubblicità gli serviva a pagare il restauro della chiesa invitandoci a farci i fatti nostri.

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Ma se torniamo a parlarne oggi è perché pare che dopo nove anni la facciata della Gran Madre di Dio abbia avuto necessità di un nuovo corposo intervento di restauro conservativo.

A luglio 2022 sono infatti spuntati i ponteggi che, stando all’ottenuta autorizzazione a occupare il suolo pubblico, dovevano poi essere smontati a marzo del 2023. In quei mesi si son visti operai al lavoro, non tanti e non spesso, ma si son visti.

Evidentemente però, la valutazione sulla durata dei lavori non era stata accurata, tant’è che a marzo 2023 è stata chiesta e ottenuta una proroga dell’occupazione di suolo pubblico fino addirittura a giugno del 2024. Altri quindici mesi di duro lavoro.

Mica tanto duro però, perché di operai se ne son visti pochi mentre a campeggiare, a tenere la scena sette giorni su sette, è invece il grande schermo pubblicitario che nasconde la facciata della chiesa sovrastando la piazza in modo fortemente invasivo.

Fra i frequentatori diurni, fra i pontemollari doc registriamo malumori. “Siamo stanchi di vedere questo schermo, di notte poi è veramente fastidioso, rivogliamo la nostra chiesa” è il mood abbastanza palese. Evitiamo di dir loro che dovranno tenersi quello schermo fino a giugno 2024.

La questione non è però da etichettare come un fatto marginale. Qui si tratta di qualità e decoro del tessuto urbano e di cultura e sensibilità religiosa. Quanto incide negativamente sul primo quel maxi schermo perennemente acceso sulla facciata della prestigiosa chiesa di Ponte Milvio? Quanto offende la seconda?  Domande che probabilmente non si è posto chi nelle stanze dell’ente vaticano preposto alla cura edilizia delle parrocchie ha dato il via all’operazione.

Operazione che invece vien vista come un fiore all’occhiello da parte della società milanese che ha curato l’installazione e sul cui sito web così leggiamo: “la chiesa della gran madre di Dio, sito dell’impianto pubblicitario, che domina con maestosità la grandissima piazza di ponte Milvio si trova in una zona residenziale fra le più eleganti di Roma nord. Area di ritrovo serale e notturna mondana per i giovani di una fascia alta, durante il giorno la piazza è un centro nevralgico di traffico molto intenso proveniente sia dal vicino Foro Italico sia dalla via Flaminia che arriva in città portando tutto l’enorme flusso pendolare, e quotidianamente ospita l’affollato mercato rionale...”

A parte che la piazza non è poi così “grandissima“, a parte che la Flaminia non arriva a Ponte Milvio, a parte che “l’affollato mercato rionale” quotidiano non c’è più dal lontano 1982, il mood trionfalistico c’è tutto.

Ma non vogliamo fare i bacchettoni fino in fondo. Pur perplessi del fatto che quel maxi schermo resterà lì ancora fino a giugno 2024 saremmo meno critici se sullo stesso passassero anche messaggi sulla guida sicura e consapevole, messaggi che invitino a non correre. Messaggi sul bere moderato. Messaggi sul rispetto della vita propria e altrui. Messaggi segnatamente mirati alla platea serale di migliaia di giovani.
Ecco, se ciò accadesse saremmo meno critici. Ma fino a oggi, a quanto ci risulti, non è accaduto.

Claudio Cafasso

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27 COMMENTI

  1. Come ho già scritto, Da otto anni residente in Via della farnesina e la facciata della chiesa la devo cercare nelle foto di repertorio della zona se voglio ricordarmela. Si potrebbero sponsorizzare per visibilità tante facciate di palazzi romani (anche in zona) che vanno rifatte e che spesso per mancanza di fondi non fanno trovare accordi tra i condòmini. E invece si “fascia” una chiesa che è l’ottava meraviglia, sponsorizzando rolex, panini e birra. Con la croce sopra. Sì, mettiamoci una croce. Mah…

  2. Vorrei capire chi intasca i proventi della pubblicità.
    Mi hanno detto che con l’incasso della pubblicità si ammortizzano i costi per il montaggio dei ponteggi, non so se è esatto, e ritengo che dette costi si dovevano ammortizzare per la prima data prevista per la fine dei lavori. Marzo 2023
    Secondo il mio parere da Marzo 2023 doveva essere rimossa la pubblicità, che se non sbaglio è autorizzata dal Municipio.
    Quindi togliamo la pubblicità facciamo pagare l’occupazione del suolo pubblico e vedremo finalmente orde di operai lavorare.

