Home CRONACA ‘Ndrangheta a Ponte Milvio, “Nessuno si chiede ‘dove abbiamo sbagliato?’”

‘Ndrangheta a Ponte Milvio, “Nessuno si chiede ‘dove abbiamo sbagliato?’”

Galvanica Bruni

In relazione alla vicenda ”Ndrangheta a Ponte Milvio’ che ha coinvolto anche lo storico ristorante Pallotta, riceviamo e pubblichiamo una seconda ‘lettera al direttore’ di Paolo Salonia, portavoce del Comitato ‘Abitare Ponte Milvio’.

“Caro Direttore, ti chiedo ancora ospitalità su VignaClaraBlog.it perché vorrei tornare sulla questione della “pioggia” su Ponte Milvio, sull’Antica Trattoria Pallotta, su “chi mai l’avrebbe detto!”. E intanto piove dappertutto. Dopo la prima lettera sui “tuoni” premonitori e le piogge annunciate, riflettendo ancora sull’argomento, sento la necessità di mettere ancora qualche puntino sulla “i”.

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Come sai bene, e come sanno i lettori di VCB, il Comitato Abitare Ponte Milvio ed io (come suo portavoce ma anche singolarmente) da anni conduciamo una strenua ed instancabile lotta contro la trasformazione, una volta “semplicemente” antropologica, da anni ormai decisamente malavitosa che si è impadronita dell’area di Ponte Milvio, alterandone sguaiatamente i connotati.

Ora non ritengo necessario scrivere nuovamente altre analisi del “fenomeno”, su come tutto sia collegato, eccetera eccetera. Gli archivi di VCB sono pieni delle migliaia di parole che ho scritto in questi anni, sempre sistematicamente ignorate – a volte con fastidio – da chi invece doveva prestarvi attenzione.

Preferisco andare dritto al punto, ad un punto specifico che mi sta particolarmente a cuore. Quello delle responsabilità. Intendo dire che sarebbe ora di finirla con il solito ritornello “non è compito mio, non ho i poteri, ci deve pensare qualcun altro…”

Intendo dire che, senza dubbio, la questione della malavita, della malamovida, della vendita degli alcoolici ai minorenni, dello spaccio, del disturbo della quiete pubblica (metto tutto insieme, perché “tutto si tiene”), rappresentano materie a contrasto delle quali devono entrare in gioco le Forze dell’Ordine e la Magistratura e i Servizi e, se preferite, anche l’Esercito, l’Aeronautica e la Marina Militare.

Intendo dire, però, che non è solamente con questi “poteri” che vanno affrontate le devianze che minano nel profondo la società e le città dove principalmente questa sviluppa e mette in scena la propria idea del mondo.

La democrazia si è dotata di “poteri” plurimi, con compiti e responsabilità diversificati ma che devono agire tra loro armonizzati. E ciascuno deve svolgere il proprio ruolo, senza defezioni.

Per esempio, non a caso esistono i “governi”, dalla grande scala del Paese via via a scendere fino ai Comuni e, quando questi sono troppo grandi, ai Municipi (o come altro possono essere localmente definiti i sottoinsiemi territoriali).

E cosa fanno (dovrebbero fare) i “governi”? Tra le tante risposte possibili, ne formulo una estremamente semplificata ma molto pregna di significati: amministrare la convivenza civile tra i cittadini… se vi pare poco. Niente spiegazioni, la frase la comprendiamo tutti nei suoi valori più profondi. Non facciamo finta di non capire.

Quindi, per rimettere tutte le pedine della scacchiera al posto giusto, in un certo modo il governo svolge il compito più importante, quello di indirizzare e, soprattutto, di “prevenire” con la sua visione che dovrebbe essere concertata con e condivisa dai cittadini governati.

