Home ATTUALITÀ La damnatio memoriae (o cancel culture?) dei monumenti ai caduti

    La damnatio memoriae (o cancel culture?) dei monumenti ai caduti

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    Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

    Piazza di Saxa Rubra, quella dove c’è l’Ufficio Anagrafico del XV Municipio a Prima Porta, è un luogo brulicante di vita;  autobus, auto, pedoni, chioschi di fiori, frutta e verdura. Ma è anche una piazza trascurata: ingombra di immondizia, con le pareti dell’ufficio municipale imbrattate di scritte e la fontana (restaurata e pulita pochi anni fa) tutta mal ridotta.

    E come se non bastasse il monumento ai Caduti posto ai piedi della collinetta su cui sorge la Villla di Livia  è in condizioni del tutto pietose. Semicoperto da una transenna metallica con rete, cosparso nelle vicinanze di rifiuti e bottiglie vuote, con l’erba alta e un’asta con una bandiera tricolore strappata e scolorita.

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    E’ il destino dei Monumento ai Caduti. Essere dimenticati come coloro ai quali sono dedicati. Stesse condizioni infatti, e tanto per fare solo due altri esempi, quelle del monumento ai Caduti sul Fronte Russo di Tomba di Nerone o quello di Villa Glori.

    Monumenti, questi, di pertinenza del Comune di Roma che ne dovrebbe garantire la manutenzione e la pulizia. Monumenti ai quali invece viene dedicata scarsa attenzione e scarsa manutenzione come se, avendo fatto ormai la loro storia, possono anche essere abbandonati alla “damnatio memoriae” o meglio ancora essere considerati presenze da “cancel culture”, come se tramite l’abbandono e la trascuratezza si tenti di cancellarli dal tessuto urbano, di renderli invisibili.

    Difficile poi pretendere ricordo e solennità da un monumento deturpato, impossibile chiederne il rispetto quando sono le stesse istituzioni a non rispettarli.

    Francesco Gargaglia

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