  3. Evidentemente le “commissioni decoro” del XV° ed Comune se ne sono fregate, appunto, del decoro. Ma ciò non stupisce. Quello che stupisce è il comportamento della Curia.

  4. Che bisogno c’era di rifare la facciata dopo appena 9 anni. Senza contare che si è visto qualche operaio unicamente all’inizio lavori. Poi più niente.
    A pensar male cara Curia direi che ci sono interessi puramente economici.

  5. Viene da pensare che il rifacimento della facciata serva solo a far cassa con la pubblicità. Se dopo soli nove anni si è reso necessario rifare la facciata, la precedente impresa che l’aveva sistemata, evidentemente, ha lavorato male. E poi le imprese che sforano i tempi, non hammo delle penali da pagare? E comunque, sulla facciata di una chiesa, secondo me, non dovrebbe passare qualunque tipo di pubblicità, ma solo pubblicità selezionata, non fosse altro che per il decoro della chiesa.

    • Non si vuole capire che è soltanto un affare commerciale per chi propone questo!!!
      tutta Roma e invasa da questi finti lavori di ristrutturazione per poter montare ponteggi che servono solo a nascondere questa mascherata che non ha altro scopo di montare maxischermo che vendono spazi pubblicitari gli operai non ci sono quasi mai , verso la fine fanno una Roma nella x giustificare il tutto.
      Per carità e una bella trovata commerciale non c’è che dire chi la ideata non ha sbagliato però bisogna dare uno stop!!! Dei tempi precisi e non riempire completamente la città di questi schermi
      Poi nei posti di culto mi sembra eccessivo…..

  6. Amare considerazioni scaturiscono dall’ottimo articolo di Cafasso. E la lettura, che consiglio, dell’articolo di 10 anni fa https://www.vignaclarablog.it/2013060323440/oro-incenso-e-birra-a-ponte-milvio/ non solo le rinnova ma accentua, e ci mette di fronte all’indubbio peggioramento della qualità della nostra convivenza.
    Nel maggio del 2013 quando apparve sulla facciata della chiesa Gran Madre di Dio lo slogan what’s next e una gigantografia di una bottiglia di birra le reazioni degli abitanti e il dibattito che, ad esempio, si sviluppò su Vcb fu intenso, partecipato, argomentato. Nell’auspicio che dibattendo seriamente un tema se ne uscisse con una maggiore consapevolezza e certe sgrammaticature estetiche culturali e religiose si potessero evitare in futuro.
    Rileggendo i documentati commenti di allora, rilevo ora che chiusi il mio con l’auspicio “Ex malo bono”, e il bono sarebbe arrivato dalla presa di coscienza, in primis del Vescovo vicario a cui compete l’autorizzazione di questi allestimenti pubblicitari. Nello scambio di mail che ebbi con l’allora Agostino Vallini non sortì un esito positivo. Al punto che negli episodi successivi e in questo non ho più scritto al Vescovo né parlato con il Parroco.
    Segnalo peraltro che la trasformazione in spazio pubblicitario della Chiesa viene contrabbandato, nella sua debordante durata, per obbligata copertura e finanziamento per esecuzione dei lavori di manutenzione si è ripetuta in questo decennio diverse volte. Non è questa, dopo 10 anni, la prima ripresa dei lavori. La chiesa ha meno di 90 anni e gli architetti Cesare Bazzani e Busiri Vici malgrado il loro prestigio dovrebbero aver combinato un sacco di guai per generare tutta questa manutenzione.
    Dubito che sia questa la ragione della permanenza delle impalcature per tutto questo tempo! E non è cosa accattabile la mistificazione: le impalcature devono restare esclusivamente per il tempo richiesto per l’esecuzione dei lavori! (peraltro reiterati. selezionate buone ditte di manutenzione).
    Ma, come rileva l’agenzia milanese che ha curato l’allestimento: Ponte Milvio è un centro nevralgico e attira contatti visivi. La cosa funziona nella Fifth Avenue perché non dovrebbe funzionare anche a Ponte Milvio.
    Il risultato di questa serie di comportamenti si può misurare proprio su Vcb. Il numero dei ponderati commenti e delle prese di posizione di 10 anni fa non si è ripetuto stavolta. E mi scuso con gli attuali commentatori. Ora trovo, infatti, più battute liquidatorie e senza più speranza, che tentativi di trovare una interlocuzione ed un ascolto.
    Questo rilevante episodio di mala convivenza cittadina lascia molto amaro.

