Home CRONACA Biodigestore a Cesano, il Campidoglio tira dritto

Biodigestore a Cesano, il Campidoglio tira dritto

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ArsBiomedica

Un duello istituzionale sul tema biodigestore da realizzare a Cesano si profila all’orizzonte.

Da una parte la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale (ente del Ministero della Cultura) che ha espresso parere negativo sul progetto perché ritiene le opere non compatibili con un’area a vocazione agricola, puntando il dito sull’impatto ambientale e sulla viabilità.

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Dall’altra parte la struttura che fa capo al sindaco Gualtieri, commissario di governo per la gestioni dei rifiuti a Roma, che ha deciso comunque di dare il via libera all’impianto dopo aver ricevuto l’ok, anche se con molte prescrizioni, da parte dell’ARPA l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.

L’Arpa ha infatti dato un parere tecnicamente non negativo chiedendo però approfondimenti e miglioramenti a partire dal capitolo acque superficiali per le quali “dovrebbero essere fornite maggiori informazioni sulle sezioni di progetto, con particolare riferimento a tutte le opere strutturali che saranno interrate” mentre per quanto riguarda il sottosuolo, tra le altre prescrizioni, Arpa dice che “sarà necessario eseguire la valutazione della compatibilità geotecnica dell’area di sedime delle opere in progetto, tenendo anche conto della profondità della falda e mantenere in adeguato stato di conservazione la pavimentazione dell’impianto, effettuando dei controlli periodici sullo stesso“. Seguono poi altre indicazioni sulla qualità dell’aria, sul rumore e sulla viabilità.

OK dalla Conferenza dei Servizi

Tutti temi che sono stati affrontati nella Conferenza dei servizi nel cui verbale di chiusura però così si legge: “giudizio favorevole con prescrizioni“.

Il Campidoglio è intenzionato a tirare dritto, insomma, avvalendosi dei poteri commissariali del sindaco, considerando la rilevanza strategica del biodigestore e la necessità di rispettare i tempi previsti per non perdere i finanziamenti.

Ma il braccio di ferro sembra destinato a non esaurirsi qui. La Soprintendenza ha ribadito che il suo parere è vincolante e potrebbe rivedere la sua valutazione soltanto se il progetto venisse rimodulato. Ma dopo il nulla osta della Conferenza dei Servizi, lo scenario che potrebbe profilarsi è quello di un ricorso al TAR.

Le opposizioni in XV: “Il Sindaco riferisca in aula”

Fortemente critiche tutte le forze politiche del Municipio XV il cui Consiglio in una seduta del 2022 ha votato all’unanimità un documento col quale si esprime parere negativo al biodigestore alla luce del fatto che “la realizzazione dovrebbe avvenire in una zona già interessata da grossi impianti e costretta a convivere con Radio Vaticana e con il Centro Ricerche Enea Casaccia“.

Peraltro, la stessa ENEA aveva espresso forti perplessità poiché “l’impianto in oggetto ricadrebbe nell’area di competenza del piano di emergenza per cui ha rappresentato alcuni profili di potenziale criticità”.

Per esprimere un nuovo e netto NO, le forze di opposizione del parlamentino di Roma Nord hanno chiesto la convocazione di un Consiglio Straordinario che a norma di regolamento dovrà tenersi entro venerdì 13 ottobre.

Ma non solo, hanno chiesto che vengano invitati il sindaco Roberto Gualtieri, l’assessore capitolino all’Ambiente Sabrina Alfonsi, l’AMA e i responsabili degli uffici capitolini che in sede di Conferenza dei Servizi hanno espresso parere favorevole.

Roma ha bisogno di impianti e anche in tempi rapidi ma per quello di Cesano, come ripetuto più volte, non possiamo negare che la collocazione scelta sia davvero un grosso errore” sostiene Daniele Torquati, presidente del XV, mentre per Giuseppe Mocci, capogruppo Lega, la decisione del Campidoglio di tirare dritto sul biodigestore è “un atto di arroganza senza precedenti che non tiene conto delle criticità già presenti in questo quadrante di città“.

Sul piede di guerra anche i cittadini di Cesano e Osteria Nuova e il nutrito gruppo di comitati da sempre ostili all’opera ritenuta non compatibile con il contesto di riferimento e di troppo impatto ambientale visto l’importante consumo di suolo previsto.

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