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L’inviolatella Borghese vista da via Fabbroni

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Galvanica Bruni

Perfino a chi come noi ha girato per anni in lungo e in largo l’ex tenuta dell’Inviolatella Borghese, vedere il parco e i terreni limitrofi dal grande parcheggio della nuovissima struttura sanitaria di Via Fabbroni fa un certo effetto. Sarà dovuto alla prospettiva, ma da quella posizione l’Inviolatella è straordinaria; il lungo costone tufaceo, fessurato in più punti si distende verso la Via Flaminia mentre al disopra vasti e ondulati campi vengono inghiottiti dall’orizzonte.

Una vista che non potrà che giovare a chi si reca al Paideia International Hospital ma che ci richiama alla mente vecchi progetti mai attuati.

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Perché l’Inviolatella Borghese non è affatto quel fazzoletto al di là del fosso dell’Acqua Traversa e neppure quello, un poco più grande di Via di Villa Lauchli: in realtà sono alcune centinaia di ettari di cui solo una piccola parte è proprietà privata. Se si escludono i 150 ettari del CREA tutto il resto è pubblico e proprietà del Comune di Roma.

Conoscere la storia dell’Inviolatella come “parco” è necessaria per capire le potenzialità dell’area; l’antica tenuta agricola (che oggi rientra pienamente nel Parco di Veio) rischiava alla fine degli anni 90 di essere cementificata dai soliti progetti dei palazzinari romani.

L’8 settembre 1999 la Società Acqua Marcia, proprietaria dei terreni, li aveva donati gratuitamente al Comune di Roma che in seguito acquisì anche altre aree private in cambio di compensazioni nella zona della Magliana. Da subito il Comitato Cittadino XX Municipio, Italia Nostra e il Comitato promotore Parco di Veio richiesero al Comune la trasformazione dell’area in parco al fine di evitare l’urbanizzazione e di conseguenza la frammentazione.

Nel 2004  alcuni terreni appartenenti alla Banda della Magliana, posti sotto sequestro, entrarono nel patrimonio del Comune di Roma e su quei terreni qualche anno dopo verrà inaugurato il Parco attrezzato pubblico di Via di Villa Lauchli.  Nell’agosto del 2014, dopo un lungo periodo di incertezze e grazie alla cartellonistica realizzata dal Comitato “Robin Hood” aprirà anche il parco attrezzato di Via dell’Inviolatella Borghese, portando l’estensione a 22 ettari.

Ma l’apertura dei due parchi non era però l’intera proprietà pubblica in quanto mancavano ancora i 28 ettari dell’area a sinistra di Via dell’Inviolatella (quella confinante con la Via Cassia Nuova), i terreni lungo la sponda destra del Fosso dell’Acqua Traversa e la parte sovrastante il parco attrezzato. Qui, grazie alla presenza di un allevatore si era pensato addirittura alla realizzazione di una “fattoria didattica” dove portare in visita le scolaresche.

Purtroppo la possibilità e volontà di realizzare una “grande Inviolatella Borghese” con accessi da Via Fabbroni e Via Manziana, con la fattoria didattica e il ripristino del vecchio manufatto da destinare a “casa del parco” o sede dei Guardiaparco del Parco di Veio, non c’è stata.

Il rischio oggi è che quella temuta “frammentazione” possa ancora avvenire o che qualcuno si appropri di aree che non sono sottoposte a controllo mandando a rotoli anche future realizzazioni (sempre che ci sia la volontà di portarle a termine) come la “Grenway-Veio” o la fantomatica pista ciclabile Volusia-Inviolatella.

La storia dell’Inviolatella Borghese ha quasi mezzo secolo e ancora non si è conclusa; un lasso di tempo inaccettabile per tutti a partire dalla politica che non è stata finora in grado di mettere in piedi un piano organico che abbia una visione unitaria.

Probabilmente è arrivata l’ora di rispolverare qualche vecchio e semplice progetto elaborato anni fa dai comitati cittadini, gli unici forse ad avere una visione libera e realistica sui parchi. Tra questi progetti anche l’acquisto di quell’edificio di Via Cassia Nuova destinato ad autosalone, posto in passato sotto sequestro, e oggi in vendita. Quale migliore sede per il “Grande Parco dell’Inviolatella Borghese”?

Francesco Gargaglia

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4 COMMENTI

  1. E di quei fabbricati ad uso agricolo abbandonati posti quasi di fronte all’ex autosalone ed ora trasformati in residenze di lusso che mi dite? Come è stata possibile la trasformazione?

  2. Gli interessi economici sono alti perché l’area è pregiata. L’impegno delle associazioni, e anche di Francesco Gargaglia come Comitato Robin Hood, hanno portato a un risultato importante ma non soddisfacente. Sulla trasformazione di un casale agricolo e di un fienile in due residenze di lusso posso testimoniare di accessi agli atti presso il Parco di Veio insieme con Mario Attorre. Una volta accompagnai io l’architetta Mirella Belvisi di Italia Nostra, purtroppo recentemente scomparsa. E che dire delle Giornate di Primavera all’Inviolatella, che organizzammo per 17 anni consecutivi? Ci sono le cronache su VCB Sono state interrotte causa pandemia e sarebbe il caso di organizzarne una quest’anno. Lancio la proposta a Francesco Gargaglia di organizzare un incontro allo scopo. Posso collaborare , data l’esperienza vissuta in tuti questi anni. (seguo le vicende dell’Inviolatella e del Parco di Veio dal 1974)

  3. Quindi qualcuno, grazie al calcione di “”qualcun’altro”” è riuscito nell’impresa di edificare ove non si poteva! Grazie comunque di aver risposto ai miei quesiti.

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