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    Morto il sociologo Domenico De Masi

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    Galvanica Bruni

    Il sociologo Domenico De Masi è morto oggi a 85 anni. Il professore emerito di Sociologia del lavoro presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” è scomparso a causa di “una improvvisa e micidiale malattia”, come riportato da Il Fatto Quotidiano, testata con la quale collaborava.

    Una malattia scoperta casualmente lo scorso 15 agosto mentre era in vacanza a Ravello. E scoprì anche che aveva poche settimane di vita.

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    La sua carriera accademica è iniziata subito dopo la laurea: a Parigi consegue il dottorato in Sociologia del Lavoro, diventando allievo di Alain Touraine. Si rivela fondamentale l’incontro con Adriano Olivetti. È dalle due esperienze – Touraine e Olivetti – che nasce il paradigma della doppia dialettica di classe che alla classica contrapposizione tra borghesia e proletariato affianca quella di una classe imprenditoriale ‘illuminata’ a una classe imprenditoriale ‘subalterna e conservatrice’.

    A Napoli diventa assistente di sociologia all’Università Federico II. Contemporaneamente è anche ricercatore presso il centro studi ‘Nord e Sud’ diretto da Giuseppe Galasso, dove svolge una ricerca sui gruppi informali e sui sindacati presso l’Italisider di Bagnoli. Poi Roma, dove diventa anche preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione. Suo il concetto – e la definizione – di “ozio creativo” come “unione di lavoro con cui produciamo ricchezza, di studio con cui produciamo sapere e di gioco con cui produciamo allegria. L’insieme di queste tre cose dà origine a quelle che possiamo chiamare ozio creativo”.

    Domenico De Masi ha sviluppato e diffuso uno dei paradigmi post-industriali, basato sull’idea che, a partire dalla metà Novecento, l’ insieme di azioni quali: il progresso tecnologico, lo sviluppo organizzativo, la globalizzazione e la scolarizzazione di massa, abbia prodotto una nuova società incentrata sulla produzione di informazioni, servizi, simboli, valori, estetica. Questo processo, secondo il professore, ha determinato nuovi assetti economici, nuove forme di lavoro e di tempo libero, nuovi valori, nuovi soggetti sociali e nuove forme di convivenza.
    Con queste sue idee, il professore era stato ispiratore della necessità del lavoro agile e anche di molte battaglie politiche del Movimento 5 Stelle: su tutte, il reddito di cittadinanza.

    Studioso di fama internazionale, aveva ricevuto nel giugno scorso la visita privata del presidente brasiliano Lula, durante il viaggio di quest’ultimo in Italia.

     

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    3 COMMENTI

    1. Nonostante tanti titoli accademici non riusciva a distinguere la differenza tra aggressore ed aggredito nell’invasione russa in Ucraina. Sosteneva fosse meglio vivere sotto una feroce dittatura che morire per difendere la libertà della propria patria… un insulto, oltre che all’intelligenza di chi ascolta, alla storia della resistenza italiana.

      • Provi a leggere il numero di Limes di giugno 2021, intitolato “Se crolla la Russia – perchè all’America serve quel nemico”, la aiuterebbe a comprendere l’iperbole di De Masi

        • Non sembra va un’iperbole, sembrava proprio un’affermazione “vera”… ribadita più di una volta a chi lo intervistava. La “posizione” di Limes, se non sovrapponibile, è quantomeno sulla stessa lunghezza d’onda… ho letto Limes, ho ascoltato Caracciolo e non sono d’accordo su quasi tutto. Ma grazie comunque per il consiglio.

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