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    È in libreria “Guerra” di Louis Ferdinand Céline

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    Duca Gioielli

    A distanza di oltre sessanta anni dalla sua morte, avvenuta nel 1961 all’età di 67 anni, grazie al ritrovamento di alcuni manoscritti trafugati durante la sua fuga verso la Danimarca, torna in libreria un’opera del controverso scrittore francese Louis Ferdinand Céline: “Guerra” (Ed. Adelphi, 156 pag., 18,00 Euro).

    Come la maggior parte delle opere di Céline, pseudonimo di Louis Ferdinand Auguste Destouches – scrittore, saggista e medico francese – si tratta di un’opera dai contenuti autobiografici che non mancherà di suscitare apprezzamenti ma anche critiche.

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    Céline è stato uno dei più apprezzati e contestati scrittori francesi del XX secolo e anche se la sua figura e le sue opere sono forse poco conosciute specie tra le nuove generazioni, la pubblicazione postuma di un suo libro costituisce comunque un evento letterario.

    In “Guerra” Céline torna a narrare, come nella prima parte della sua opera più nota, “Viaggio al termine della notte”, le sue spietate avventure di guerra: dal risveglio dopo essere stato ferito ad un braccio e con una gravissima lesione all’orecchio, al ricovero in un ospedale militare affidato alle cure di una sadica infermiera, l’amicizia con un altro soldato ferito, un malavitoso parigino e  la sua “protetta”, e infine la partenza per Londra.

    Un racconto cinico e intriso di sesso, narrato con quello stile esplicito e oltraggioso che è la sua forza di scrittore maledetto; nella sua scrittura c’è un po’ della  brutalità di “La pelle” e “Kaputt” di Malaparte (fu lo scrittore italiano a soccorrerlo economicamente quando Céline si trovò in cattive condizioni finanziare) ma anche un assonanza con la sfrontatezza di Bukowski (che lo definì invece il più grande scrittore francese).

    Céline è uno scrittore difficile e “da dimenticare” capace di rendere illeggibili gli altri scrittori; sebbene sia stato spesso associato alla destra per la sua simpatia con il regime di Vichy e per alcune pubblicazioni contro i comunisti e gli ebrei, è stato in realtà un anarchico pacifista, un fustigatore dell’uomo moderno e occidentale, un disincantato testimone della sua epoca e un emarginato maestro di stile.

    Leggere “Guerra” può essere un esercizio difficoltoso, ma  d’altra parte per leggere Céline bisogna amare Céline.

    Francesco Gargaglia

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