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Docu-film su Gaia e Camilla, le mamme: “Una tragedia evitabile”

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Un docu-film in cui si ricostruisce la dinamica dell’incidente per fare emergere definitivamente la verità. Un documento che possa essere di monito per i giovani.

Si intitola “L’ultima notte di Gaia e Camilla”, si tratta di una serie prodotta dal canale tematico Sky “Crime+Investigation” che ripercorre la notte tra il 21 e il 22 dicembre del 2019, quando Gaia e Camilla, allora appena sedicenni, furono investite dal 20enne Pietro Genovese a Corso Francia, e persero la vita.

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Andrà in onda il prossimo 27 e 28 febbraio ma il primo dei due episodi è stato proiettato nella mattina di mercoledì 22 febbraio nel cinema Odeon di piazza Jacini, a Vigna Clara, in una sala affollata al novanta per cento di giovani e giovanissimi.

E’ una rievocazione lucida, agghiacciante, quella che è stata fatta dal team di A+E Networks Italia. Minuto per minuto la ricostruzione di quella notte del 22 dicembre del 2019 inchioda le spalle dei presenti alla poltrona, toglie il fiato.

Come lo toglie la testimonianza di Gabriella Saracino ed Edward von Freymann, genitori di Gaia, e di Cristina Maggi, la mamma di Camilla, che hanno partecipato attivamente alla realizzazione del docu-film e con coraggio, anche se se con la voce smorzata dall’emozione, hanno presenziato alla proiezione all’Odeon lanciando un messaggio di speranza e di approccio costruttivo alla vita ai giovani presenti.

Sono commossa perché per me rivivere quella notte non è facile. Ma quello che voglio ricordare è che questa tragedia era evitabile. Per una mamma vedere e immaginare gli ultimi secondi della vita di una figlia non è una cosa facile, secondi che non potrò mai dimenticare“, ha dichiarato Gabriella Saracino.

L’unica cosa che mi dà forza e stare in mezzo ai ragazzi. Quello che ripeto ai giovani che incontro nelle scuole – ha proseguito – è che mia figlia è volata via per incoscienza. Non solo le scuole ma anche le famiglie devono essere coinvolte. Ascoltate i vostri genitori, era una tragedia evitabile“.

Le ha fatto eco la mamma di Camilla che ha sottolineato: “Deve entrare in testa a tutti che per una stupidaggine può accadere una tragedia. In questa docu-film ci abbiamo messo il cuore e l’anima. Magari sarà una goccia di un oceano ma può allargare la mente. Io ancora non mi sento di andare nelle scuole, mi sono dedicata alla mia famiglia che si è distrutta dopo l’incidente. Lo dico ai giovani: non bevete non fate uso di sostanze, in questo caso fate guidare il vostro amico. La vita è una ed è meravigliosa, godetevela. Voi siete il futuro“.

Finalmente con questo documento si ricostruisce un po’ tutta la vicenda e la dinamica dell’incidente. Inizialmente di queste ragazze si è detto di tutto: che erano ubriache e che passavano con il rosso, addirittura che attraversavano il guard rail facendosi un selfie. Nell’opinione pubblica questo è rimasto impresso. Alla sentenza si è scoperto che non era assolutamente così. Mia figlia era astemia“.
Parla così Edward von Freymann, padre di Gaia. “Gli avvocati della controparte avevano anche richiesto l’autopsia, per discriminare le due ragazze. Attraversavano serenamente mano nella mano, poi è arrivato questo proiettile a 94 chilometri orari, e sulla penultima striscia pedonale sono state colpite e non c’è stato modo di poterle salvare“.

Alla proiezione ha partecipato anche Eugenio Patané, assessore capitolino alla Mobilità. “Migliorare le politiche della mobilità significa lavorare sulla sicurezza stradale. Una delle cose più importanti è la riduzione delle autovetture e degli spostamenti che ci sono in città. Bisogna mettersi in testa che gli incidenti sono dirittamente proporzionali al numero di macchine che abbiamo in città. Questo è il primo provvedimento che bisogna prendere – ha sottolineato l’assessore -. Poi lavorare sull’emergenza che abbiamo a Roma. Per questo stiamo procedendo con una campagna che dica ai ragazzi non guidate quando avete bevuto, non superate i limiti di velocità“.