  7. Non credo si possa parlare di battute liquidatorie e senza speranza: forse in passato c’era un po’ di meraviglia e incredulità, ora c’è la presa di coscienza che la Chiesa si sta avviando su di una strada senza ritorno. Il caso di Ponte Milvio non è unico: chiese e conventi trasformatei in alberghi e location per eventi, strutture lussuose con piscine e campi da tennis (tipo quella su Via di Grottarossa) per i sacerdoti e i loro affiliati; al Vaticano Papa Bergoglio non fa più vendere le sigarette ma sigari e alcol si….e che dire di chi va a fare acquisti a prezzi stracciati, benzina compresa? Poveracci? Ma quando mai…..
    Ma questa è solo la punta dell’iceberg la cui deriva è “stare al passo con i tempi”…certo allora che si può barattare la facciata di una chiesa per 30 denari con la convinzione magari di aver fatto un grande affare.
    Non è certo con le tante “aperture” che questa chiesa guadagnerà consensi….al contrario: sempre piu’ fedeli vedono questi atteggiamenti come una grave mancanza di spiritualità. E una chiesa senza sacralità a che serve?

  8. L’altra sera passando davanti alla chiesa alla guida del mio veicolo sono stato distratto per non dire abbagliato da un improvviso cambio di luminosità delle schermo che da scuro è diventato bianco.
    Lo ritengo pericolo di sera e così vicino alla sede stradale.
    Penso ci siano gli estremi di un esposto alla polizia.

  9. Articolo troppo buono. Non si è mai visto un operaio e per quei ponteggi la parrocchia percepisce, si stima, dai 3.000,00 agli 8.000,00 euro al giorno. Cifre astronomiche e la comunità deve sopportare questo gigantesco e abbagliante televisore. Uno scandalo.

  10. È scandaloso. È inaccettabile. Distrae dalla guida, è invasiva, enorme, antiestetica. Tutte le regole sovvertite per la voglia di fare soldi a palate: l’emblema dei nostri tempi involuti. Poi voglio vedere che ritorno hanno gli sponsor, quando tutto ciò genera solo fastidio fisico e repulsione . Ma quando sarà finalmente tolta, nel rispetto dei limiti di legge? Chi di dovere deve intervenire.

  11. E’ una domanda che mi pongo spesso anche io: di fronte e certe pubblicità – anche televisiva – ripetitiva, invasiva, senza alcun nesso apparente con prodotto pubblicizzato – mi domando spesso e giovi allo stesso prodotto. A volte la frequenza della ripetitività mi spinge all’effetto contrario: vedere con senso di fastidio e noia quella pubblicità. In questo caso ciò che più infastidisce è il luogo, anche se da quelle parti, evidentemente il “dio quattrino” ha messo da pare ogni sentimento.

    • L’inconscio viene comunque colpito, anche in modo subliminale… E ricordiamoci che il pubblico non è tutto acculturato e capace di decodificare (ma neanche per fortuna tutto decerebrato). Il problema è la passività generalizzata ormai evidente ovunque, la svogliatezza di reagire per difendere i propri diritti basilari, la mancanza di lucidità. Questo è inquietante.

