Home ATTUALITÀ La Storta, storia di abusi e violenze. Donna salvata dai social

La Storta, storia di abusi e violenze. Donna salvata dai social

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Galvanica Bruni

Salvata dai social. Spesso sono strumento e viatico per storie da incubo, ma in questo caso Facebook ha letteralmente salvato Anna.

Una giovane donna ucraina, in Italia da qualche anno e da otto sposata con un italiano. Un calabrese trapiantato a Roma, a La Storta, nullafacente e percettore di reddito di cittadinanza.

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Un uomo che la ragazza ucraina aveva conosciuto attraverso Facebook, del quale si era invaghita e che poi aveva sposato. Senza sapere che si sarebbe legata al suo aguzzino. Per otto anni l’ha ridotta in schiavitù: chiusa in casa, salvo le necessità lavorative, sottratti i documenti, vietate le amicizie, requisiti tutti i soldi guadagnati con la professione di parrucchiera sia a domicilio che in negozio.

E di tanto in tanto anche maltrattamenti fisici che si aggiungevano a quelli morali e psicologici, per rinnovare lo scettro del comando.

Un inferno domestico che si era aggravato con l’arrivo a Roma dei genitori della donna, in  fuga dalla guerra in Ucraina. La coppia era segregata in camera da letto. Vietato per loro uscire di casa, e soggetti ad abusi e violenze quotidiane, al pari della figlia.

La svolta in questa ordinaria storia di soprusi familiari, quando la ragazza avvia uno scambio di messaggi via social con un uomo, un agente del IX Gruppo della Polizia Locale che capisce al volo che la giovane sta vivendo un incubo in casa.
Schiava di un uomo che l’ha privata di ogni dignità e con i genitori in ostaggio del carattere aggressivo  del marito con diversi precedenti per liti e risse.

La giovane non si fida – racconta all’agente, di nome Paolo, storie di prevaricazioni ai danni di cittadini da parte delle forze di polizia, nel suo paese – ed è necessaria tanta pazienza e tanto tatto da parte sua per scalfire il muro di diffidenza. E soprattutto la cortina di autentico terrore che paralizza Anna.

A convincere Paolo che fosse il caso di accelerare i tempi il capodanno da incubo che gli racconta la giovane. Sottoposta a violenze immotivate. E minacciata di morte. Paolo capisce che Anna sta rischiando la vita. Il marito forse sospetta qualcosa. Si tratta di anticipare un possibile dramma. E con i colleghi si studia la messa in scena per fare allontanare l’uomo dalla casa di La Storta. E liberare Anna e i suoi genitori.

L’uomo viene convocato per rendere testimonianza su un finto incidente stradale. Viene trattenuto per il  tempo sufficiente per far traslocare Anna e la sua famiglia dalla casa dell’orrore. Con un furgone noleggiato direttamente da Paolo i tre vengono trasferiti in una casa famiglia e messi al sicuro. L’uomo denunciato per maltrattamenti con il divieto di avvicinamento.

Salvata dai social e dall’intuito di un agente della Polizia Locale, Anna adesso vive in un appartamento privato con i suoi genitori. Sta tentando di  ricostruirsi una vita, il lavoro e una rete di amicizie, lontana dall’uomo che l’aveva resa sua schiava.

Rossana Livolsi

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