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    Immigrazione a Roma immigrazione nel Municipio XV, dati 2023

    immigrati vincenzo pira
    Galvanica Bruni

    Un’analisi aggiornata della situazione immigrazione nella Capitale e in particolare nel XV Municipio. Lo studio, redatto da Vincenzo Pira –  antropologo ed esperto di cooperazione internazionale che dopo aver lavorato per anni in Africa ed in America Latina oggi vive e lavora nel quartiere di Labaro – si basa sul 18mo Rapporto sulle Migrazioni presentato lunedì 10 luglio e curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS.

    Nell’ultimo anno sono avvenuti eventi epocali che preoccupano fortemente per le condizioni generali del mondo e, in particolare, dell’Europa. L’invasione russa dell’Ucraina ha provocato l’esodo di milioni di persone in cerca di rifugio fuori dal Paese. Dai dati forniti dalle Nazioni Unite, ad un anno dall’inizio del conflitto erano già 8.173.211 le persone che avevano richiesto la protezione in Europa.

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    Gli Stati europei maggiormente coinvolti nell’accoglienza di rifugiati sono la Polonia (1.577.289 persone), la Germania (922.657), la Repubblica Ceca (502.041) e l’Italia (173.213).

    Gli arrivi dalla Nord Africa stanno aumentando negli ultimi mesi riproponendo il gravoso problema del come l’Unione Europea e il governo italiano possono e devono governare questo processo.

    Come prevenire gli ingressi illegittimi e ancor più come evitare le morti in mare che stanno trasformando il Mediterraneo in un enorme cimitero? Al 10 luglio 2023 il Ministero dell’Interno comunica che le persone sbarcate in Italia sono 70.601, il doppio di quanti sono arrivati nello stesso periodo dello scorso anno.

    A Roma  

    gli stranieri iscritti in anagrafe al 31 dicembre 2021 sono 378.882, pari al 13,5% della popolazione totale di Roma, un valore superiore a quello sulla popolazione residente in Italia (8,5%).

    L’ultimo anno ha fatto registrare un’importante inversione rispetto alla tendenza che ha visto decrescere la popolazione straniera residente nella Capitale a partire dal 2018. Il numero di residenti stranieri è infatti in lieve aumento (+0,6%), con incremento massimo nel municipio VII (+3,8%), seguito dal municipio XII (+3,3%).

    I municipi in cui la presenza straniera è più elevata rispetto al totale della popolazione sono il I (20,7%), il XV (19,7%), il VI (18,2%) e il V (17,7%); quelli in cui la popolazione straniera incide di meno sono i municipi IX, III e IV (rispettivamente 8,5%, 9,3% e 9,9%).

    Anche nel 2022 resta confermata la prevalenza della componente femminile su quella maschile (53,2% contro 46,8%).

    I rumeni sono la comunità più numerosa (86.665), cui seguono filippini (41.049), bangladesi (33.367), cinesi (19.206) e ucraini (14.938).

    Nel Municipio XV  

    gli stranieri iscritti all’anagrafe del Municipio Roma XV, alla data del 1°gennaio 2022, sono 31.350 (erano 31.209 nel 2021). Con una popolazione complessiva di 159.469 gli immigrati nel Municipio XV sono attualmente il 18,2%. Le comunità immigrate sono composte per il 56,1 % da donne delle quali il 49,8 sono nubili. I minori sono 5.121 pari al 16,3 % del totale.

    Le nazionalità di provenienza più numerose sono: i rumeni (7.939 persone pari al 25,3 % del totale della popolazione straniera), i filippini (5.234 persone pari al 16,7 %) i srilankesi (2.630 persone pari al 8,4 %), i peruviani 1.581 persone pari al 5,0 %), gli ecuadoriani (1.260 persone pari al 4,0 %), gli indiani (784 persone pari al 2,5%) gli  ucraini (774 persone pari al 2,5 %), i  moldavi (739 persone pari al 2,4 %), i  polacchi (705 persone pari al 2,2 %), i provenienti dal Bangladesh sono 659 (pari al 2,1 %).

    I quartieri di maggior presenza demografica della popolazione straniera sono Tomba di Nerone con 7.811 persone, La Storta con 4.540, Labaro 4.341, Farnesina 2.899, Cesano 2.568, La Giustiniana 1.800, Tor di Quinto 1.509, Santa Cornelia 1.347, Acquatraversa 1.066, Grottarossa 999, Prima Porta 372, Foro Italico 137 persone, Martignano 21 persone.

    Un problema strutturale

    Il problema delle migrazioni è strutturale, non può essere affrontato più con misure di emergenza. L’invecchiamento e il calo demografico dei paesi europei obbliga a flussi controllati di immigrati dai paesi giovani e poveri del mondo.

    Nei prossimi tre anni il governo italiano ha autorizzato l’ingresso a 500 mila persone. Servono per la produzione agricola, per la cura delle persone anziane, per il settore del turismo e ristorazione, ma non si dà la cittadinanza a chi da padri stranieri è nato e cresciuto nelle nostre città. Si negano diritti che andrebbero riconosciuti nell’interesse comune.

    Per fare questo occorre che il problema sia affrontato adeguatamente a livello europeo rivedendo il trattato di Dublino che rende difficile la ricollocazione equa nei diversi paesi europei condividendo una responsabilità che non può ricadere solo nelle nazioni in cui i flussi arrivano. Cancellare la legge Bossi Fini da tutti ritenuta inadeguata e obsoleta e capire che il futuro del pianeta passa per una convivenza tra diversi e l’obbligo di inclusione garantendo diritti. A tutta l’umanità.

    Vincenzo Pira

     

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