  12. 3 giugno 2013 – 5 ottobre 2023…….e siamo ancora qui.
    Ora come allora?
    No, decisamente peggio.
    Infatti, l’arroganza, la spregiudicatezza, la sfacciata superbia, la spudorata dimostrazione di “intangibilità” di chi ritiene di essere almeno come il Marchese del Grillo (ma sicuramente pensa di più), sono convinto abbiano superato ogni minima decenza (ma anche la massima).
    E non dovrebbero essere più tollerate dalla infinita sopportazione di noi cittadini.
    Così come insopportabili continuano ad essere (lo sono stati in tutti questi lunghi dieci anni) il silenzio e l’assenza colpevolissima di quante Autorità (ecclesiastiche o laiche che siano, ciascuna per la parte propria) che avrebbero viceversa dovuto (ripeto “dovuto”, nel senso che amministrare la cosa pubblica e tutelare il bene comune non si tratta di un optional) palesare pubblicamente la loro posizione e la loro presenza.
    Una scena intollerabile.
    Ottimo l’articolo di Claudio Cafasso, sia per avere ri-acceso i riflettori sia per come ha argomentato la necessità di farlo.
    Interessanti tutti i commenti, qualcuno decisamente meno condivisibile.
    Come già feci nel lontano 2013, anche in questo caso osservo che – forse – è stato scritto tutto quello che si poteva e non sembra esserci molto da aggiungere.
    Ma qualcosa vorrei, comunque, sottolinearla.
    In effetti, molte sarebbero le angolazioni dalle quali trattare la vicenda del gravissimo vulnus che offende l’edificio di culto, l’intera Piazza Ponte Milvio, il paesaggio urbano di questa importante parte della Città Storica.
    E, in modo intollerabile, offende noi cittadini, di qualsiasi genere, età, fede politica o credo religioso.
    Riflessioni che ci porterebbero molto lontano, per esempio anche su quei noti terreni delle pruderie “temporali” che hanno caratterizzato la Chiesa nei secoli, spesso distraendola dalla sua missione spirituale.
    Ma, da laico, preferisco astenermi da questo genere di critiche, piuttosto limitandomi a registrare questa ennesima spavalda dimostrazione (molto poco edificante) con notevole personale rammarico.
    L’unico argomento che qui mi preme sottolineare era stato già ampiamente sviluppato, e in modo condivisibile, negli interventi del 2013 di Marcello Sensi, di Decio Meridio e di Bruno Rosi (del quale sottoscrivo anche l’attuale commento).
    Parliamo della “qualità del tessuto urbano” (Bruno Rosi 2013), dunque delle regole e delle norme che lo tutelano, dunque delle Autorità preposte al controllo costante del loro rispetto.
    Ma – storie infinite, e non solo questa, lo dimostrano – questi minimi principi che sono alla base della distinzione tra urbs e civitas, cioè tra la città di pietra e la comunità di cittadini, evidentemente non valgono per Piazza Ponte Milvio.
    Questo luogo serve ad altro, non è luogo di “cittadini”, ma unicamente spazio nel quale far pascolare i “consumatori” da tenere ben (dis)ordinati nel gregge (non riesco a trattenermi dal sottolineare metaforicamente come la maxi pubblicità sul sagrato della Gran Madre di Dio è pur sempre un modo di governare il proprio gregge……).
    Ancora dobbiamo assistere allo spettacolo che vede andare a braccetto il Primo Stato (il Clero), il Secondo Stato (la nobiltà ora sostituita dal potere finanziario), che allegri suonano i loro pifferi, sulla musica dei quali il Terzo Stato (noi consumatori) deve ballare….ma non c’era stata la Rivoluzione Francese?……
    Guardiamo come in questi giorni preti e laici si siano equamente spartiti lo spazio urbano di Piazza Ponte Milvio: a un capo un sonoro mastodontico luminosissimo “ALT” invade e copre il richiamo che la facciata della chiesa dovrebbe avere sui fedeli e ci esorta a mangiare non si sa bene quale sorta di panino (si badi bene, panino non ostie che sono cibo per l’anima, sempre per restare nella metafora), dall’altro capo, di fianco alla storica Torretta di Valadier, fa bella mostra di se un improbabile “casona”, sembra foderata con carta stagnola, per pubblicizzare qualche altro prodotto che qui non interessa neanche citare.
    Insomma, Piazza Ponte Milvio è uno spazio pubblicitario da offrire ai più vantaggiosi (economicamente) inserzionisti.
    Per sintetizzare: l’ignoranza e l’incultura al potere.
    Da moltissimi anni il Comitato Abitare Ponte Milvio si batte a perdita di fiato (e di pazienza) per il decoro di questa parte di città, per la difesa dei suoi valori storici e culturali, per la sicurezza e il benessere dei cittadini, residenti e lavoratori, insomma per la salvaguardia del minimo convivere civile.
    Penso che la misura sia colma e che i cittadini dovrebbero fare finalmente sentire la propria voce, ma a volumi altissimi.
    Esistono norme e regole (per esempio sulle affissioni pubblicitarie, ma non solo quelle), racomandazioni internazionali sul “paesaggio urbano storico” che dobbiamo pretendere siano rispettate, dalle Autorità ecclesiastiche e da quelle laiche.
    Il Vescovo Vicario (o chi per lui) sulla base del Codice di Diritto Canonico e dei suoi poteri, il Comune di Roma e il XV Municipio sulla base delle Leggi nazionali (per esempio, il Codice dei Beni Culturali e del Pesaggio) e dei loro poteri, la Soprintendenza (anche se notoriamente sorda cieca e muta), insomma tutti insieme appassionatamente grazie anche ai Patti Lateranensi (guarda un po’, non tralascio nulla!!!), devono uscire allo scoperto e mettere fine a questo uso infame di Piazza di Ponte Milvio e di questa intollerabile quotidiana offesa perpetrata ai danni dei cittadini e della loro sensibilità.
    Dopo dieci anni, questa non è una nostra richiesta, ma un ineludibile dovere di chi amministra, anime e corpi.
    Paolo Salonia
    Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio

  13. Giustissimo protestare. Sarebbe giusto anche chiedere una verifica dell’amministrazione locale.
    grazie per l’articolo.

  14. Quello che più meraviglia di questi commenti è che quasi tutti lamentano il degrado della piazza a causa di quella invasiva pubblicità dimenticando però che ogni giorno sopportano in continuazione pubblicità ben più sgradevoli ed umilianti: pubblicità che hanno a che fare con le emorroidi, la diarrea, la prostatite, le perdite urinarie, l’aria nell’intestino, il ciclo mestruale….e lo fanno di buon grado per ottenere in cambio programmi televisivi insulsi e demenziali o partite di calcio.
    Il problema perciò non è il degrado della piazza dal momento che viviamo in una città sommersa dai rifiuti e che fa schifo; e non è neppure l’inerzia di chi dovrebbe controllare e impedire. E da quando in qua Comune e Municipio controllano e impediscono qualcosa? Il vero degrado è all’interno della Chiesa dove l’etica cattolica appare a molti, papa e cardinali compresi, come un qualcosa che stride con le abitudini odierne di vita. Il modello liberista (il vero cancro della democrazia) costringe la Chiesa a piegarsi ai suoi voleri e la Chiesa anziche opporsi e rifiutare di cedere alla cultura del consumo la asseconda pensando in questo modo di essere una chiesa moderna e benvoluta.
    Mi chiedo con quale faccia questa gente sale sul pulpito per farci la predica! Assomigliano sempre più ai nostri politici: quelli che fanno le vacanze in alberghi da 2.000 euro a notte e poi in televisione ci parlano delle loro preoccupazioni per i poveracci che non arrivano alla fine del mese o non hanno i soldi per comprarsi le medicine.