Mentre Forze dell’Ordine, Magistratura e via dicendo, anche loro efficaci collaboratori nell’opera di indirizzo e prevenzione, ma anche con chiare funzioni di deterrenza e controllo, soprattutto accorrono nell’emergenza, quando il “sisma” è avvenuto ed è necessario salvare i superstiti, onorare i morti, preservare le macerie, contrastare gli sciacalli. Chiaramente semplifico, anche accentuando i colori, per non farla troppo lunga.

Governo vuol dire “cura” del territorio e di chi vi abita, trovare gli equilibri in modo che tutti possano essere garantiti nel proprio spazio vitale senza calpestare quello degli altri, all’interno di un ambiente, naturale e costruito, bello. Estetica uguale etica.

Insomma Direttore, hai presente quello che Ambrogio Lorenzetti affrescò nel Palazzo Pubblico di Siena, quello con le “allegorie e gli effetti” e, per rendere più chiara la questione, affrescò sia quello “buono” sia quello “cattivo”. Così, con le “figurine”, come era costume all’epoca, fece ben capire a tutti cosa intendeva dire.

Bene, dove è finito in questi lunghi anni il “buon governo”, se questo è l’attuale affresco, queste le allegorie e questi gli effetti? Sia alla scala comunale sia a quella municipale.

A proposito di governi municipali, ritengo vada riconosciuto al Comitato Abitare Ponte Milvio di non aver fatto sconti a nessuno, da destra a sinistra, passando per il cielo stellato (non esageriamo, erano solo cinque le stelle). Ha strillato, interloquito con pacatezza ed educazione, ha scritto, ha chiesto, ha proposto, proposto, proposto. Sistematicamente inascoltato. Ebbene, siamo ancora qui, anzi molto, ma molto peggio.

Oggi, le mie semplici (ed ingenue) domande sono:

chi più delle diverse Amministrazioni che si sono succedute aveva il dovere, l’obbligo morale di fare prevenzione amministrando bene questo benedetto territorio?

chi doveva sapere quello che noi denunciavamo “senza avere le prove”, dovendo loro cercare, loro sì, le “prove”?

chi doveva vigilare sul territorio interfacciandosi con gli altri “poteri” in modo di prevenire l’evento che ne avrebbe poi richiesto l’intervento, ormai tardivo?

chi doveva amministrare con equilibrio la concessione di licenze per l’apertura di nuovi locali?

chi doveva evitare la trasformazione selvaggia del territorio in un unico bistrot, cancellandone i segni antichi della sua tradizione stratificata?

chi doveva ascoltare e accogliere la nostra richiesta di “moratoria” nella concessione di licenze a gogò?

chi doveva avere la capacità, la forza e l’onestà, nel governo del territorio, di assumersi la responsabilità di provvedimenti anche impopolari, certamente poco funzionali alla visione corta delle più vicine elezioni?

And so on, come dicono gli inglesi.

E invece noi cittadini siamo lasciati qui a leccarci le ferite, ad assistere impotenti al dilagare del degrado (il termine è utilizzato in forma omni-comprensiva) e non accade nulla. Il sistema, ormai collaudato, fagociterà anche questi bubboni e veleni, tutto resterà come prima… anzi meglio.

Fa sbigottire, a fronte di quanto accaduto, ma anche senza gli ultimi tuoni e piogge, il silenzio del Municipio XV, di Via Flaminia 872 tutta? Questi problemi non dovrebbero forse investire chi amministra? Chi amministra non dovrebbe porsi qualche domanda? Oppure, come si dice, siamo sempre al “Lasciamo fare alla Magistratura il suo lavoro”? Il tempo passa e tutto è destinato all’oblio del trascorrere della “vita moderna”.

Torno a dire, è necessario assumersi la responsabilità di prevenire. E’ semplice, si fa sempre in tempo a cominciare, basta decidere di cambiare stile e modello.

In questi giorni leggiamo che ci sarà una seduta straordinaria per quell’altra assurdità della “fascia verde” disegnata con il pennarello su una mappa della città, senza il benché minimo sforzo di analisi preventiva, di studio, di pianificazione. Di partecipazione.

