Home ATTUALITÀ “Ridisegnare via Monterosi insieme”? Un flop. Sfuma la coprogettazione

“Ridisegnare via Monterosi insieme”? Un flop. Sfuma la coprogettazione

ArsBiomedica

Un laboratorio di coprogettazione si trasforma in un’accesa contestazione; una proposta di collaborazione per riqualificare uno spicchio del quartiere Fleming che diventa un’occasione sfumata.

Lo scenario è quello della chiusura dell’anello ferroviario, operazione che a Roma Nord coinvolge la stazione Vigna Clara, via Monterosi, via Flaminia, e la stazione Tor di Quinto. Quello di mercoledì 5 luglio doveva  essere un pomeriggio dedicato a “Ridisegnare via Monterosi. Insieme”, come riporta il titolo del laboratorio a cui RFI ha invitato i cittadini a partecipare nelle sale della Parrocchia di San Gaetano, a via Tuscania.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

L’idea era coinvolgere la comunità nella progettazione di alcune aree limitrofe alla Stazione Vigna Clara di proprietà di RFI e che la società vuole trasformare in nuovi spazi pubblici per migliorare la vivibilità del quartiere.

Tuttavia, il clima non era certo quello atteso. “Non ci sarà alcun dibattito pubblico”, hanno da subito annunciato alcuni cittadini con alle spalle gli striscioni: “No treni in via Monterosi”, “No gronda merci”.

Erano circa centocinquanta le persone presenti, quasi tutte residenti in via Monterosi. Una parte di loro ha da subito preso le redini del dibattito per esprimere a gran voce il dissenso per il progetto di chiusura dell’anello ferroviario di RFI, attraverso un susseguirsi di domande e rivendicazioni.

“Avete fatto il piano di valutazione dell’impatto ambientale? Se le palazzine si sposteranno, vi denunceremo. Non ci potete buttare fuori di casa!”; “È un progetto invasivo, che trasformerà un quartiere residenziale in uno industriale, che ci affogherà ancora di più nel traffico. Per quale motivo non è stato spostato fuori dall’area residenziale? Perché non garantite solo il transito leggero?”; “È una presa in giro. Come pensate che ci possa interessare parlare di aree verdi e parcheggi, quando abbiamo 300 treni al giorno che passano sotto la finestra?”.

“Chi se ne frega del mercato e delle aree limitrofe”, urla qualcuno in fondo alla sala. “Chi se ne frega di avere altri parcheggi, se non ci saranno i treni non ne avremo bisogno”, aggiunge qualcun altro.

“Fate una passeggiata a via Monterosi, andate a vedere i gradini fatti alla romanella, i topi, la selva di piante nelle aree verdi, l’indecenza dell’area cani. Risolviamo questi problemi prima di parlare dell’anello ferroviario”.

Qualcuno intima a Daniele Torquati, presidente del XV Municipio, di lasciare l’aula; altri minacciano di andarsene.

Nei mesi scorsi, si sono svolti due dibatti – dovuti per legge – relativi al progetto di chiusura dell’anello ferroviario, in cui è emerso uno scenario che molto preoccupa i cittadini: una sopraelevata di 790 metri e il passaggio di 282 treni al giorno, di cui 30 a servizi merci.

“Il Municipio ha raccolto tutte le domande sollevate dai cittadini durante i dibattiti e le ha presentate a RFI, tanto che abbiamo concordato altri incontri dedicati per approfondire gli aspetti tecnici. Non è questa la sede in cui discuterne”, incalza il minisindaco.

“RFI sta seguendo l’iter normativo e darà le risposte in altre sessioni dedicate. – sottolinea la portavoce della società – Questa voleva essere un laboratorio di co-progettazione, una sperimentazione per ideare insieme il progetto in termini di aree verdi e sociali, non una riunione tecnica per parlare del progetto”.

Torquati: “via Monterosi va riqualificata con RFI”

Nel rumoreggiare della sala, il presidente Torquati tenta di rispondere tra le continue interruzioni: “La richiesta del Municipio è un progetto a lungo e uno a breve periodo, al fine di trovare soluzioni che siano utili a sistemare l’intera area. Voi dite che è presto parlare di riqualificazione, io vi dico che è troppo tardi, perché alcuni lavori come il manto stradale e i marciapiedi sono stati già fatti o sono in corso”. Il rischio, infatti, è che gli interventi previsti da RFI vadano a insistere sugli stessi punti a lavori appena conclusi.

“Chiudere l’anello ferroviario è un servizio per Roma e per il quartiere. Non ho al momento gli strumenti tecnici per dire se mi piace il progetto, ma posso dirvi che il nostro impegno e obiettivo è partecipare alla progettazione insieme a RFI, affinché si possano trovare soluzioni favorevoli ai residenti ed evitare ricorsi che esautorerebbero il Municipio dal suo compito di mediazione”.

“Abbiamo un problema amministrativo, politico e giuridico, – aggiunge Torquati – che è quello di sistemare il comprensorio adiacente alla Stazione di Vigna Clara, a cominciare dal mercato di piazza Diodati. Oggi siamo qui per ascoltare e valutare insieme le proposte di RFI”.