  15. Devo una rettifica.
    La “…improbabile “casona”, sembra foderata con carta stagnola, per pubblicizzare qualche altro prodotto che qui non interessa neanche citare…”, della quale ho scritto nel mio precedente commento, in questo specifico caso non pubblicizza un “prodotto” in senso stretto del termine.
    Ma la mia considerazione sull’equa distribuzione pubblicitaria dello spazio urbano tre i due poteri (Primo e Secondo Stato, come si diceva) resta comunque valida per tutte le innumerevoli occasioni passate.
    Nello specifico di questi giorni, la “casona foderata con carta stagnola” ospita invece – udite udite – una delle tante postazioni di ROM-E ecosostenibilità e futuro – ROMA DIVENTA GREEN, “festival dove si incontrano le aziende ed il pubblico per parlare di ecosostenibilità, nuove fonti di energia e smart mobility”.
    Ancora peggio.
    Infatti, si dovrebbe aprire qui una voragine e il discorso dovrebbe diventare veramente al “calor bianco” e violentissima dovrebbe essere la censura nei confronti di questa Amministrazione, dal Comune al Municipio.
    ROMA DIVENTA GREEN, certamente….continuiamo con gli slogan e le parole e i discorsi sulla “sostenibilità”…..sacrosante balle….se ne avete voglia e stomaco, andate anche a leggere il fantasioso programma dei tre giorni festivalieri……troverete la solita melassa di frasi fatte sulla “mobilità”, sull’”elettrico e il sostenibile”, sui “giovani e l’ambiente” e chi più ne ha più ne metta.
    Vorremo azioni coerenti e risultati tangibili, basta con le chiacchere e gli slogan.
    Roma è devastata, ridotta ad un livello di degrado diffuso come mai in passato.
    Per restare “dalle nostre parti”, basta far finta di non vedere lo stato di Piazza Ponte Milvio e incamminarsi, per esempio, su via Farnesina (prima lanciate uno sguardo riverente e genuflesso alla pubblicità che scorre sul maxi-schermo “benedetto”).
    Lì avremmo la cosiddetta “immagine plastica” di cosa vuol dire “Roma diventa green” (anzi già lo è diventata): cespugli, rovi, alberi che spuntano dall’attacco a terra dei palazzi e dai cigli dei marciapiedi, riducendo drasticamente la sezione dei marciapiedi stessi destinati ai pedoni.
    E questi già devono destreggiarsi tra immensi cumuli maleodoranti di immondizia straripante.
    Del resto sappiamo bene che questo “panorama green” è ormai la cifra della città, dal centro alla periferia.
    E non parlo dello stato degli alberi, per esempio dei pini secolari, ormai morti per mancanza di cure lungo la via Flaminia, proprio sotto le finestre della sede (affittata) del Municipio XV.
    E ci vengono a rompere le scatole con i chioschetti argentati – a ridosso della Torretta Valadier – che strombazzano di “ecosostenibilità e futuro”……..veramente la misura è colma!
    Dice: “ma cosa c’entra questo discorso adesso?”
    Certo che c’entra! Se ancora non siamo del tutto decerebrati (come giustamente osserva Marina), non dovremmo faticare troppo per capire che questi temi rappresentano le tessere di uno stesso mosaico, riconducono allo stesso “sistema” nel quale, allegramente, stiamo annegando, sempre più “svogliati” e “passivi” (continuando a citare Marina).
    Sforziamoci per riappropriarci della nostra coscienza civica e della nostra dignità di cittadini.
    Come diceva qualcuno molto più bravo di me, indignamoci.
    Anzi, chiedo a Claudio Cafasso se ritiene che si possa affrontare il tema “green” prossimamente su VCB.
    La rettifica era dovuta…..e il seguito ancora di più.
    Paolo Salonia
    Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio

    • Grazie Paolo, ho letto parola per parola i suoi interventi, purtroppo (mentre prima era ‘per fortuna’) vivo in Via della Farnesina e non passa giorno in cui non pensi a come si può essere scesi così in basso, e ‘what’s the next?’ è il mio peggior incubo. Se poi nel concetto di sostenibilità ci rientrano anche monopattini e biciclette diciamo che sono diventati i mezzi più insostenibili, perché dove non arriva l’erba ci arrivano questi maledettissimi mezzi (peraltro banditi da molte città appunto). Gli storici pontemollesi non meritavano e non meritano tutto questo.

