Fortuna che l’ultima partita del Sei nazioni si disputa a Murrayfield, altrimenti sarebbe stato davvero un mega-caos. Una domenica bestiale, per dirla alla Fabio Concato.
No, non per i supporter scozzesi, che c’entrano loro? Sappiamo bene che il popolo del rugby risponde a un galateo tutto suo, nulla da eccepire. Ma fra gente in strada che corre la maratona e tifosi di Roma e Lazio incolonnati per assistere al derby, le strade della capitale sarebbero state da esaurimento nervoso. E forse pioverà. Così, tanto per mettere la ciliegina sulla torta.
Non si poteva auspicare di peggio per la città (e in particolare per il quadrante nord), fra i centomila della corsa più partecipata d’Italia e i sessantamila della partita di pallone – e a questi vanno aggiunti addetti ai lavori, forze dell’ordine e chi più ne ha, ne metta – il conto è presto fatto.
Insomma, domenica si procederà a passo di lumaca e non ci sarà posto manco per uno spillo in alcune zone. Tipo quella dello stadio, le aree di avvicinamento al Foro Italico e piazza Ponte Milvio, usuale ritrovo dei laziali.
Non c’è strategia, e viene da interrogarsi sul perché Lazio-Roma non sia stata anticipata al sabato, roba che per questioni di ordine pubblico magari ci si poteva pure pensare. Ma regnano le televisioni, per cui “si giochi di domenica, che abbiamo altre partite da gestire, mica ci state solo voi romani”.
Sacrificati saranno come sempre gli abitanti di zona, che rischiano di vedere auto e motorini di estranei parcheggiati perfino negli androni dei propri palazzi. Il tutto con l’augurio che tutti fili per il verso giusto e nessuno si senta in dovere di andare in giro col serramanico in tasca. Per i romani, in ogni caso, indossare il caschetto non sarà reato.
Ah, per la cronaca, parlando di sport e non d’ordine pubblico, le ostilità del derby sono affidate al signor Massa, coadiuvato dalla coppia Alassio-Imperiale a sventolar bandierine. Confidiamo in un buon arbitraggio, che domenica i problemi non mancano. E non è il caso di aumentarli con una “fischiata” sbagliata.
Massimiliano Morelli
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