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Labaro, il Pascal in prima linea contro il body shaming

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ArsBiomedica

L’Istituto di Istruzione superiore “B. Pascal” di Labaro è stato scelto per partecipare a un innovativo progetto sperimentale sulla prevenzione e il contrasto del body shaming.

“L’iniziativa – dichiara a Vignaclarablog.it il dirigente scolastico prof. Antonio Volpe –  è organizzata da un gruppo di ricercatori dell’Università La Sapienza diretto da Caterina Lombardo, professore Ordinario della facoltà di Medicina e Psicologia e delegata della Rettrice di Sapienza per le disabilità”.

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Il Progetto è finanziato dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e vede la collaborazione tra l’Università La Sapienza, la Fondazione Child – Fondazione per lo Studio e la Ricerca sull’Infanzia e l’Adolescenza – e SOS Telefono Azzurro Onlus.

Obiettivo del progetto

“L’obiettivo del progetto – spiega il prof. Volpe – è stimolare l’attenzione sul tema sensibile del bullismo, dello stigma basato sul peso e dei disturbi alimentari negli studenti, coinvolgendo anche genitori e corpo docente, con particolare riferimento ai docenti di educazione motoria. La partecipazione al progetto, che vede come Referente del Pascal la prof.ssa Pellegrino – completamente gratuita sia per l’Istituto che per le famiglie, offrirà il vantaggio di disporre di materiali, permetterà lo sviluppo nei ragazzi di risorse personali quali le capacità di gestire lo stress e di resistere alle pressioni sociali verso la magrezza, nonché lo sviluppo di atteggiamenti inclusivi nei confronti della diversità fisica, coerentemente con le recenti indicazioni della Camera, secondo cui anche le competenze non cognitive debbono diventare parte della didattica”.

Come si sviluppa il progetto

Come si sviluppa il progetto? chiediamo al dirigente scolastico che così ci racconta. “La prima fase dell’intervento offrirà al gruppo classe una formazione specifica sulle forme di violenza tra pari, tra cui bullismo e il body shaming, sull’individuazione di comportamenti a rischio, e sulla stigmatizzazione sociale legata al peso. Parallelamente si lavorerà integrando entro il protocollo momenti di aggregazione che mirino a creare un clima di inclusione e accettazione tra i pari”.

“La seconda fase, di natura esperienziale, coinvolgerà il gruppo classe in laboratori interattivi erogati attraverso incontri in presenza e, inoltre, sessioni di lavoro offerte sia in modalità offline (consultazione di documenti, video, podcast), che online (webinar, World Cafe Method, sondaggi, lavagne e post-it digitali). Gli incontri, in totale sono sei, prevedono un impegno della minima durata di un’ora ciascuno per classe, entro l’orario scolastico”.

Con la collaborazione degli insegnanti di scienze motoria, sono state scelte delle classi con le quali verranno promosse le attività fisiche e verranno coinvolti i ragazzi in attività ludico/sportive (p.e. tornei di  sport di squadra) e altre classi che fungeranno da gruppo di controllo e che faranno un test al primo e al sesto incontro.

Il parent training

“Infine – conclude Antonio Volpe – una parte del progetto prevede un percorso di formazione destinato ai genitori che acconsentiranno a partecipare. Questo percorso avrà l’obiettivo di informare e sensibilizzare gli stessi a favorire la consapevolezza degli stereotipi, delle loro conseguenze e degli strumenti di tutela esistenti sul piano nazionale ed europeo e a stimolare l’adozione di comportamenti che favoriscano l’accettazione da parte loro di figli di vittime o autori di bullismo ((parent training)”.

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