Home ATTUALITÀ Morte Maddalena Urbani, in appello chiesti 14 anni anche per l’amica

Morte Maddalena Urbani, in appello chiesti 14 anni anche per l’amica

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Duca Gioielli

E’ in corso in questi giorni il processo di appello a carico di Abdulaziz Rajab, il pusher siriano condannato a 14 anni per l’omicidio volontario di Maddalena Urbani, e di Kaoula El Haouzi, amica della vittima, condannata a 2 anni per omissione di soccorso.

A causa di una overdose, la Urbani morì, dopo ore di agonia, il 27 marzo del 2021 nell’appartamento del pusher in via Vibio Mariano, a Tomba di Nerone, sulla Cassia.

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Nell’udienza odierna, il Procuratore Generale ha chiesto di confermare la condanna per Rajab ma di riconoscere all’amica il reato di omicidio volontario con dolo eventuale, una fattispecie che in primo grado era stata ridimensionata in omissione di soccorso con una condanna a soli due anni.
“Chiedo di condannare Kaoula El Haouzi a 14 anni, così come inflitto in primo grado a Abdulaziz Rajab” ha dichiarato nel corso della requisitoria.

“In questa vicenda ci sono alcuni dati certi” ha poi aggiunto sostenendo che “Maddalena, se fossero stati allertati i soccorsi, si sarebbe potuta salvare. Una telefonata tempestiva al 118 sarebbe stata sufficiente, invece nessuno ha fatto nulla per salvarla e quando, dopo ore, si è deciso di allertare i soccorsi era oramai troppo tardi”.
La sentenza è attesa per il prossimo 11 luglio.

la vicenda

Maddalena era figlia di Carlo Urbani, medico e microbiologo nato nel 1956 in provincia di Ancona e morto a Bangkok nel marzo del 2003, noto per esser stato il primo a identificare e classificare la SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome, Sindrome Respiratoria Acuta Grave) o “polmonite atipica”, la malattia al centro dell’epidemia esplosa in Estremo Oriente tra il 2002 e 2003 che provocò 774 vittime accertate, tra cui lui stesso.

Come stabilito nel primo processo, Maddalena morì a causa di un mix di droghe e medicine che, stando alla ricostruzione degli inquirenti, vennero assunte nell’abitazione del siriano nella notte fra il 26 e il 27 marzo del 2021. La ragazza poteva però essere salvata se anziché chiamare finti medici che le iniettarono naloxone e che le fecero massaggi cardiaci, fosse stato chiesto subito aiuto al 118.

In quella notte accadde infatti di tutto in quell’appartamento di via Vibio Mariano. La ricostruzione di quelle terribili ore nel nostro articolo di pochi mesi dopo il decesso della giovane.

Cassia, morte Maddalena Urbani: ricostruite le ultime ore

 

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