    • Grazie per avermi gentilmente citato! A riprova che qui si leggono sia gli articoli che i commenti. Riguardo il “green”, se si apre un dibattito, finalmente avremo voce per dire tutto ciò che pensiamo e vediamo quotidianamente: non basta infatti immettere nella nostra città centinaia di monopattini, quando chi li affitta è incivile e chi deve controllare non fa nulla. Vengono guidati in due molto spesso (padre/bimbo; fidanzatini; amici), anche di notte e senza casco! Abbandonati in ogni dove, anzi lanciati come freesbe sui marciapiedi o accanto ad auto, portoni e negozi. Poi è il turno delle piste ciclabili, queste sconosciute per molti ciclisti temerari che guidano nel traffico, in alcuni casi dotati di tacco 15!… E che dire della oscena pista ciclabile in zona Gemelli: come è possibile che nessuno dalle ambulanze del 118 protesti per il fatto di rimanere negli ingorghi ogni giorno? Scusate, sono andata off topic rispetto all’articolo, ma il là l’ho colto da Paolo.

    • Direi che più che indignazione occorrerebbe intervento. Il tempo delle indignazioni e’ terminato. Il cittadino direttamente interessato, ad es. Esercente, potrebbe serenamente intervenire senza aspettare la mano santa del Comune, per pulire l’area limitrofa al suo esercizio. Non solo, potremmo non contribuire al degrado. Ponte Milvio e piena anche di ricordini dei ns. amici a 4 zampe. Beh, qnd vediamo il padrone o la padrona dell’amico a 4 zampe non ottemperare al suo dovere, troviamo il coraggio di ricordargli che quello è suolo pubblico. O no?

  16. Condivido e apprezzo l’incisivo articolo di Claudio Cafasso e molti dei commenti seguiti. A me pare, qualche lettore lo ha già accennato, che si tratti solo di una sconcertante trovata con guadagni (lauti, immagino)anche per la Chiesa ed il Vaticano. Ciò mi pare, abbastanza provato dalla circostanza che i ponteggi sono stati montati da circa un anno e che in questo lasso di tempo non si sono visti lavori alla facciata della bellissima Basilica. Mentre la pubblicità viene divulgata attraverso il gigantesco video che oscura l’entrata principale del Tempio cattolico da oltre un anno. Nè è pensabile che i lavori, qualora fossero avviati a giorni, possano concludersi entro giugno 2024 quando scade la proroga per l’occupazione degli spazi pubblici ove insistono i ponteggi. I responsabili di questo presunto intervento non hanno nulla da dire, da spiegare ai cittadini increduli? Si spera lo dicano in modo credibile per tutti.

  17. Da abitante recente di questo quartiere, e da cittadina, sono contenta che questa questione sia stata ripresa anche dalle testate nazionali, unico modo per portarla alla ribalta e all’ attenzione di chi puo’ e deve prendere decisioni. E’ la dimensione dell’installazione che rende impossibile non vederla e altera totalmente la fruizione del luogo. E’ incredibile che un parroco non si renda conto dell’ effetto nocivo di questa scelta. Abbiamo bisogno di essere aiutati a scorgere la presenza del divino in ogni luogo, specie naturale, non di essere accecati dalla commercializzazione pubblicitaria.

  18. A me sembra una vergogna che un luogo di culto sia trasformato in una operazione commerciale. Quella facciata era stata rifatta recentemente e, peraltro, non ci lavora nessuno. Sarebbe il caso di scacciare i mercanti dal tempio !

  19. Buongiorno, oltre a condividere le considerazioni sul decoro della piazza e della chiesa, snaturata dalla gigantesca pubblicità, trovo che il mega monitor con immagini in movimento e veri propri filmati possa essere molto pericoloso per chi è alla guida nella piazza. La legge vieta, giustamente, di utilizzare il telefonino alla guida, ma possibile che non vi sia alcuna previsione che garantisca la sicurezza nei confronti di uno schermo che farebbe invidia, per grandezza e qualità video, a molte sale cinema romane? Non è l’unico caso in zona (sul lungotevere altro mega schermo) e chiederei un approfondimento in tal senso. Vi ringrazio

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