Il Comune, dopo avere permesso che anche la cocciniglia tartaruga, oltre agli Assessorati all’Ambiente, distruggesse il verde di questa città, ha scoperto improvvisamente di avere un’anima green. Ma questo è un altro tema, sicuramente importante e devastante per come è stato fin qui gestito. Semmai sulla questione, caro Direttore, ti scriverò un’altra lettera.

Qui mi chiedo se, con altrettanta sollecitudine, non sarebbe il caso di discutere in Consiglio anche di questa emergenza a Ponte Milvio (un po’ arduo definirla tale, considerando che non si è trattato di un fulmine a ciel sereno), di come questo territorio sia finito sotto le grinfie della malavita organizzata come qualche rompiscatole strilla da anni? Coerentemente discutere di quali scenari e provvedimenti necessari per una inversione di tendenza non oltre rinviabile. Cercando questi anche in una diversa visione prospettica di utilizzo e sviluppo del territorio e dell’ambiente urbano.

Invece silenzio pesantissimo quando, non è difficile immaginarlo, probabilmente noi cittadini avremmo desiderato sentire e vedere almeno un segnale di apertura di una profonda riflessione. In una parola, possibile che ai nostri Amministratori non venga minimamente in mente di chiedersi “dove abbiamo sbagliato?”.

Viceversa si stanno manifestando altri segnali e rumor (quindi certezze, si tratta solo di aspettare qualche giorno) che ci avvertono (sinistramente) che sono in arrivo altre aperture – indovinate un po’ – di locali di somministrazione di cibo e bevande. Sempre nello stesso quadrilatero affollatissimo.

C’è da sperare che le licenze contengano già di default anche i rispettivi dehors, per non creare discriminazioni nel vivace settore. Così cresce il Pil. Ma quanto ancora dovremo sopportare questo stato di cose?

Paolo Salonia
Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio

‘Ndrangheta a Ponte Milvio, “Tanto tuonò che piovve”

 

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10 COMMENTI

  1. Caro Salonia,
    la tua voce grida nel silenzio?
    Purtroppo, abitando da 60 anni nella piazza , assisto alla sua metamorfosi con orrore.
    C’ era un tempo qualche benpensante che si lamentava dei focherelli accesi in v. TOR DI QUINTO dalle prostitute. Rimpiango quei fuochi e quei suoni che non mi hanno mai turbato.
    La marea dei ruminanti che pascola attualmente nella piazza ha ben poco di umano a parer mio. Se puo’ servire a testimoniarlo ne fotografero’ le tracce ( le facce non si puo’). Gente di tutte le eta’ che ama far tardi trasgredendo ogni regola del vivere civile. Gente che mangia spazzatura. La mia tarda eta’ mi risparmia al momento dalle loro aggressioni dirette , ma cosi’ non e’ per i piu’ giovani , quando si imbattono nelle tifoserie e vengono automaticamente considerati avversari…
    ( se sei giovane devi tifare) .Le puzze di pessimo olio e i rumori, impediscono a tutti il sonno, non parliamo poi dell’ impossibilita’ a muoversi con deambulatore o sedia a rotelle !. E’ triste lasciare le cose della citta’ cosi’ peggiorate!

    La responsabilita’ e’ di chi ci amministra?
    Certo che si. Avranno paura? Saranno complici? Ameranno mangiare spazzatura?
    Ameranno quei berceaux di fiori finti?
    Vorrei darti una mano e proteggerti dall’ eventuale reazione dei veri proprietari attuali della piazza…gente che non si perita di distruggere paradisi naturali come quelli Calabresi…fammi sapere se ti minacciano

    • Gentile Signora Paola, a che si riferisce quando parla di “paradisi naturali come quelli Calabresi”? Grazie e buona serata.

