Home AMBIENTE Inviolatella Borghese, nasce il percorso fitness ma restano le criticità

Inviolatella Borghese, nasce il percorso fitness ma restano le criticità

area-fitness-inviolatella-borghese
Galvanica Bruni

E’ stato recentemente realizzato da parte dell’Ente Parco di Veio un “percorso fitness” all’interno del parco pubblico di via dell’Inviolatella Borghese, un’iniziativa che ha cambiato sicuramente la situazione all’interno dell’area che per anni è stata di particolare degrado.

Il percorso prevede un circuito realizzato con ghiaia sottile che corre all’interno del parco e poi alcune ‘macchine’ per lo svolgimento di esercizi; sono stati sistemati anche alcuni  attrezzi del vecchio percorso e rinnovata la segnaletica. Oltre alla lunga staccionata che delimita il percorso e alcune nuove panchine è stata sistemata all’ingresso una tabella con la legenda del percorso fitness.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

Insomma un bel lavoro che ridona ossigeno a questa zona bellissima di suo; il parco dell’Inviolatella, una piccola conca alla base di colline, verdissimo e in questo periodo ricoperto di fiori, è una delle aree pubbliche più belle e naturali di Roma Nord.

E’ un vero peccato però che alcune annose criticità non abbiano con l’occasione trovato soluzione.

Cominciamo col dire che in via Cassia Nuova manca qualsiasi segnaletica che segnali la presenza del parco. Neanche all’incrocio con via dell’Inviolatella Borghese s’è pensato di mettere un cartello che ne indichi l’accesso. In compenso continua a sopravvivere quello che parla di strada privata e di divieto di accesso; nella realtà si tratta di una strada consortile  ad uso pubblico e pertanto, fino alla sbarra metallica sulla sinistra della via, è di libero accesso e percorrenza per tutti.

E veniamo al parco, il cui ingresso, è davvero brutto e sporco, con i cancelli sgangherati e sverniciati e le erbacce alte. All’interno, diverse panchine sono danneggiate e ricoperte di erba mentre di tavoli ne sopravvive soltanto uno;  anche i cestini per i rifiuti sono spariti e cosi chi frequenta il parco non trova di meglio che appendere le buste con cartacce e avanzi di cibo dove capita.

Ovviamente uno degli aspetti più importanti, ovvero il secondo accesso da Via Fabbroni, continua a rimanere una chimera, nonostante che la questione venne affrontata dal Consiglio del Municipio XV nel maggio del 2019 quando all’unanimità fu votato un documento col quale si impegnava il Presidente del Municipio e l’Assessore all’Ambiente“ a mettere in campo tutte le azioni necessarie […] alla realizzazione di un nuovo accesso da via Fabbroni”, nonostante una successiva petizione nel novembre del 2021 e nonostante che nell’ottobre del 2022, a maggioranza nel frattempo cambiata, il Consiglio del XV abbia votato un nuovo documento nel quale ancora una volta si impegnano “il presidente e l’assessore all’ambiente a mettere in campo tutte le azioni necessarie […] alla realizzazione di un nuovo accesso da via Fabbroni”.

Ma nulla è successo e ancora oggi quindi, per fruire del parco, andandoci a piedi occorre percorrere circa duecento metri sul lato destro di via Cassia (partendo dall’incrocio con via Fabbroni) che è assolutamente privo di marciapiede, mentre andando in auto non c’è parcheggio e solo 4-5 posti sono reperibili nei pressi del cancello.

Scontato quindi che l’apertura di un secondo accesso da via Fabbroni consentirebbe di poter usufruire di questi 13 ettari di natura in modo completamente diverso e molto più sicuro. Eppure tutta l’area a destra del Fosso dell’Acqua Traversa, tra un grande distributore di carburanti e la nuova casa di cura Paideia, è di proprietà del Comune di Roma. Un piccolo sentiero e un ponticello in legno sarebbe davvero poca cosa per le casse comunali.

Vogliamo infine evidenziare un aspetto che sicuramente è sfuggito ai più (forse anche agli addetti ai lavori): la sparizione della piccola “area umida”.

Chi si occupò a suo tempo del progetto dell’Inviolatella salvaguardò una bella area umida creata dal rivolo che oggi alimenta uno dei due abbeveratoi;  l’area era ricoperta di canna palustre e al suo interno vivevano alcune specie di uccelli acquatici.

Oggi di quell’area non c’è più traccia; sopravvive solo una piccola pozza d’acqua scavalcata da uno scalcinato ponticello di legno.  Peccato. La biodiversità dell’area umida è andata a farsi benedire.

Francesco Gargaglia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

5 COMMENTI

  1. Essenziale l’ingresso da via fabbroni, i cestini per i rifiuti e l’illuminazione per usarlo tutto l’anno anche l’inverno . essendo sempre soleggiato potrebbero mettere lampioni con pannelli solari.

  2. Bellissimo posto, piacevolissimo anche per fare correre il cane, peccato che poi si sia tuffato nel fosso dell’acqua traversa uscendone dopo un po’ felicissimo,zuppo e puzzolentissimo. Quel fosso non si potrebbe recintare,altrimenti per i cani è una tentazione un po’ antigenica! Peccato!

  3. Concordo con Bea: l’accesso da via Fabbroni è essenziale per rendere il parco godibile a passeggini, disabili, e sarebbe funzionale per tutti. Assurdo che il Municipio non si sia ancora attivato. Che ne pensa il ns. minisindaco ?

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome