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Ambientalisti (poco informati) bloccano il traffico a Ponte Milvio

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Blitz degli ambientalisti di Ultima Generazione a Ponte Milvio questa mattina verso le 8.30. Una decina fra ragazzi e ragazze si sono seduti sulle strisce pedonali all’altezza del semaforo bloccando il traffico ed esponendo uno striscione con la scritta “non paghiamo il fossile”.

In pochi minuti si è creato il caos con lunghe file di auto nei due sensi di viale Tor di Quinto e su lungotevere Maresciallo Diaz fin quasi a Ponte Duca d’Aosta.

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Sul posto sono subito giunti poliziotti del vicino XV Distretto di Polizia di Stato e agenti del XV Gruppo di Polizia Locale che hanno posto fine alla manifestazione. I giovani sono stati poi condotti negli Uffici del XV Distretto per la loro identificazione e successivi eventuali provvedimenti da parte dell’Autorità Giudiziaria.

“Oggi è la prima di una serie di azioni di disobbedienza civile non violenta a Roma per esigere lo stop dei sussidi pubblici ai combustibili fossili come prima misura di contrasto al collasso ecoclimatico e alla siccità…La siccità si sta facendo sentire sempre di più e il Governo non sta facendo nulla per constatare il collasso climatico a cui stiamo andando incontro…” Così hanno poi spiegato l’azione sui loro profili social.

Ambientalisti poco informati

Se solo questi giovani ambientalisti si fossero informati e avessero voluto sensibilizzare l’opinione pubblica locale su un tema che la tocca da vicino, spostandosi millecinquecento metri più avanti, subito dopo il ponte della tangenziale  su Tor di Quinto, avrebbero trovato vero pane per i loro denti.

Se questi giovani ambientalisti si fossero informati, avrebbero saputo della presenza di un’immensa discarica (ben sei ettari) in un’area golenale sulla sponda del Tevere, in via del Baiardo, dove da dieci anni giacciono rifiuti di ogni tipo, dall’eternit a bidoni di solventi che hanno versato sul terreno liquami inquinanti, da quintali di calcinacci a elettrodomestici.

Se solo si fossero recati sul posto, questi giovani ambientalisti avrebbero visto che tanto è ancora visibile in superficie ma molto di più è  ormai coperto dalla vegetazione sotto la quale si nasconde questa incredibile realtà; basta però scavare appena appena con la punta della scarpa, basta strappare qualche rovo per farla emergere.

Se solo avessero manifestato lì davanti questa mattina, e non a Ponte Milvio, questi giovani dieci ambientalisti avrebbero fatto gran bella cosa nel ricordare agli smemorati delle istituzioni che quell’enorme ferita all’ambiente cittadino è ancora aperta e ancora sanguina.

Claudio Cafasso

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2 COMMENTI

  1. Questi ragazzi (che in realtà qualche ragione ce l’hanno) non hanno capito, e probabilmente non lo capiranno mai, che sono i figli del liberismo economico, quello che li fa stare ore e ore fuori di un negozio per acquistare l’ultimo modello di scarpe da ginnastica da 500 euro, che li tiene tutto il giorno incollati ad uno smarthphone o al tavolo di un locale a bere birra e “shottini”; quel liberismo che li fa vivere nel presente dimentichi di passato e futuro persi nei miti di un ambientalismo che esiste solo a parole e che serve a far girare ulteriormente l’economia; si alimentano di teorie infantili e scelgono come modelli figure come Greta Thunberg e i suoi inutili “Friday for Future” che non hanno cambiato di una virgola la situazione ambientale del pianeta (anzi proprio il potere economico e i sostenitori del globalismo come Soros l’hanno incoraggiata ben sapendo che non costituiva una minaccia per le loro manovre).
    Poveri ragazzi, qualche ragione ce l’hanno ma non capiscono e non capiranno mai perchè nessuno gli ha spiegato come stanno veramente le cose…
    Comunque se proprio devono rompere le scatole perche non lo fanno sotto i palazzi del potere e bloccano le macchine di Gualtieri e di quell’Assessora che dice che i cinghiali vengono nel centro di Roma a mangiare ghiande…..

  2. Nella sostanza questi giovani hanno pienamente ragione di protestare. Le precedenti generazioni ( come la mia) quelle che, appena uscite dagli orrori e le sofferenze della guerra, hanno goduto di grandi privilegi caricandone l’onere sulle generazioni future. I nostri politici, preoccupati del consenso elettorale, hanno preferito aumentare il debito pubblico a dismisura ( l’alternativa sarebbe stata l’aumento del carico fiscale).
    Non basta. Lasciamo ai giovani un ambiente devastato a causa delle esigenze di sviluppo economico. Anche qui l’alternativa sarebbe stata bloccare quelle forme di progresso che fossero insostenibili per l’ambiente. Un’utopia che avrebbe comportato, al momento, sacrifici per tutti.
    Se fossi giovane protesterei anch’io perché finora sono fatte solo chiacchiere, nonostante gli allarmanti appelli delle organizzazioni internazionali. Ma lo farei in forma “civile”, senza danneggiare nulla e nessuno, senza bloccare il traffico automobilistico, formato in gran parte da persone che lavorano o che possono avere vere e proprie incombenze indifferibili.
    Ricordo che tempo fa, in tutto il mondo, la protesta clamorosa aveva preso la forma esibizionistica di spogliarsi nudi in pubblico. Escludendo ciò, ai nostri ragazzi non mancherà la fantasia di escogitare forme di protesta eclatanti ma nel rispetto degli altri. Ricordiamoci sempre che la nostra libertà ha un limite invalicabile: la libertà degli altri.

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