  2. Anch’io chiedo ospitalità come il Sig. Salonia, solo che, piu modestamente rappresento solo me stesso. Gli interventi del Sig. Paolo sono sempre di grande buon senso; si vede che è una persona intelligente e con un ottimo bagaglio culturale e che si da da fare per la comunità in cui vive. Nella sua lettera però cita le colpe ma non i colpevoli. Ora è vero che la colpa è sempre individuale e la responsabilità ricade su criminali, spacciatori e truffatori. Ma ci sono anche altri colpevoli: chi consuma droga o alcol in eccesso, chi ha l’autorità per intervenire e non lo fa, i politici indifferenti, incapaci o distratti, chi per quieto vivere rimane in silenzio, gli “oppositori” quelli che si oppongono ad ogni iniziativa che arriva dall’altra parte e infine i buonisti-garantisti.
    Quando i colpevoli sono cosi tanti allora la colpa è del “sistema”; un sistema che antepone l’interesse del singolo a quello della comunità e che contempla diritti (potrei citarli ma sono troppi) e nessun dovere.
    In un simile sistema viene a mancare ovviamente il senso dello Stato, stato inteso non come semplice complesso di apparati burocratici e polizieschi buoni giusto per armonizzare la convivenza civile, ma comunità di individui uniti dagli stessi valori e dal medesimo destino. E’ in un simile Stato che il Dovere ha la priorità sui diritti.
    Ora i criminali e di conseguenza la criminalità c’e sempre stata e sempre ci sarà ma quello che succede nel nostro municipio, comune, regione e paese è qualcosa di diverso: in nome di una libertà assoluta abbiamo relegato in soffitta valori come onesta, dignità, pudore, bontà, cortesia, coraggio e soprattutto fedeltà: la fedeltà ad una causa.
    Nessuna meraviglia perciò per quanto di sbagliato accade ogni giorno nel nostro paese (compreso il microcosmo di Ponte Milvio).
    Alle sue domande Sig. Paolo, mi creda, nessuno darò risposta; non c’è rimedio a questo sistema. Possiamo combattere individualmente oppure “ritirarci nel bosco” ma non dobbiamo aspettarci piu’ nulla.

  3. Il lassismo, l’incuria, la mancanza di responsabilità e quindi lo scarica barile, tipici della gestione della cosa pubblica in Italia, ma più ancora del centro sud, sono terreno fertile per il proliferare delle attività criminali. La mia sensazione è che conosciamo solo la punta dell’iceberg di questa vicenda che ha avuto anni per svilupparsi e ramificarsi nell’ombra. Sicuramente sbaglio, ma sono del parere che, in questi casi, non si debba andare troppo per il sottile nel tentativo di eradicare il fenomeno criminale, anche a rischio di sbagliare. Ma purtoppo il fenomeno è andato troppo oltre.

  4. Condivido gli attestati di Kurtz rivolti al Portavoce del Comitato
    Sommessamente rilevo solo un difetto nell’arte del compendio :
    la lettura dei suoi meritevoli interventi richiede il tempo e
    l’applicazione necessari alla visione dell’intero Pentateuco
    dell’Antico Testamento.
    Lucio Maria Frizzoni

  5. Con la differenza che il Pentateuco è “legge” (tōrāh), mentre le mie, non faccio fatica ad ammettere essere un po’ “tante”, sono solamente le parole scritte di una vox clamantis in deserto.
    Come ha ragione Signor Frizzoni!
    A mia (parziale) giustificazione osservo che sono purtroppo tante le riflessioni da fare su questa realtà. Anzi, mi sono dovuto contenere.
    Abbiate pazienza, sono peggiori i motivi per i quali vengono fuori commenti così lunghi.
    Colgo l’occasione per una breve risposta anche per il Signor Kurtz che sottolinea che nella mia lettera sono citate “…le colpe ma non i colpevoli…”.
    Mi sembrava che, neanche troppo tra le righe, questi ultimi fossero espliciti.
    Comunque rimedio e riassumo in modo più chiaro:
    – in primis tutti noi, me stesso per primo, per tanti motivi, ma sicuramente perchè andiamo a votare pensando ad altro evidentemente (chi ancora si esercita con questo “vuoto a perdere”, riflettendo a cosa hanno ridotto il voto). In questo caso non posso fare i nomi perchè sarebbero veramente troppi e neanche li posso conoscere tutti,
    – poi, non meno importanti (anzi decisamente di più), amministratori, presidenti, assessori, dirigenti, funzionari……sia municipali, sia comunali, sia regionali….a salire su per dimensioni e gerarchie, qualunque sia il vestito che indossano. Presenti, passati e…ahimè futuri (se continua l’andazzo). E non c’è bisogno di fare i nomi, perchè li conosciamo benissimo e, a giudicare dal silenzio, evidentemente oltre al Signor Kurtz non hanno capito neanche loro a chi mi riferivo,
    – poi, i delinquenti veri, a questo punto verrebbe da dire paradossalmente gli unici che rispettano veramente il proprio ruolo (capita l’antifona?),
    – poi, dispiace dirlo, anche gli onesti o quelli comunque “normali” che, in questa solitudine individuale nella quale ci hanno costretti, alla fine pensano solamente al proprio orto (come fai a dargli torto anche se sai che ce l’avrebbero pure, il torto?),
    – poi, in generale chi fa finta di non vedere, sentire e soprattutto mai parla,
    – poi, ……..a compilazione libera……..
    Mi fermo qui, altrimenti finisco pure nel Nuovo Testamento.
    Paolo Salonia
    Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio

  6. A me sembra che l’unico a non capire sia proprio chi aspetta risposte da chi non può darle e ancora spera di risolvere i problemi attraverso una qualche discussione che possa fare fronte alle emergenze. Tempo perso.
    Quanto al sentirsi colpevoli perché si va a votare il rimedio è a portata di mano: il cassonetto della spazzatura, quello per la carta.

  7. Il senso era “a cosa si pensa quando si mette la croce sulla scheda elettorale”. Come dire “votare come smemorati”.
    Andare o non andare al seggio, questa è una scelta personale
    Continuo a credere fermamente che le risposte vadano date e siano ineludibili.
    Continuo a credere che il confronto con i cittadini debba sempre essere mantenuto.
    Continuo a credere che sia fondamentale partecipare con il proprio senso civico.
    Praticamente si chiama democrazia.
    Paolo Salonia
    Portavoce Comitato Abitare Ponte Milvio

  8. Buongiorno,
    smemorati è un complimento. Perchè la maggioranza resta a casa , ha perso ogni speranza? O non è in grado, ma diciamo che non ha neanche la voglia solamente di tentare di pensare ad un alternativa e di punire con il voto(unica possibilità che abbiamo) i politici alla Cetto la Qualunque. Capisco una volta ,si leggeva solo qualche giornale e si vedeva qualche TG e quindi i fatti narrati erano quelli e basta, ma oggi con tutta la mole di informazioni che abbiamo a disposizione,(anche se bisogna sempre valutare e confrontare quello che si legge) perchè , ripeto la domanda, è cosi facile andare a votare smemorati?
    Buona giornata

  9. Attenzione nel riconoscimento dei colpevoli.
    Con l’attribuzione universale di corresponsabilità si rischia di ricadere
    nella narrazione di Bettiniana memoria : così fan tutti, una chiamata
    di correità che equivale a dire tutti colpevoli, nessun colpevole.
    L’elettore disilluso che, dopo averle provate tutte, ma proprio tutte, diserta
    la cabina elettorale non può essere equiparato a chi detiene il potere decisionale,
    e magari lo esercita nel peggiore dei modi : decidendo di non decidere.
    Come le tragicomiche Tre Scimmiette.

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