Home ATTUALITÀ 3 dicembre, Giornata della Disabilità. Ma non in via della Farnesina

3 dicembre, Giornata della Disabilità. Ma non in via della Farnesina

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Duca Gioielli

Rappresentano il 15% della popolazione mondiale, circa un miliardo (dati da sito governativo), e devono affrontare nel corso della loro vita discriminazioni e ostacoli che ne limitano la piena partecipazione alla vita sociale: sono le persone con disabilità.

Per loro l’ONU ha proclamato nel 1981 la Giornata internazionale delle persone con disabilità, che viene celebrata ogni anno il 3 dicembre allo scopo di promuoverne i diritti affinché sia loro garantito un accesso equo e senza barriere all’istruzione, un’inclusione totale a livello sociale e l’abolizione di ogni barriera fisica all’accesso a edifici e trasporti pubblici.

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E’ pensando a questo ultimo tema che corre l’obbligo di riaccendere i riflettori su due barriere architettoniche presenti in via della Farnesina.

La prima, quell’impossibile pietrisco

La prima “barriera” è recente, risale all’inizio dell’estate 2022 quando al termine dei lavori di riqualificazione del Parco Volpi la ditta affidataria ha ritenuto di dover “abbellire” i vialetti con quintali di pietrisco.

Un pietrisco più o meno grosso nel quale le ruote di un passeggino o di una biciclettina affondano e non girano. La conseguenza è che mamme e nonni con bimbi piccoli restano al palo, fermi al termine della rampa non potendo raggiungere l’area giochi. E fanno dietrofront, previo improperi al pietrisco.

Ma non solo. “E se una mamma – ha scritto una nostra lettrice – dovesse andare con un passeggino da via della Farnesina al laboratorio di analisi della Asl all’interno del Ministero degli Esteri che sta dall’altra parte del parco, come dovrebbe fare, volare da un estremo all’altro?”

E non è tutto, c’è dell’altro, ancor più grave. Lo stesso vialetto che porta all’area giochi serve anche a raggiungere l’ingresso del Centro Anziani Farnesina, ubicato all’interno del parco, ma grazie al pietrisco persone disabili in carrozzina e  anziani con difficoltà di deambulazione non riescono più ad andare a trascorrere qualche ora con gli amici. A loro il Centro Anziani è negato.

Il problema è noto alle istituzioni, nei mesi scorsi è stato dibattuto a livello Municipio e Comune di Roma, sono state scritte lettere e relazioni. Ma intanto quel pietrisco è ancora lì, come un muro invalicabile. Anche se poi basterebbe fare un vialetto alternativo in terra battuta. Roba da una mezza giornata di lavoro. E’ stato anche proposto. Ma tant’è.

La seconda, una tanto amata rete arancione

La seconda barriera è l’ormai famosa recinzione-sbarramento di una trentina di metri del marciapiede all’altezza del civico 84.

Sta lì da 42 mesi grazie all’inerzia delle istituzioni, con l’Ater in pole position che non interviene sul palazzo di proprietà dal quale si sono staccati pezzi di cornicione che hanno causato la chiusura del marciapiede.
Chiusura che dall’aprile del 2019 obbliga tutti, persone con disabilità in primis, a scendere sulla strada per aggirare la barriera col rischio di essere investiti (la nostra ultima denuncia, clicca qui).

Quante altre?

Del tutto lecito chiedersi, quante altre giornate della disabilità dovranno passare prima che queste barriere vengano rimosse?

Claudio Cafasso

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