Gli ha fatto eco Edward von Freymann ricordando che per sua volontà è nata anche la Fondazione Gaia von Freymann. Un’ente si occupa di fornire assistenza legale, morale e psicologica gratuita ai familiari e alle vittime di incidenti stradali, ma anche di campagne di informazione e sensibilizzazione sul tema della sicurezza stradale, campagna con viene condotta in collaborazione con la Polizia di Stato rappresentata in sala questa mattina da Filiberto Mastrapasqua, dirigente superiore della Polizia Stradale e responsabile del Comparto di Roma Provincia.

La vicenda in breve

Era la notte tra il 21 e 22 dicembre 2019 quando le due ragazze di appena sedici anni furono investite da un’auto mentre attraversavano corso Francia. Alla guida di quel Suv c’era un altro giovane, Pietro Genovese, di 21 anni, figlio del regista Paolo, che stava rientrando a casa dopo una serata passata con degli amici.

Il funerale delle due sedicenni si tenne il 27 dicembre 2019 alla chiesa del Preziosissimo Sangue di via Flaminia, a collina Fleming dove le due giovani abitavano. Una folla enorme salutò per l’ultima volta Gaia e Camilla, con tantissime persone che non poterono entrare in chiesa, tanto era piena. Si arrivò anche alla chiusura del traffico nel tratto di strada davanti alla parrocchia.

Il 31 dicembre 2019, poi, venne appeso uno striscione sul ponte che sovrasta Corso Francia proprio all’altezza dove avvenne l’incidente. La scritta recitava “Gaia e Camilla sempre con noi”, “Mano nella mano anche in cielo“, è invece la frase che venne scritta dagli amici di Gaia e Camilla sul murale dipinto proprio in quel punto di corso Francia dove sono state travolte.

Il ventunenne, che dopo l’incidente era risultato positivo all’alcol test, con una posizione aggravata dall’accusa di essere al telefono mentre era alla guida e di aver superato i limiti di velocità, è stato condannato in primo grado a 8 anni con l’accusa di omicidio stradale plurimo. L’8 luglio del 2021 i giudici della corte d’appello di Roma hanno accolto la richiesta di pena “concordata” tra i difensori del giovane e la Procura generale, riducendola a 5 anni e 4 mesi di reclusione.

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11 COMMENTI

  1. Sono spaventato dalla superficialità con la quale molti giovani mettono in gioco la propria vita e quella degli altri. Mi domando se le cause di questi comportamenti da pazzi incoscienti debbano essere attribuiti ad una mancanza dei genitori, ad una scuola spesso non educatrice o ad un benessere eccessivo. Probabilmente anche ad un permissivismo eccessivo.
    Quando ero studente, se andavo male a scuola, i miei genitori, con metodi molto persuasivi mi invogliavano a studiare e non accusavano i professori.

  2. L’affermazione dell’Assessore capitolino alla Mobilità è a dir poco sconvolgente…come si fa ad affermare che gli incidenti sono proporzionali al numero delle autovetture in circolo..
    La maggior parte degli investimenti avviene di sera o di notte quando la circolazione è minima e i tassi alcolici massimi. Che c’entra il numero degli incidenti con le persone ubriache o drogate, con le buche in terra, con la velocità eccessiva, con il mancato rispetto delle norme del CdS, con la segnaletica illeggibile, con i scarsi controlli?
    Ogni iniziativa che i parenti delle vittime intraprendono non servirà a molto se nel contempo lo Stato non adotterà misure severissime per evitare tali tragedie. Ci sono voluti 11 anni per fare una legge sull’omicidio stradale con il risultato che i colpevoli anzichè finire in galera se ne tornano subito a casa.
    Altro che “ridurre gli spostamenti”, basta TOGLIERE LA PATENTE A VITA A CHI SI METTE ALLA GUIDA UBRIACO O DROGATO!

