Home ATTUALITÀ Tram Flaminio – Vigna Clara, il XV come una piccola Svizzera?

Tram Flaminio – Vigna Clara, il XV come una piccola Svizzera?

TRAM2
ArsBiomedica

La ferma determinazione manifestata dal parlamentino del Municipio XV nel dare parere positivo al progetto di realizzazione di una linea tramviaria fra Piazza Mancini e la stazione Vigna Clara non ha fatto breccia nell’opinione pubblica, o almeno in quella dei tanti lettori che sulle nostre pagine o sui social hanno espresso dubbi e perplessità sulla bontà dell’idea.

Il progetto di un tram – praticamente il proseguimento della linea 2 già oggi nell’occhio del ciclone – che da piazza Mancini percorra Ponte Duca d’Aosta e il Lungotevere interessando poi piazza Ponte Milvio, via Flaminia e Corso Francia con tutti i problemi di viabilità, mobilità e staticità (non a caso il XV ha dato il suo ok accompagnandolo con oltre 50 raccomandazioni) fa ancora sgranare gli occhi nonostante se ne parli ormai da mesi, a partire dalla nostra intervista dello scorso 25 maggio a Giovanni Forti, presidente della commissione mobilità del Municipio XV, convinto assertore dell’istituzione di questa linea tram definita “un’opera fondamentale per migliorare il trasporto pubblico in una zona che da troppo tempo soffre di un collegamento quasi inesistente con la mobilità su ferro” e quindi, come tale, non sostituibile con una più banale e meno costosa di rete di bus-navette elettrici.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

Ma dare manforte a chi nutre dubbi e perplessità su questo progetto arriva oggi un’intervista pubblicata da Il Messaggero a Ezio Rendina, uno degli ingegneri indipendenti più esperti d’Italia nel settore tranviario,  titolare della “Consulting Management”, una impresa specializzata nell’osservazione, nell’analisi e nella previsione delle emissioni acustiche e vibrazionali ambientali prodotte dai sistemi di trasporto. Secono Rendina, “A Roma i tram vanno eliminati, il sottosuolo non regge. Una soluzione potrebbe essere quella degli autobus elettrici”

Parole lapidarie quelle dell’ingegnere che, in tema di emissioni acustiche e vibrazioni, afferma: “I tram  fanno curve come le auto, molto strette. E più stretta è la curva più è alta la possibilità che faccia rumore perché la distanza che percorre la ruota interna è inferiore alla distanza che percorre la ruota esterna. Nel corso degli anni i tram sono diventati più pesanti per dare agli utenti un maggior comfort e per aumentare la capacità di ospitare viaggiatori. Nei tram più pesanti la rotaia flette di più, anche perché gli armamenti sono stati realizzati, in Italia, per mezzi più leggeri. Se l’armamento del tram, cioè quell’insieme che noi vediamo in superficie con la rotaia, non ha un’infrastruttura solida, e sotto ci sono cedevolezze con diverse buche, ogni volta che il mezzo passa ci sono rumori e vibrazioni“.

A Milano – sottolinea l’autore dell’intervista – sono stati rifatti gli armamenti con traversine, cemento, rotaie, piastre e bulloni. Per Roma la situazione è molto più complessa perché il sottosuolo ha una forte disomogeneità. «Una soluzione potrebbe essere quella degli autobus elettrici», sostiene quindi l’ing. Rendina.

Lapidaria la conclusione alla quale giunge l’autore dell’articolo: “Roma è ostaggio di quella che i residenti (ormai sul piede di guerra e che hanno presentato anche esposti alla Procura della Repubblica) hanno definito lobby tranviaria che continua a proporre questi mezzi come parte della “cura del ferro” per la mobilità cittadina. Tutto ciò senza tener presente, però, delle conseguenze che i tram possono portare sia in termini di stabilità dei palazzi (alcuni hanno segnalato crepe negli edifici), sia per la rumorosità, sia per gli effetti sulla salute“.

Meno lapidaria e più propositiva è invece la richiesta emersa più volte nei commenti dei nostri lettori: indire un referendum locale fra i cittadini del XV chiedendo loro semplicemente se vogliono questo tram o se preferiscono delle navette con bus elettrici.
Il XV per una volta come una piccola Svizzera, perché no?

Claudio Cafasso

Tram Flaminio – Vigna Clara, il Municipio XV ha detto SI

© RIPRODUZIONE RISERVATA

13 COMMENTI

    • Ma in quale spazio è possibile realizzare rotatorie a Corso Francia? Abbattendo i palazzi fronteggianti? In realtà linee tranviarie e rotatorie andrebbero progettate prima dell’urbanizzazione. Dopo è molto complicato realizzarle.

      • Giancarlo Venza,
        i tram moderni sono bidirezionali, quindi non hanno bisogno di alcuna rotatoria.
        Se vede il progetto sono previsti due binari per il capolinea davanti alla stazione di Vigna Clara.

        • Gentile Signor Stefano,
          chiedo scusa, ma la parola “rotatoria”nella risposta alla Signora bea si riferiva alle rotatorie stradali, non ai capilinea ad anello. Non pretendo di avere la Sua competenza professionale ma, da tecnico in altro ramo e da utente e appassionato di trasporto su ferro, credo di avere sufficienti conoscenze da non incorrere in simili errori e da saper leggere un progetto. Le rinnovo la mia stima e le auguro un’ottima giornata.
          Giancarlo Venza

  1. Gentili Signori,
    le dichiarazioni di questo Rendina possono essere smontate in due minuti.
    Quando dichiara che a Milano i binari sono costituiti da Traversine e Rotaie.
    Perchè i binari di Roma come sono fatti?
    Ha mai citato un caso di cedimento dei binari a Roma?
    Sa che cosa siano la distribuzione dei carichi di un tram?
    Sa quale sia la differenza del rumore di un tram e di quello di un autobus?
    Se il terreno di Roma non regge i tram, i binari che esistono da circa 80 anni avrebbero dovuto cedere 100 volte negli ultimi 50 anni.
    Signori, ci troviamo di fronte all’ennesima favola diffusa ad arte, come quella della galleria troppo stretta sotto Monte Mario.
    I tram stanno tornado a percorrere le città di tutto il mondo, comprese Firenze e Bologna, perchè il tram è il mezzo di trasporto più ecologico che esista, e gli autobus elettrici sono solo una brutta copia dei tram stessi.

  2. Nessuno mette in dubbio bellezza ed efficienza dei tram….il fatto è che sembra che nessuno li voglia a Ponte Milvio. Siccome non si fa altro che parlare di “democrazia”, spesso anche a vanvera, basta fare un piccolo referendum tra i residenti……perché no? Non sarebbe democrazia partecipata? Oppure bisogna fare una rivolta? Boh….

  3. Egregio Stefano, nello scrivere “ci troviamo di fronte all’ennesima favola diffusa ad arte” lei offende nello stesso tempo l’ing. Rendina e questa testata che gentilmente ospita lei, me e tutti noi. Si rende conto, egregio, che così scrivendo lei sta tacciando entrambi di complottismo e di falsità ?
    Ma lei, sempre egregio Stefano, lo ha letto ha letto il curriculum dell’ing. Rendina ? Ecco glielo fornisco io consentendomi infine un’altra domanda : ma che male ci sarebbe a indire un referendum consultivo fra la popolazione interessata ? Stia bene.
    https://www.ingenio-web.it/articoli/autori/rendina-ezio/

    • Gentile Urbano,
      Io non offendo nessuno dato che la presente testata e’ ancora il portale che uso, e che avuto il dovere di riportare quanto scritto da un giornale che probabilmente e’ cionvolto in una guerra contro i tram.
      Il curriculum del soggetto lo conosco bene, avendolo studiato una settimana fa, ma non cambia la sostanza delle mie considerazioni.
      Se invece vogliamo parlare di cose serie, il famigerato progetto del tram 2 fino a Vigna Clara dovrebbe sicuramente essere soggetto a Referendum Popolare.
      Questo per alcune considerazioni:
      Il Municipio XV l’ha approvato con 50 (sic!) osservazioni, sintomo che qualcosa non va.
      Probabilmente l’approvazione e’ un compromesso politico per non scontrarsi con la Giunta capitolina.
      Il progetto ad un primo esame stravolge la vita di tutto il quartiere di Vigna Clara (altro che l’Anello Ferroviario).
      Il tracciato toglie senza una motivazione valida circa 200 posti auto a Corso Francia.
      Io personalmente penso, come privato cittadino, che peggio di cosi non potevano farlo.

  4. Prima di avventurarci nella messa in opera dei binari propongo di effettuare una semplice prova di imbatto sulla mobilità di Corso Francia iniziando a delimitare le due corsie che andrebbero riservate ai tram.
    In modo da può testare, a basso costo ed in modo reversibile, quale è l’impatto sulla mobilità di Corso Francia, strada fondamentale nella viabilità del Ns Municipio. Oltre ai problemi di mobilità andrebbe testato la ricaduta sull’inquinamento
    Fatto il test e rilevati i risultati si dovrebbe comunque fare u

  5. Perché non mettere le navette elettriche ?lo.sapete che le corse alla stazione di vigna Clara sono ridotte ??in agosto non lavora nessuno?

  6. Speriamo che i tempi burocratici la mandino alle lunghe così arriva un’altra giunta che la pensi diversamente. Io sono per autobus

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome