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Aria di rinnovamento al Liceo De Sanctis, parla la nuova preside

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immagine di repertorio
Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

A Roma Nord, nel Liceo Gaetano De Sanctis si respira aria di rinnovamento, l’anno scolastico 2022-2023 è iniziato infatti sotto il segno della nuova preside Stefania Chimienti, con alle spalle una consolidata esperienza in altri due grandi Istituti superiori della provincia di Roma ed esperienze professionali in ambito politico-diplomatico, peculiari nel campo dell’internazionalizzazione.

Preside, come è stato il primo impatto con questa realtà scolastica?

Le dimensioni del Liceo De Sanctis e, soprattutto, la sua diffusione nel territorio del XV Municipio che, ricordiamo, è il più grande di Roma e corrisponde alla superficie della città di Milano, rendono molto complesso il compito di un dirigente “operativo” quale io ritengo di essere.

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A fronte di tutte le incombenze burocratiche, ahinoi sempre più numerose e pressanti, che attanagliano la scuola, la mia idea di dirigente è quella di un “leader educativo” che non si limiti a organizzare e gestire un’amministrazione pubblica ma, proprio per la peculiarità di quest’ultima, si occupi concretamente della crescita, dell’educazione, della formazione dei ragazzi.

Fortunatamente ho capito ben presto di poter contare sulla collaborazione di docenti preparati, disponibili e collaborativi, sulla competenza e sullo spirito di servizio dello staff e del personale ATA, nonché in una presenza fattiva della maggior parte dei genitori. In particolare, sono rimasta favorevolmente colpita dal successo di una mia iniziativa che è stata motivata dal desiderio di conoscenza approfondita della realtà che vivono i nostri ragazzi, del loro rapporto con la scuola e la famiglia.

Lei ha voluto fin da subito instaurare un dialogo anche studenti e genitori, perché?

Essendo solo parzialmente soddisfatta dal confronto con i docenti su questo tema, proprio per la visione non sempre completa che ne possono avere gli stessi docenti, ho pensato di incontrare i rappresentanti di tutte le classi della scuola, dapprima nella componente studentesca (alla fine di settembre) poi in quella dei genitori.

In entrambi i casi, con le opportune differenze di “registro” e di approccio psico-sociologico, ho tenuto a farmi conoscere e a diffondere la mia idea di scuola che desidero condividere con l’intera comunità.

Dopo due anni di pandemia e di didattica a distanza, è necessario riflettere sull’impegno che dobbiamo chiedere ai nostri ragazzi, affinché possano prepararsi ad affrontare le sfide future. Dobbiamo farlo senza dimenticare ciò che questa brutta esperienza ha lasciato in molti di loro, occupandoci dei più fragili, fidandoci delle professionalità a cui li affidiamo, in stretta alleanza con le famiglie.

Qual è la sua idea di educazione e formazione?

L’internazionalizzazione e l’inclusione sono le due priorità più significative del Piano Triennale dell’Offerta Formativa del Liceo De Sanctis e mi fa particolarmente piacere poter subentrare in una dinamica così ben strutturata.

E’ tuttavia necessario andare avanti e recuperare quello che io chiamo “sano rigore” nella formazione, senza ansie, senza stress, ma facendo capire ai ragazzi che è oggi che iniziano a coltivare ciò che raccoglieranno domani, un domani sempre più vicino. Affinché ciò accada, non è sufficiente pretendere impegno soltanto dagli studenti.

Le stesse aspettative è giusto che le avvertano i docenti che hanno condiviso con me la necessità di implementare ciò che di positivo c’è in questa scuola (tanti sono i progetti di eccellenza, come i percorsi Cambridge/Esabac, quello Biomedico con la Sapienza – unico a Roma – il Liceo matematico, quello artistico con il Liceo Classico Aureus e così via) e di potenziare ciò che è stato rallentato dalla pandemia, come i viaggi e la progettazione europea, nonché di sviluppare una didattica motivante nelle discipline scientifiche (le cosiddette STEM) in maniera trasversale a tutti gli indirizzi di studio, in modo tale che nessuno studente resti indietro, a prescindere se abbia scelto lo scientifico, il classico o il linguistico.

Cosa si prospetta per il futuro dei suoi studenti al termine del ciclo di studi?

E’ fondamentale che tutti abbiano le stesse opportunità di scelta del percorso universitario o lavorativo. Per tale ragione è necessario un lavoro molto intenso da parte dei Consigli di classe, nonché un cambio di mentalità anche nei riguardi delle cosiddette “discipline non di indirizzo”.

La mia attenzione è massima su questo tema. Ho già organizzato dei gruppi di lavoro che stanno pianificando gli interventi da attuare con i fondi del PNRR (serra-laboratorio di botanica in sede centrale, potenziamento dei laboratori di fisica chimica e scienze con l’utilizzo di tecnologie avanzate come robotica e visori VR: laboratori mobili di scienze e informatica nelle sedi succursali, sprovviste di appositi locali, dove saranno le aule a trasformarsi in laboratori).

Riguardo alla gestione delle sedi dislocate nel territorio, com’è il rapporto con le istituzioni?

Resta il grande problema degli spazi, in particolare nella sede di Via Gallina, nel quartiere di Lastorta/Olgiata. Sono tante le iscrizioni in esubero che fino allo scorso anno sono state gestite attraverso lo smistamento ad altre scuole molto lontane (finanche a Bracciano, in un Liceo da me diretto in passato) o nelle altre sedi della stessa scuola, molto lontane e difficili da raggiungere per via del traffico.

Ho condiviso questa grave problematica con il Presidente del XV Municipio Daniele Torquati e con l’Assessore alla Cultura e alla Scuola, Tatiana Marchisio. Entrambi hanno immediatamente dimostrato estrema sensibilità e grande collaborazione. Pur non essendo il Comune di Roma ente proprietario del nostro Liceo (essendo secondaria di secondo grado lo è la Città Metropolitana, ex Provincia) ho chiesto la loro collaborazione in quanto sono certa, e me lo hanno confermato in pieno, che a loro stia a cuore la vita delle famiglie del territorio, costrette a percorrere decine di chilometri nel traffico per accompagnare i propri figli a scuola quando la scuola potrebbero averla a pochi metri da casa.

Siamo in attesa di riunire in un tavolo tecnico con i protagonisti istituzionali di questa vicenda, con la speranza di raggiungere una soluzione rapida e migliorare la vita e, conseguentemente, il livello di apprendimento dei nostri ragazzi.

Francesca Quarantini

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