Cade nel vuoto la proposta di RFI

Poco il tempo concesso a Nicoletta Antonias, Responsabile Infrastrutture Sostenibili di RFI, per spiegare l’obiettivo del pomeriggio ormai concluso: “Mi sono messa nei panni del cittadino che aprendo la finestra vedrà passare dei treni e ho pensato che fosse importante la sua partecipazione all’ideazione del progetto”.

Sono tre i nuovi spazi pubblici che RFI propone di valorizzare: “Un terreno subito adiacente a piazza Diodati dove spostare il mercato, un’area di 1700mq alla fine di via Monterosi dove creare un’area verde attrezzata che sia luogo di svago e aggregazione (che il Fleming oggi non ha n.d.r.), una lunga fascia di terra lungo la via dove realizzare dei parcheggi a spina”.

“Inoltre, un tavolo di discussione sarebbe stato dedicato alla progettazione delle barriere acustiche, per le quali abbiamo diverse proposte: colorate o trasparenti, con vegetazione per integrarsi al paesaggio oppure con opere di street art”, chiude l’ing. Antonias.

Il programma prevedeva, infatti, una breve introduzione al progetto di riqualificazione delle aree a cui avrebbero fatto seguito tavoli di brainstorming nei quali analizzare le soluzioni per i singoli spazi. Tavoli ai quali, però, i cittadini non hanno voluto prendere parte. “Ridisegnare via Monterosi. Insieme”? In sintesi, un flop.

Giulia Vincenzi

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

12 COMMENTI

  1. Peccato che sia finita a bagarre. Un’occasione persa per insistere per avere una pista ciclabile lungo via Monterosi e altre misure compensative a favore degli edifici più esposti, peccato ..

  2. Un flop, il minimo che si possa dire. In quanto residente in Via Monterosi, il problema del momento non è certo la riqualificazione della zona limitrofa alla ferrovia, anche se dovrebbe essere sistemata a prescindere. La riqualificazione dell’intera area verrà fatta quando il progetto ferroviario avrà i caratteri sostenibili e soprattutto “rispetterà” i residenti. Per il momento ho la sensazione tangibile che ad RFI non interessi niente di chi abita vicino alla ferrovia altrimenti non si manda un rappresentante di RFI a proporre un laboratorio di co-progettazione senza affrontare i veri problemi che questo progetto comporta.
    Riccardo- socio cofondatore del comitato di quartiere Tor di Quinto

  3. Peccato che i Signori del no, oltre ad avere usato violenza a tutti gli astanti, non si siano accorti che con il loro comportamento abbiano perso l’occasione di ottenere la riqualificazione del loro quartiere da loro tanto attesa.
    Ora RFI, dopo la prova di incivilta’ dei NINBY, non credo che dara’ altre occasioni di confronto pubblico.
    E’ prevalso il terrore cieco del treno, come la prima proiezione in un cinema a Parigi con l’arrivo del treno a vapore.
    Continueranno a godere sui loro SUV (ELETTRICI NATURALMENTE) in mezzo al traffico di Corso Francia o Ponte Milvio.
    E si loro non vogliono una metropolitana sottocasa che li trasferisca comodamente a San Pietro, Piazzale Flaminio, Tiburtina.
    Il problema e’ che migliaia di persone del quartiere ne usufruirebbero volentieri.
    Peccato, un’altra occasione persa per il quartiere.

  4. Non mi sembra in grosso errore scrivere Ninby invece di Nimby, se solo queste sono le obiezioni, significa che Stefano ha detto cose giuste.

  5. Sia Stefano che Carmine sono, come me, presidenti di comitati civici favorevoli alla chiusura dell’anello ferroviario. Insieme abbiamo seguito tutta la vicenda della Stazione di Vigna Clara svolgendo un ruolo attivo che non si é ancora esaurito e credo non si esaurirà mai perché per noi la mobilità ecologica, sostenibile, su ferro e su gomma, rappresenta un obiettivo di primaria importanza. Fatta questa doverosa premessa, torniamo all’oggetto del contendere, ovvero l’incontro del 5 Luglio, organizzato da RFI per co-progettare il quartiere di Via Monterosi e non solo. Spiace constatare che non é stato affatto colto lo spirito del confronto con il padrone di casa, RFI, che avrebbe voluto mettere a disposizione di tutti i residenti un tavolo partecipato su come ripensare la stessa vita quotidiana dei suddetti. Purtroppo gli obiettivi degli organizzatori e dei residenti erano diametralmente opposti, gli uni desiderosi di dialogare, gli altri impegnati a protestare senza se e senza ma, dimenticando che il confronto sulla “maledetta sopraelevata” era stato già chiesto e calendarizzato da RFI grazie all’ausilio della mediazione del Municipio XV. Il 5 Luglio, per come é andata l’assemblea pubblica, abbiamo perso tutti, soprattutto ha perso quella parte di cittadini che avrebbe voluto capire come poter vivere meglio il proprio quartiere, soffocato dallo smog, privato di parcheggi e povero di luoghi di aggregazione e svago. Spero ci venga offerta una seconda possibilità altrimenti il progetto sarà imposto dall’alto e questa é una di quelle possibilità che andrebbe scongiurata con tutte le forze in nome di una trattativa “win win”.

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome