A Roma le giornate di sole nel mese di ottobre sono le più belle dell’anno; il cielo pulito, la temperatura mite, fresca quanto basta al mattino e la sera.
Le condizioni ideali per camminare in città e fare magari qualche insolito incontro; niente di eccezionale per carità, però se capitate nel primo pomeriggio a Ponte Milvio, scendendo sulla riva del Tevere, vi ritroverete in una vera e propria “oasi faunistica”.
Se non fosse per la sporcizia lungo le sponde, per i tanti materiali, biciclette e monopattini compresi gettati nell’acqua, Ponte Milvio non avrebbe nulla da invidiare all’Oasi di Nazzano, quella del Tevere-Farfa.
Le rive coperte di canne e vegetazione, l’acqua che corre veloce generando una piacevole “rapida”, le isole al centro del fiume venute fuori a causa della siccità e un gran numero di animali che vive, indifferente del lerciume, nelle acque di questo fiume tanto bello quanto maltrattato.
Un folto gruppo di gabbiani reali (i giovani sono facilmente riconoscibili per il piumaggio chiazzato) se ne sta beato al centro del fiume mentre famigliole di germani reali si lasciano trasportare dalla corrente veloce e spiccano il volo qualche istante prima di essere ghermiti da un onda.
Sui sassi i cormorani, oramai stanziali nella nostra città, distendono le ali al sole per far asciugare il piumaggio.
Ma quello che più sorprende è la presenza di un gran numero di nutrie, giovani e adulti, che vive sulle sponde a pochi passi dal ponte.
Se con cautela ci si avvicina alla riva, evitando di fare rumore e movimenti bruschi, allora si può sorprenderli a riposare, mangiare o nuotare nelle acque calme delle “morte” (le zono sotto riva dove l’acqua è ferma).
Il “castorino” con il simpatico musetto dai lunghi baffi bianchi e la coda da ratto ha trovato a Ponte Milvio un habitat ideale e convive tranquillamente con gli altri ospiti del fiume.
Se per osservare bene gli uccelli al centro del Tevere occorre un binocolo, non così per le nutrie che si lasciano fotografare anche con lo smartphone da pochi passi.
Scambiate spesso per ratti, le nutrie, che sono dei mammiferi roditori originari del sud-america, in realtà non hanno proprio nulla del topo: il corpo è robusto con una pelliccia color fulvo, la testa grande e tozza con gli incisivi ricoperti da smalto colore arancione, le zampe posteriori palmate solo tra quattro dita (il quinto dito, libero, serve all’animale per curare il folto pelo). Solo la coda, cilindrica ha del topo ma come detto, a causa della forma e dimensioni non può assolutamente essere preso per un ratto.
Sostare o camminare lungo l’argine di destra, subito dopo Ponte Milvio, è come trovarsi in un parco naturale con la sola differenza che invece siamo nella città più grande e caotica del paese; nonostante le tante ferite che abbiamo inferto a questo storico fiume, la natura magnanima ci mostra sempre il suo lato migliore.
Sono recentissime le notizie relative a possibili e impegnativi interventi sul corso del Tevere; da decenni, di iniziative e progetti, se ne fa un gran parlare anche se tutti si sono rivelati poi delle bolle di sapone. Ci auguriamo che questa sia la volta buona e che quanto prima venga ridata dignità a questo fiume che nonostante le condizioni in cui è stato ridotto continua a mostrarci il suo lato migliore.
Francesco Gargaglia
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