Home CRONACA Tangenziale, l’orrore corre sulle sponde del Tevere

Tangenziale, l’orrore corre sulle sponde del Tevere

ex-campo-nomadi-foro-italico
Galvanica Bruni

Le avvisaglie di quello che ci aspetta le incontriamo in Via della Moschea, il lungo viale che dalla moschea porta alla Tangenziale: la disordinata barriera a bordo strada è formata da siepi, rovi e tonnellate di rifiuti.

Al termine della via una rampa semidistrutta (le scalette di accesso sono state chiuse) permette di accedere al tunnel che passa sotto la ferrovia e che conduce all’area dove fino al 2020 sorgeva il campo nomadi “Foro Italico”: un vero e proprio tunnel dell’orrore. Nell’attraversarlo ci tornano in mente le parole che pronuncia il replicante di Blad Runner: “Ho visto delle cose che voi umani non potreste immaginare….”: stiamo infatti per entrare in un girone dantesco.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

Il campo nomadi situato tra Via del Foro Italico e Via della foce dell’Aniene, nei pressi degli impianti sportivi dell’Acqua Acetosa,  è stato sgomberato nell’agosto del 2020 dopo un grande incendio che ne distrusse oltre la metà. Allontanati tutti i residenti – operazione che avvenne non con poche polemiche per più motivi – dopo un anno, siamo a novembre 2021, fu dato il via dalla Regione Lazio alle operazioni di bonifica.  A oggi però pare tutto fermo.

L’intera area dell’ex campo nomadi e il tunnel di accesso sono in condizioni infernali; una enorme discarica di sporcizia, detriti, rifiuti speciali e materiali di ogni genere dove si continua a scaricare. Mentre eravamo intenti a fotografare, un uomo di colore armato di carriola ha continuato a scaricare calcinacci come se niente fosse.

Sui resti delle baracche, alcune pavimentate con piastrelle, sono presenti tonnellate di rifiuti; ma i rifiuti si estendono anche al di là del campo soprattutto in direzione del Tevere che dista pochi metri.

Ai bordi del campo perfino due  servizi igienici della Sebach sono stati abbandonati a terra, come se non bastassero gli altri rifiuti. La piccola area dove si stanno smaltendo i materiali che  un tempo erano presenti nel campo è piccola cosa rispetto alle dimensioni interessate dal degrado; l’intera zona è contaminata dalla sporcizia e dai rifiuti speciali che giacciono sul terreno.

Infine, sotto il ponte della ferrovia è stato creata una seconda discarica dove sporcizia e materiali di ogni tipo vengono sversati direttamente sulla sponda: una lunga striscia di rifiuti destinata, alla prima piena, a essere portata via dalle acque alte.

L’area sorge ai piedi di uno dei quartieri più signorili e belli di Roma e a poche centinaia di metri dal centro acquatico dove si allenava la “divina” eppure è come se si trovasse in qualche sperduto paese del quarto mondo.

E invece no, siamo di fronte a Tor di Quinto e al Fleming, ai piedi dei Parioli, ma dal luridume e dal degrado è come se qui la legge, l’ordine e la civiltà millenaria della capitale fossero morte.

Nel lasciare questo girone infernale ci chiediamo se questa è la città che vogliamo lasciare ai nostri figli e nipoti, una metropoli contaminata  che oggi appare senza speranza né futuro.

Francesco Gargaglia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

9 COMMENTI

  1. Il D.Lgs. 152/2006 prevede che i rifiuti urbani sulle rive di laghi e fiumi siano rimossi dal comune; come se non bastasse al Comune di Roma esiste l’ Ufficio Speciale Tevere nato con il compito di segnalare le varie situazioni di degrado agli organi aventi competenze sul fiume per i successivi interventi.
    Facile ironia? Non credo……il sindaco può continuare con la sua bossanova..

  2. Si facile ironia. Si informi, in Regione Lazio esiste la direzione regionale Risorse Idriche e Difesa del Suolo competente su tutto ciò che accade anche sulle sponde del Tevere. Infatti al Comune, lo ha scritto lei, compete solo segnalare. Chi le dice che non è stato fatto ?

  3. È proprio perche mi sono informato…. ( non so lei…). La Regione è competente per ciò che è Demanio: acque (proprietà dello Stato,) alveo, banchine. Ll Comune ponti, sostegno dei ponti, parapetti e aree in concessione ( come quella della Magliana) oltre a quanto previsto dal Decreto Legislativo che non può cancellare con un colpo di spugna!
    Pou che facile e gratuita ironia qui siamo di fronte a ostinazione bella e buona. Il sindaco.puo andare avanti con la bossanova……

  4. Direi di inviare questo articolo, completo di foto e filmati direttamente alla direzione regionale risorse idriche e difesa del suolo. Vediamo cosa rispondono….

  5. Tutta la città è in questo stato.
    E non da adesso.
    “Per me si va ne la città dolente,
    per me si va ne l’etterno dolore,
    per me si va tra la perduta gente.
    Giustizia mosse il mio alto fattore;
    fecemi la divina podestate,
    la somma sapïenza e ‘l primo amore.
    Dinanzi a me non fuor cose create
    se non etterne, e io etterno duro.
    Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”.

    E la retorica italiota ancora insiste:
    “Roma, la città più bella del mondo”.
    Onorevole Trombetta, ma mi faccia il piacere !
    Lucio Maria Frizzoni

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome