Home ATTUALITÀ Storie d’estate – I Pink Floyd e i rebbi

    Storie d’estate – I Pink Floyd e i rebbi

    forchetta
    ArsBiomedica

    E’ morta l’attesa, non esiste più. Ora si vuole, pardon si pretende, tutto e subito. E’ colpa di nessuno, sono i tempi che cambiano.

    Mentre si sorseggiava una birra, parlando con alcuni ragazzi che “ragionavano” sui Pink Floyd, mi è tornata alla mente l’attesa per l’uscita di “The wall”. Era il 1979, e ricordo perfettamente lo scandire dei giorni che mancavano all’uscita dell’album.

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    Tipo sei mesi prima quelli della generazione che ha scavalcato gli “anta” realizzarono una sorta di calendario dell’Avvento, passavano le ore e si calcolava il tempo mancante all’ascolto. Era un’attesa piacevole, tutt’altro che snervante, ci si interrogava su quali suoni avremmo ascoltato, si facevano ipotesi sui testi.

    Era l’attesa, ed era meraviglioso aspettare. Non può capirlo chi, quell’album, lo ascolta oggi, senza aver vissuto l’aspettativa. Come non può capirlo chi oggi evita di aprire il dizionario per scoprire che i denti di una forchetta non si chiamano denti, ma rebbi.

    Moremassi

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