  3. leggo e rimango colpita dalla testimonianza dei tre genitori…ai quali mi allineo nella ratio di rendere edotti i giovani di oggi che la vita ha un valore non direttamente proporzionale alla velocita’ del mondo. In quanto madre ed educatrice ed anche Architetto ringrazio l’ASS PATANE’ per suo interessamento alla qualita’ di vita di questa metropoli e condivo la pianificazione attenta alla riduzione delle automobili in questa citta’, ormai da tempo troppo invasa da auto. Si puo’ fare molto per ridurre l’uso delle auto private, intensificando la mobilita’ sostenibile con tecnologie leggere non invasive e dissuasive nei confronti della pigrizia ormai collettiva a volte non consapevole. Negli ultimi anni l’uso di questi SUV con grandi cilindrate e grandi motori, guidate da persone risultate positive ad alcool test o peggio ancora a droghe test si stanno diffondendo a macchia d’olio mietendo vittime giovani e distruggendo famiglie attente all’educazione ed al rispetto delle norme stradali. Altra cosa è la superficialita’ di coloro che non rendendosi conto lasciano guidare macchine grandi a giovani immaturi e inconsapevoli dei danni irreversibili che spesso si producono.Un pensiero alle due amiche che ora ci guardano dal cielo…siete nel cuore di tutti noi.

  4. Poche sono le cose da dire…sono in auto e sullo scooter a Roma tutto il giorno. La velocità è all’ordine del giorno, ne ho paura, tanta.
    Non ci sono parole per descrivere come l’incoscienza di alcuni e la superficialità di alcuni comportamenti possa in un attimo distruggere la vita delle vittime e di chi li amava.
    Conoscevo Gaia da quando aveva tre anni, sono tanto amica del papà e nulla dico nulla potrà mai ridare a queste famiglie la cosa più preziosa.
    Bastava qualche secondo di più e tutto sarebbe stato diverso.
    Troppe continuano ad essere le vittime. L’altra sera ero ad Albano, due persone in terra sulle strisce, investite da un pazzo che é anche scappato.

  5. Semplicemente… perché la pena è stata ridotta? Forse il dolore di quei genitori diminuisce con il passare del tempo?
    Oltre a tutte le cose già dette e scritte, ritengo assurda la possibilità di concordare una riduzione della pena.

  6. Che ci facevano due ragazzine di 16 anni, per strada di notte, da sole ? Le loro mamme che adesso sono tanto presenti nei film e sui social, allora dove erano ?

    • Domanda banale egregio signore o signora, domanda che sottilmente vuole colpevolizzare le due ragazze. Che ci facevano li? Devono forse giustificarsi? Che se accadeva invece a due adulti era tutto più normale? Ma ha provato anche a chiedersi che ci faceva alla guida quel ragazzo mezzo ubriaco col cellulare in mano, dica egregio/a se l’è chiesto?

      • Chi dice che ce l’ho con le ragazze ? E’ del tutto ovvio che ce l’ho soprattutto con chi non se le è guardate. Ovviamente, vale anche per chi non si è guardato il figlio maschio. In generale parlando, il problema è l’insufficienza dei genitori: non dico che sia sempre e in tutto colpa loro.

        • Ma di che parla? Con 16 anni è normale che i ragazzi e le ragazze incominciano ad uscire la sera. Io ho una figlia di 15 anni e mezzo che frequenta la seconda superiore al liceo classico con potenziamento della matematica e la media del 9 in tutte le materie, al sabato sera incomincia a fare qualche uscita con le amiche. Io le faccio 1000 raccomandazioni e resto a casa da sola perché sono vedova e non chiudo occhio fino a quando non rientra a casa, a volte sono io la mamma che a turno vado a recuperarle. Non fanno niente di male, ne più ne meno di quello che ho fatto io alla loro età. Quale sarebbe la tua soluzione? Non farle uscire di casa? Dopo che trascorrono la settimana sui libri?.

  7. “Si puo’ fare molto per ridurre l’uso delle auto private, intensificando la mobilita’ sostenibile con tecnologie leggere non invasive e dissuasive nei confronti della pigrizia ormai collettiva a volte non consapevole” Ma che vuol dire? Mi chiedo se le persone si rendono conto di quello che succede nella nostra società; migliaia di poveri disgraziati ogni giorno sono costretti a muoversi su lunghissimi tragitti per raggiungere il posto di lavoro, per portare i figli a scuola, per andare in ospedale e come ci dovrebbero andare? A piedi, in bicicletta o con l’elicottero? Meglio farebbero gli “assessori” ad occuparsi del trasporto pubblico. Qui non siamo a NewYork, Parigi o Londra dove la metropolitana raggiunge ogni punto della metropoli. Noi abbiamo servizi pubblici vergognosi e che fanno schifo e che costringono a interminabili attese …PIGRIZIA COLLETTIVA….Non nobis domine!

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