Home CRONACA Flaminia, il sito archeologico del Monte delle Grotte nell’abbandono

Flaminia, il sito archeologico del Monte delle Grotte nell’abbandono

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Era il 22 gennaio del 2021 quando dalla sommità di Monte delle Grotte, il costone tufaceo che sovrasta via Flaminia Nuova all’innesto con via Flaminia, si staccarono alcuni massi precipitando in basso, sulla pista ciclabile in costruzione.

Un paio di giorni dopo l’Archeologa Marina Piranomonte dichiarava al Messaggero: “Siamo andati sul posto, ma il crollo che ha travolto anche la pista ciclabile non ci consente ancora di poter salire e fare un sopralluogo dettagliato.  Non possiamo ancora fare una stima precisa dei danni. Di sicuro possiamo dire che è venuta giù la parte del costone tufaceo, quanto alle tombe antiche speriamo che non siano state toccate, ma potremo dirlo solo quando i Vigili del Fuoco e i tecnici del Municipio XV ci consentiranno di salire in sicurezza” .

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Passa un mese e si arriva al 21 febbraio quando l’allora Assessore capitolino alle Infrastrutture della giunta Raggi, Linda Meleo, dichiarava: “Sono state installate delle barriere new jersey sul margine della pista ciclabile in fase di realizzazione per una lunghezza complessiva di circa 77 metri e sopra di esse una transenna contenitiva provvisoria, per evitare che ulteriori crolli di massi e materiale tufaceo possano invadere la carreggiata di via Flaminia, nel tratto in direzione di Roma Centro. Successivamente sarà necessario progettare e realizzare, dopo previa autorizzazione della Soprintendenza Archeologica, un intervento definitivo di messa in sicurezza del costone roccioso, anche per la presenza di cavità di origine antropica, di pini sottoposti a vincolo e di tombe antiche scavate all’interno del blocco tufaceo”.

Da allora sono trascorsi più di 700 giorni, siamo a febbraio 2023 e alla domanda cosa è stato fatto? la risposta è: niente.

Non c’è traccia di nessun  intervento definitivo di messa in sicurezza, non c’è traccia di opere a protezione delle grotte, non c’è traccia di interventi a favore dei pini “sottoposti a vincolo e di tombe antiche scavate all’interno del blocco tufaceo”.

I pini, in gran parte si sono schiantati sul terreno generando un groviglio di rami mentre le grotte sono piene di tracce: tracce di vandali che imbrattano e grattano le pareti tufacee (loro alle grotte ci arrivano a quanto pare in piena sicurezza!) e poi quelle di pecore o capre che ci vanno a mangiare e dormire. Per quanto riguarda le capre, poco male, perché probabilmente in un antico passato il bestiame bazzicava, insieme agli uomini, questi vani.

La sommità di Monte delle Grotte, da cui si ammira uno straordinario paesaggio, versa oggi, a distanza di 2 anni dal crollo,  in uno stato di totale abbandono dove è evidente che nulla è stato fatto a protezione dell’antico sito.

Francesco Gargaglia

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