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Scoperta una villa romana al Foro Italico

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Galvanica Bruni

Duemila anni dopo, torna alla luce una vecchia residenza aristocratica d’età romana. Una villa che dalle pendici di Monte Mario arrivava al fiume Tevere. Le strutture novecentesche del Foro Italico? Un tempo erano i giardini dei proprietari della struttura.

La scoperta è stata fatta nel cantiere in viale dei Gladiatori dove il Comune sta lavorando per il ripristino del funzionamento dell’opera necessaria per risolvere i problemi idraulici nella zona di Corso Francia, Ponte Milvio e Tor di Quinto, ovvero il collettore Alto Farnesina i cui lavori, iniziati a dicembre 2022, oggi sono al 45% e stando alle previsioni termineranno per la fine del 2024.

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La villa

La villa, una tenuta aristocratica, è stata abitata dall’età repubblicana fino a diversi secoli seguenti. Come si legge nell’edizione romana de La Repubblica di sabato 16 settembre, gli esperti ipotizzano che nel II secolo d.c siano stati eseguiti dei lavori di ristrutturazione, con la creazione di un portico sul fiume, con una frequentazione del posto fino al VI secolo.

«Poi c’è un buco documentale fino alle tracce di età rinascimentale, quando la struttura potrebbe essersi connessa con l’edificazione di Villa Madama»,commenta Alessio De Cristofaro, archeologo della Soprintendenza Speciale di Roma.

La scoperta è un tassello importante che consente agli esperti di ipotizzare la presenza di una o più ville residenziali che si estendevano dalle pendici di Monte Mario a tutta la zona del Foro Italico, arrivando fino al fiume Tevere, che era parte centrale del tessuto connettivo di queste residenze.

L’altra grande sorpresa

L’altra grande sorpresa e notizia è il ritrovamento, all’interno della struttura residenziale, di alcuni reperti appartenenti a un’età ancora precedente: frammenti di buccheri del VI secolo a.C, marmi colorati, vasi e di strumenti di uso quotidiano.

«Questo sito era già stato studiato e spoliato dei materiali più importanti in età antica. Abbiamo ritrovato soltanto altri frammenti. Ma è una grande occasione per noi questo scavo: continueremo ad andare più in profondità per scoprire cose del passato che ancora non conosciamo. Non è consuetudine – spiega De Cristofaro – ritrovare questi reperti fuori dal centro storico di Roma».

Lo studio tecnico effettuato dal Campidoglio, spiega ancora La Repubblica, rilevando il primario interesse pubblico dell’opera, ha individuato in collaborazione con la Soprintendenza quale soluzione possibile quella di procedere allo smontaggio dei reperti, al successivo studio degli stessi e alla conservazione dei ritrovamenti per un futuro utilizzo.

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2 COMMENTI

  1. Buongiorno, io abito sul lungotevere opposto ( fkaminio) e mi chiedevo se questi scavi bloccheranno le prossime manifestazioni/ eventi grazie

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